Scor-data: 22 ottobre 1964

Jean-Paul Sartre rifiuta il Nobel per la letteratura… e spiega perché

di Daniela Pia (*)

Sartre

 

 

Suscitò grande scandalo la notizia – che iniziò a diffondersi il 22 ottobre – secondo cui Jean-Paul Sartre aveva osato rifiutare il Nobel poiché, a suo avviso, «nessun uomo merita di essere consacrato da vivo».

Ma per capire a fondo bisogna ricordare il contesto storico: nel 1964 la presenza Usa in Vietnam sta diventando sempre più massiccia e in quella guerra lacerante una mente lucida come Sartre decide di stare in prima linea, a fungere – con altre/i – da «coscienza collettiva», denunciando quanto accade. Lo scrittore francese era convinto che fosse essenziale prendere posizione contro quelle logiche di potere (e di censura giornalistica) che aveva sempre combattuto, senza compromessi né false mediazioni, sicuro che il ruolo dell’intellettuale andasse oltre la scrittura, che alla fase della conoscenza dovesse corrispondere l’agire e il saper prendere posizione, come nel caso dell’Algeria prima e del Vietnam poi: guerre particolarmente infami che suscitavano nausea.

Erano trascorsi pochi mesi dall’attribuzione del Nobel che Sartre si espone – al «Congresso internazionale della pace» di Helsinki, nel luglio 1965 – ulteriormente chiedendo il ritiro immediato delle truppe statunitensi.

Ecco cosa scrisse Sartre (nel leggere si tenga presente che «La nausea» era il titolo del suo libro allora più famoso, un romanzo ma anche una sorta di dichiarazione filosofica): «È dunque questa, la Nausea: quest’accecante evidenza? Quanto mi ci son lambiccato il cervello… È nel momento in cui ci si accorge che la vita è un flusso di esperienze senza senso che siamo in preda alla vertigine della nausea e la realtà non ha più un suo significato e ne consegue la spaccatura tra ciò che è cosciente (il noi) e ciò che non lo è (la natura)».

Sartre non voleva farsi complice di un sistema che sembrava ignorare quanto fosse diffusa la “nausea” e quanto i poteri la promuovessero. Spiegò il rifiutò del Nobel in una lettera che scrisse all’Accademia svedese nella quale – pur assicurando la sua stima alla “istituzione” – chiarì in anticipo perché non intendeva far parte della “lista”. Ecco le sue ragioni: «Signor segretario, dopo alcune informazioni di cui ora sono venuto a conoscenza, avrei qualche possibilità, quest’anno, di ottenere il Premio Nobel. Benché sia presuntuoso discutere di una premiazione prima ancora che abbia avuto luogo, mi prendo la libertà di scriverle per dissipare o evitare un malinteso. Intanto, signor segretario, le attesto subito la mia stima profonda per l’Accademia Svedese e per il premio con cui ha onorato tanti scrittori. Tuttavia, per ragioni del tutto personali e per ragioni più obiettive, io non desidero essere nella lista dei possibili candidati e non posso né voglio accettare questa onorificenza, né nel 1964 né dopo. La prego, signor segretario di accettare le mie scuse e di credere alla mia altissima considerazione». Eppure la lettera rimase inascoltata tanto che l’assegnazione procedette fino all’ufficialità costringendolo poi a un rifiuto pubblico. Intervistato dalla rivista «Le nouvel observateur» ripeté e ampliò le sue motivazioni: «Se avessi accettato il Nobel – anche se a Stoccolma avessi fatto un discorso insolente, il che sarebbe assurdo – sarei stato recuperato. […] La funzione dello scrittore è di far sì che nessuno possa ignorare il mondo o possa dirsi innocente».

Il rifiuto, la rivolta, l’intransigenza, la coerenza furono elementi caratterizzanti la riflessione e le azioni di Sartre. Per questo fondò – con Bertrand Russell e altri scienziati o intellettuali che non volevano chiudersi nella “torre d’avorio” – il «Tribunale Russell» che si assunse simbolicamente l’onere di giudicare i crimini di guerra in Vietnam, per poi allargare la sua analisi a diverse parti del mondo. Per questo si era impegnato al fianco delle lotte di liberazione dei popoli e, spesso in modo critico, al fianco del movimento comunista. Per questo nel 1961 aveva scritto l’impressionante prefazione al libro «I dannati della terra» di Frantz Fanon. E sempre per questo misto di coraggio e coerenza si schierò con “il maggio francese” e fu tra i fondatori del quotidiano alternativo «Liberation». Rifiutò insomma di mischiarsi con la logica borghese che combatteva, certo che accettare l’onore del Nobel potesse scalfire, alienare la sua libertà di pensiero. L’atto meditato di chi sceglieva di non far parte di un gioco nel quale i soliti pochi decidevano le regole.

http://www.raistoria.rai.it/articoli/sartre-rifiuta-il-nobel/11117/default.aspx

(*) Personalmente ho molto amato (anzi: amo) molto Sartre proprio per le ragioni qui spiegate da Daniela Pia. Se però volete fare il confronto con chi – pur essendo un intellettuale fortemente critico verso il sistema (a esempio Gabriel Garcia Marquez) – il premio lo accettò… date un’occhiata qui, 12 Nobel della letteratura a confronto    dove si racconta di un bel libretto edito da Terre di mezzo.

Ricordo – per chi si trova a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 22 ottobre avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
2136 avanti Cristo: eclissi registrata in Cina (già in blog); 1707: naufragio alle Scilly; 1835: registrato brevetto Colt; 1867: muore Giuditta Tavani Arquati (libro Fracassi); 1887: nasce John Reed; 1896: nasce Pieng Piai; 1906: muore Cézanne; 1921: nasce Brassens; 1975: Leonard Matlovich espulso dall’esercito perché gay; 1982: trovati 450 cadaveri alla periferia di Buenos Aires; 2002; oscura strage a Mosca; 2012: l’Italia ratifica un protocollo “opzionale” contro la tortura; 2012: muore Russell Means. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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