Scor-data: 28 agosto 1963

Il celebre (ma tradito dalla società statunitense?) discorso «I have a dream» di Martin Luther King compie 50 anni

di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici (presidente Anpi, sezione di Nova Milanese) (*)  

http://www.peacelink.it/pace/a/38947.html

http://www.peacelink.it/tools/author.php?u=437

“In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima” Martin Luther King

«In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste. Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima»: Martin Luther King

Il nome di Martin Luther King viene accostato a quello di Gandhi in quanto fu una delle più grandi e importanti personalità impegnate a realizzare e attualizzare i valori della pace e della nonviolenza nel mondo. Martin Luther King fu riconosciuto come apostolo instancabile della Resistenza Nonviolenta, paladino e riferimento degli ultimi, degli oppressi, degli emarginati, dei reietti, sempre in prima linea per i diritti di tutti gli esseri umani, nel superamento e abbattimento di ogni stereotipo e pregiudizio etnico, tramite il metodo della Resistenza Nonviolenta, quale arma più potente a disposizione degli oppressi nella lotta per la giustizia sociale e la dignità umana. «Io ho un sogno» sottintendeva l’attesa spasmodica che King coltivava da sempre, assieme a molte altre persone, perché ogni uomo venisse riconosciuto uguale a ogni altro, con gli stessi diritti e prerogative, contro ogni razzismo. Martin Luther King considerava l’egoismo un male distruttivo per l’essere umano. Affermava che una persona che non fosse pronta a morire per un ideale giusto e onesto, non potesse essere “pronta a vivere”, perché le qualità di un uomo si mostrano solo quando è necessario affrontare una situazione difficile, per cui il coraggio, sorretto dalla forza delle idee e della verità, può vincere ogni paura. Il pensiero di Martin Luther King si espresse criticamente sia contro il capitalismo selvaggio, sia contro il socialismo reale. Il capitalismo è fonte di libertà e ricchezza solo per alcuni, solo per una stretta minoranza, ma al contempo causa di impoverimento etico, spirituale e culturale perché produce gretto materialismo e consumismo sfrenato, così come il comunismo sovietico, comunque nato da giuste esigenze di uguaglianza, con l’imposizione totalitaria della dittatura, invece, distrugge la libertà individuale, con i mezzi del potere aberranti e crudeli.

Il “sogno” di Martin Luther King e di noi tutti è un mondo privo di ingiustizie, discriminazioni, di indifferenza, di odio e violenza nei confronti di chi è più debole e cerca accoglienza e aiuto, dove l’altro, il diverso, l’oppresso, l’emarginato possano riscattarsi da una condizione di subalternità e ghettizzazione, in nome della Nonviolenza e della forza degli ideali, sorretta dalla verità. L’uguaglianza di diritti e il valore della diversità dei caratteri umani sono presupposti cardine, imprescindibili contro ogni razzismo imperante, che ancora attualmente si impone nella nostra società, sempre più orientata a modelli egoistici di prevaricazione sull’altro, arroccata sulla violenza, anche tramite la schiacciante indifferenza. Il razzismo che irrompe ancora tramite il revanchismo delle nuove destre, sorretto dai perversi sistemi dell’alta finanza speculativa dei signori della guerra e dei mercanti di morte, con l’imposizione dei mitologemi della razza e dell’eroe, con le istituzioni di evidente matrice neofascista e neonazista, che prepotentemente prendono il sopravvento in questa nostra società, dove si ramifica il cancro della violenza, dell’egoismo, dell’individualismo, del consumismo sfrenato, dove si impone anche il capitalismo quale brutale potenza in grado di annientare ogni forma di rivendicazione di giustizia sociale e dignità umana. I principi valoriali della giustizia sociale sono appunto il cardine delle Costituzioni Antifasciste di tutti i Paesi che si sono opposti al regime, con la Resistenza al terrore nazifascista, e le Costituzioni che li sanciscono vanno salvaguardate da qualsiasi volontà aberrante e intenzione negativa di manipolazione revisionista, che vada contro il bene comune dell’umanità.

Note:

http://www.peacelink.it/storia/a/5433.html

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/pace/NotizieC_1377615025.htm

(*) Questo articolo è ripreso da Peacelink.

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

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