Scor-date: 1 novembre 1911

«E la Morte or ha le sue sementi», fra Gavotti e D’annunzio

di d. b. (*)  

Fra le glorie patrie è da annoverare il primo (pare) bombardamento aereo assoluto della storia. Una gloria che non so se definire poco invidiabile o semplicemente odiosa.

Il primo novembre del 1911, a poco più di un mese dall’inizio delle ostilità, cioè la proditoria aggressione dell’Italia all’impero ottomano (cosiddetta Guerra Libica), l’aviatore Giulio Gavotti lancia sulle truppe turche di stanza a Ain Zara tre bombe Cipolla, ordigni di un chilo e mezzo circa ognuna. Ne scaglierà poi una quarta, con grande soddisfazione dei suoi superiori che lo premieranno con la medaglia d’argento al valor militare, sull’oasi di Tripoli.

Quattro “bombette” in un solo giorno sono troppe per i miei gusti (anche perché le prime di una infinita serie, alla quale hanno aperto la strada); non abbastanza per i gusti più marziali di tanti che si gloriano del titolo di persone perbene. Tant’è che per placarsi hanno dovuto inventare le cosiddette “bombe intelligenti”, se mi passate l’oscenità; cioè “Bombe di Precisione”, in grado di uccidere chicchessia per purchessia motivo piaccia a chi ne dispone.

Italiani brava gente, si dice e mi limito a ripetere. Dubitando. Italiani brava gente? Chissà.

Proprio per parlare di questo mio dubbio ho voluto celebrare l’episodio, gloria nazionale. Per mettere in guardia chi sia disposto a dare ascolto. Perché un paese che ha prodotto e onorato un poeta, Gabriele D’Annunzio, in grado di scrivere i versi che qui sotto riporto, è molto dubbio possa fregiarsi di questo titolo senza arrossire.

 

e tu Gavotti, dal tuo lieve spalto
chinato nel pericolo dei venti
sul nemico che ignora il nuovo assalto!
Poi come il tessitor lancia la spola
o come il frombolier lancia la fromba
(gli attoniti la grande ala sorvola)
Anche la Morte or ha le sue sementi.
La bisogna con una mano sola
Tratti, e strappi la molla con i denti.
Di su l’ala tu scagli la tua bomba
alla subita strage; e par che t’arda
Il cuor vivo nel filo della romba…

E infatti questo Paese ha oggi un ministro della Difesa (?) e aspirante dannunziano-gavottiano che, in giugno, ha scandito: «Per amare la pace, armare la pace: F35 risponde a questa esigenza». Il suo nome è Mario Mauro e ogni tanto dà il suo parere anche sulle missioni umanitarie (con i cacciabombardieri F 35, suppongo).

Finire un post con D’Annunzio e Mauro è superiore alle mie forze. Così ricordo che di bombe presunte intelligenti come di italiani presunti brava gente si è parlato spesso in blog. Se posso darvi due consigli librari di partenza… Sven Lindqvist, «Sei morto!» ovvero «Il secolo delle bombe: labirinto con 22 ingressi e nessuna uscita» (edito da Ponte alle grazie nel 2001 e poi uscito in economica mi pare) e «Italiani, brava gente?» di Angelo Del Boca (sottotitolo: «Un mito duro a morire») pubblicato da Neri Pozza nel 2005.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 1 novembre fra l’altro avevo ipotizzato: 1478: Sisto IV autorizza Isabella a nominare inquisitori (il capo sarà Torquemada); 1755: devastante terremoto a Lisbona; 1884: si decide di segnare la longitudine rispetto al meridiano di Greenwich; 1885: enciclica reazionaria di Leone XIII; 1907: muore Alfred Jarry; 1938: giorno-clou di «Sotto il vulcano» di Lowry; 1944: primo documentario sui lager nazisti; 1946: nuovo stragismo mafioso in Sicilia; 1950: Chuck Cooper rompe la barriera del colore nel basket; 1956: l’Ungheria esce dal Patto di Varsavia; 1962: esordio per «Diabolik»; 1969: primo numero di «Lotta Continua» alla Fiat; 1986: incendio alla Sandoz di Basilea; 1997: tutti assolti per la Moby Prince. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

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