Scor-data: 27/30 settembre 1943

Napoli insorge e caccia i nazifascisti. Con in testa gli scugnizzi.

di Daniela Pia (*)

71 anni sono trascorsi dalla rivolta partenopea scoppiata il 27 settembre 1943 quando il popolo napoletano insorse contro le forze occupanti tedesche costringendole alla ritirata. Napoli era una città in ginocchio, lacerata da tre anni di guerra: la popolazione civile aveva pagato un prezzo altissimo, anche a seguito dei bombardamenti alleati. Le infrastrutture erano state danneggiate gravemente e si attendeva con ansia la liberazione. I tedeschi non erano intenzionati a mollare la presa sulla città, facendone una loro “riserva di caccia” saccheggiando negozi, requisendo i mezzi pubblici di trasporto, rastrellando migliaia di cittadini da inviare al lavoro coatto. La scintilla scoccò quando – dopo l’ennesimo saccheggio da parte delle truppe tedesche – in un grande magazzino della centralissima via Roma alcuni uomini sparano sui tedeschi. Questi, ritirandosi, risposero all’impazzata e uccisero un giovane che beveva a una fontanella. Da quel momento gli scontri si propagano per tutta la città e nel territorio circostante dove la reazione dei partenopei contro i tedeschi fu decisa ed efficace. Proprio per questo la città doveva essere ridotta «in fango e cenere» secondo gli ordini di Hitler, cosa resa impossibile dalla fiera resistenza dei napoletani. Tutti assieme veterani, donne e scugnizzi reagirono con ogni mezzo: imbracciarono i fucili e alzarono barricate improvvisate a fungere da barriera all’ avanzata della Wermacht. La rappresaglia fu durissima : «Ogni soldato germanico ferito o trucidato verrà vendicato cento volte» questo l’ avvertimento. Ciononostante, per quattro terribili giorni e con incredibile disprezzo del pericolo, la popolazione resistette sino al pomeriggio del 27 quando stanca di subire i continui rastrellamenti e di raccogliere i cadaveri dalle strade insorse affrontando i soldati di Walter Schöll, l’ufficiale tedesco responsabile del coprifuoco, colui che aveva impartito l’ordine di fucilare chiunque avessero osato alzare un dito contro i soldati del Reich. La rabbia non si spense e il focolaio si propagò per tutti i quartieri della città, sino al 30 settembre quando i napoletani videro i tedeschi ritirarsi lasciando la città nelle loro mani. Quando il primo ottobre i mezzi dell’esercito alleato giunsero, finalmente a Napoli la trovarono libera. Si era liberata da sola.

Il bilancio di quelle “quattro giornate” eroiche fu di 168 insorti uccisi, 140 le vittime fra i civili, 19 i morti non identificati, 75 gli invalidi permanenti.

Per questa ferma opposizione alle forze naziste Napoli fu insignita della medaglia d’oro della Resistenza. Agli insorti vennero assegnate 4 medaglie d’oro più 6 d’ argento e 3 di bronzo. L’ oro fu riconosciuto alla memoria degli scugnizzi Gennaro Capuozzo (12 anni), Filippo Illuminati (13 anni), Pasquale Formisano (17 anni) e Mario Menechini (18 anni) morti lottando contro la barbarie dei nazisti.

Qui c’è http://m.youtube.com/watch?v=GsWeETe52uM un filmato interessante.

(*) A mio avviso vale vedere (o rivedere) «Le quattro giornate di Napoli», girato nel 1962 da Nanni Loy. Il soggetto originale era di Vasco Pratolini; come scrive «Il Morandini dizionario dei film» ha qualche difettuccio – «alterna belle pagine a ridondanze retoriche – ma resta comunque uno dei migliori film italiani su quella Resistenza di popolo che la Dc (al potere) voleva a ogni costo cancellare dalla memoria.

Ricordo – per chi si trova a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 27 settembre avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
1388: Amedeo VII conquista Nizza; 1540: Paolo III approva «Compagnia di Gesù»; 1830: «Treaty of Dancing Rabbit Creek»; 1919: nasce Maria Lai; 1940: asse Roma-Berlino-Tokio; 1956: muore Calamandrei (già in blog); 1960: muore Sylvia Pankhurt; 1960: Christa Wolf inizia ad appuntarsi cosa accade in questo giorno; 1968: «Hair» sbarca a Londra; 1996: i taleban conquistano Kabul; 2004: Tanzi torna libero. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

 

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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