Scor-data: 20 settembre 1758

Nasce Jean-Jacques Dessalines, il liberatore di Haiti

di Lilian Thuram (*)   

«[…] Dessalines è un ex schiavo nato a Saint-Domingue, non lontano da Cap Francais. Ha avuto un’infanzia ribelle, è scappato così tante volte che ha il corpo coperto di cicatrici. […] Segue lo stesso percorso di Toussaint-Louverture, più vecchio di lui di 15 anni. Nel 1791 si unisce agli insorti, poi entra in una delle bande di schiavi ribelli che hanno conquistato la parte spagnola dell’isola e ottiene il grado di ufficiale superiore. Torna in Francia a trovare Toussaint-Louverture soltanto nel 1794 quando la schiavitù è stata abolita.

[…] Il 1 gennaio 1804 Dessalines proclama l’indipendenza e annuncia che il nuovo Stato si chiamerà Ayiti, il nome amerindo di Haiti, restituendo l’isola alle sue origini e rendendo omaggio a una popolazione autoctona indiana quasi sterminata in seguito all’arrivo dell’uomo bianco.

La nuova bandiera è blu e rossa; la leggenda vuole che un anno prima, il 18 maggio 1803, Dessalines avesse strappato in un gesto di rabbia la parte bianca del vessillo francese. Tendendo le due parti restanti a Catherine Flon che le avrebbe cucite insieme utilizzando i lunghi capelli al posto del filo. In ogni caso da allora ad Haiti il 18 maggio è la festa della Bandiera.

Lo Stato viene riconosciuto dalla Francia nel 1825, dietro il pagamento di una “indennità” di 150 milioni di franchi oro (quasi 16 miliardi di euro) e della riduzione del 50% dei dazi doganali: un vero e proprio atto di pirateria.

Quel debito si aggiunge alle difficoltà di un Paese già messo a dura prova dallo stallo economico e dai conflitti interni che non sono mai cessati. Il sogno politico di Dessalines – una nazione libera e autonoma – non si è ancora avverato.

(*) Riprendo questo scritto da «Le mie stelle nere» (Add editore, 2013) di Lilian Thuram che ho già segnalato in blog, più volte e con entusiasmo.

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Sul 20 settembre avevo appunti su: 1371: nella finzione inizia l’ultima avventura di Eymerich; 1378: eletto a Fondi un «anti-papa»; 1792: nella giornata di Valmy i «pezzenti» insorgono; 1861: italiani schiavizzati a Londra; 1870: breccia di Porta Pia; 1932: muore Wovoka; 1943: uno strano furto in Banca d’Italia; 1944: “impresa” del giovane fascista Giorgio Albertazzi che ancora se ne vanta; 1945: la Cia sostituisce l’Oss; 1958: in vigore legge Merlin; 1966: Parigi sconvolta dal «Marat Sade» di Peter Weiss; 1982: la sentenza del Tribunale dei popoli sullo Zaire; 1990: muore Rosa Balistreri; 1992: ucciso Musa Anter, giornalista kurdo; 2010: uccisa Teresa Bonocore. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
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