Scordata: 12 maggio 1977

Così si uccideva al tempo di Kossiga

di d. b. (*)  

A Giorgiana
… se la rivoluzione d’ottobre
fosse stata di maggio,
se tu vivessi ancora,
se io non fossi impotente
di fronte al tuo assassinio,
se la mia penna fosse un’arma vincente,
se la mia paura esplodesse nelle piazze,
coraggio nato dalla rabbia strozzata in gola,
se l’averti conosciuta diventasse la nostra forza,
se i fiori che abbiamo regalato alla tua coraggiosa vita
nella nostra morte diventassero ghirlande
della lotta di noi tutte, donne,
se ….
non sarebbero le parole a cercare d’affermare la vita
ma la vita stessa, senza aggiungere altro.

 

Questa è la lapide che sul ponte Garibaldi a Roma ricorda Giorgiana Masi, assassinata il 12 maggio 1977. Non si è voluto cercare il suo assassino perché quasi certamente era tra le forze del cosiddetto “ordine” e in particolare fra quegli agenti che – come Giovanni Santone, ritratto in una celebre foto – si mimetizzarono tra i manifestanti e spararono (da una parte e dall’altra probabilmente, cioè anche contro i loro “colleghi” per aumentare il kaos). Grazie a un filmato e a molte testimonianze – raccolte poi in un libro bianco dal Partito Radicale – si ebbero le prove che i poliziotti infiltrati andavano a prendere ordini e forse a rifornirsi di proiettili in mezzo a riconoscibili funzionari i quali però furono “salvati” da Francesco Kossiga – era Cossiga all’anagrafe ma la K, quella dell’Amerika del Ku Klux Klan, gli spetta – che era allora ministro dell’Interno. Negli anni successivi più volte Kossiga ammise che infiltrare agenti provocatori era una pratica abituale e in un’intervista al «Corriere della sera» del 25 gennaio 2007 si vantò di essere «una delle 5 persone a conoscenza del nome dell’assassino» di Giorgiana. Se non è una rivendicazione questa… eppure quasi nessuno gliene chiese conto. Del resto nel 1977 Kossiga era appoggiato dal Pci e poi la “sinistra” lo volle presidente della repubblica nonostante la sua storia nella quale spicca fra l’altro Gladio, l’organizzazione segreta para-militare (legata ai servizi segreti Usa) che fra l’altro avrebbe dovuto preparare un golpe se nei primi anni del dopoguerra le sinistre avessero vinte le elezioni.

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 12 maggio avevo ipotizzato in primo luogo in post per raccontare che in America Latina è il giorno dedicato alla schiava Anastasia e poi questi altri rifetimenti storici: 1588: barricate a Parigi, il re fugge; 1820: nasce Florence Nightingale; 1918: nasce Julius Rosenberg; 1933: in Germania vietato «Il testamento del dottor Mabuse»; 1949: l’Urss mette fine al blocco di Berlino; 1973: muore Monika Ertl; 1996: Madeleine Albright dichiara che i bambini morti in Irak sono «un giusto prezzo da pagare»; 2007: la farsa tutta italiana del «Family Day». E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

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