Scor-data: 21 febbraio 2001

Una strage a Novi Ligure

di d. b. (*)   

Cosa lega un’orribile delitto, che vide protagonisti i giovani Erika e Omar, al tentativo di far memoria su «Corriere delle migrazioni»?

Ovvio” – dirà qualcuno: “Omar è un tipico nome straniero”. Risposta sbagliata. Anche se tutti lo chiamano Omar, il ragazzo di cui si parla all’anagrafe risulta essere Luigi Favaro, nato a Novi Ligure – in provincia di Alessandria – come è italiana la “fidanzatina” (così sui media) Erika De Nardo.

Di che delitto parliamo? Una sentenza definitiva ci dice che quei due ragazzi – 16 anni lei e 17 lui – uccisero premeditatamente a coltellate la madre di Erika e il fratello undicenne Gianluca.

Le sentenze parlano di «un progetto lucido, aberrante», di «due omicidi che per efferatezza, per il contesto, per la personalità degli autori e per l’apparente assenza di un comprensibile movente si pongono come uno degli episodi più drammaticamente inquietanti della storia giudiziaria del nostro Paese».

Perché questo delitto c’entra con la rubrica «scor-date» su «Corriere delle migrazioni»?

Dopo il delitto, Erika narrò di una rapina fatta da due extracomunitari finita in tragedia e fornì la descrizione degli assassini. Un giovane albanese che somigliava all’identikit venne fermato ma il suo alibi era inoppugnabile. Nel frattempo la Lega aveva invitato a manifestare ma appena arriva la svolta nelle indagini (cioè sembra quasi certo che i colpevoli sono italiani)… l’allarme sociale contro chi turba la “felice Padania” svanisce.

E’ successo purtroppo molte altre volte nell’Italia di questi anni: il caso più celebre è quello di Erba (già accontato in blog) ma forse varrebbe la pena di contarli – per vedere se si fermano a 100 o sono di più – i casi nei quali le indagini e soprattutto i titoli dei media puntano il dito contro immigrati (o nomadi) poi risultati innocenti.

Allontanare “il male” dalla comunità, ricerca del (più facile) capro espiatorio: così ci insegna la storia. Chi invece ama i buoni libri e film pensa a un piccolo capolavoro come «Il buio oltre la siepe» della scrittrice statunitense Harper Lee, pubblicato nel 1960 e portato sullo schermo due anni dopo. C’è un doppio motivo di riflessione sulle tante (ma tutte brutte) facce del razzismo in un romanzo all’apparenza facile come «Il buio oltre la siepe». Il primo riguarda Tom Robinson, l’afroamericano ingiustamente accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza bianca. Il secondo concerne Boo, lo sconosciuto che appunto abita “oltre la siepe”.

Nell’Italia impaurita di questi anni è così forte il razzismo (esplicito o inconscio) che non solo si colpevolizzano gli stranieri preventivamente ma si cancellano molti episodi di razzismo violento. Fra le tante vittime “extracomunitarie” di italiani “doc” ve n’è anche una proprio in questo giorno, il 21 febbraio, però non del 2001 ma del

2009. Un automobilista italiano, pieno di alcool e cocaina, uccide a Capena (piccolo paese del Lazio) l’operaio romeno Mihai Surdu. Il colpevole viene subito rimesso in libertà senza che nessuno si scandalizzi, come è accaduto in qualche caso “opposto” ovvero vittime italiane di autisti stranieri. E i media? All’inizio la notizia rimbalza ma a rovescio: cioè si parla di un romeno pieno di coca e alcool che ha investito un operaio italiano. Ma presto si scopre la verità … con gli effetti tragicomici che potete leggere in questo link, tristemente intelligente.

Siam pronti a menar le mani – Cobas Inpdap

Quando è certo che l’investitore omicida è italiano, la notizia sparisce dai media. Non esiste ovviamente un filo diretto fra quel 14 febbraio 2001 a Novi Ligure e quest’altro 14 febbraio 2009 a Capena. Esiste però un’ideologia sotterranea che sorregge entrambi. Che si può riassumere efficacemente con questo slogan (in realtà era il sottotitolo del convegno «La migrazione nei media», tenuto a Imola il 12 marzo 2005): «La signorina notizia è bianca, ha le gambe corte, una diffusa sordità e una grave miopia».

(*) Riprendo questa mia «scor-data» dall’ultimo «Corriere delle migrazioni».

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 21 febbraio avevo fra l’altro ipotizzato: il «Giorno delle lingue materne» oppure 1916: inizia la battaglia di Verdun; 1928: nasce Roberto Leydi;1934: ucciso Sandino; 1951: Pincus inventa la «pillola»; 1965: ucciso Malcom X; 1972: Nixon in Cina… E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

 

 

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