Se un fattarello in Nebraska svela il mondo

«Varie ed eventuali – 9»: torna Clau-d’Io e, dopo aver citato Rossini, si agita fra il borotalco pericoloso e i guasti sospetti

 

C’è del nuovo e c’è del buono. Il nuovo non è buono e il buono non è nuovo (Gioacchino Rossini).

La Johnson & Johnson viene data in crisi a causa del borotalco che commercializzava. Nel 2016 circa 100.000 cause e quasi un milione di dollari di danni pagati. Provoca il cancro e visto che le donne lo utilizzavano in zone intime esterne, i tumori sono ovarici: insomma buon 8 marzo.

Lo stato del Nebraska cercherà di far passare una legge per la LIBERALIZZAZIONE DELLE RIPARAZIONI. Mi spiego. E’ lo stato del mais. Hanno macchinari agricoli costosissimi ma le case produttrici, esempio la John Deere, impediscono che si possano riparare in autonomia o attraverso officine non legate al marchio. Le lobbies delle più grandi aziende statunitensi, capitanate dalla Apple (ha già un contenzioso su questo problema) si sono precipitate a sostenere la NON LIBERALIZZAZIONE. Le motivazioni che provano a far passare sono le più disparate: sicurezza, ecologia – ?! – più le ovvie varie ed eventuali. Un deputato riporta che secondo le case non si può intervenire su un trattore, spesa minima 500.000 dollari, perché non è di loro proprietà ma ne hanno “il solo uso”.. Lo stesso che dichiarano le case sw quando accetti le condizioni di attivazione. Ne hai il solo diritto all’uso, non è di tua proprietà.

Se passa, ma la vedo dura, si apre un crepone negli utili di moltissime aziende. La percentuale degli utili che derivano dalla voce RIPARAZIONI sfiora il 90%.

Total Cost of Ownership (TCO), costo totale di proprietà o costo totale di possesso, è un approccio utilizzato per calcolare tutti i costi del ciclo di vita di un’apparecchiatura informatica IT, per l’acquisto, l’installazione, la gestione, la manutenzione e il suo smaltimento. (RAEE).

La voce acquisto è la minore. Qui è riferito all’informatica, ma ha valore per tutte le apparecchiature con componenti HW & SW.

Vendo a 100 HW & SW ci guadagno circa il 10% e se va bene.

Poi chi ha acquistato deve spendere altri 100 di SERVIZI, dove ci guadagno 90.

Per cui se si liberalizza il mercato di intervento/riparazione/aggiornamento, se ne vedono delle belle.

Nel campo dell’informatica è poi ancora peggio. Io, un trattore con un piccolo guasto, forse riesco a ripararlo, ma dove c’è del sw … nada. Le competenze, gli schemi tecnici, l’accesso libero al sw, se li tengono loro e ben stretti. Guadagnano solo sui problemi che, spesso, creano loro. Antivirus, firewall, antispam e compagnia danzante? Esistono perché “qualcuno” è interessato a creare un mercato. Vi siete accorti che ora non si parla più di virus informatici ma di intrusioni o altro? Porca vacca, pensate sia difficile fare un sw che non possa essere attaccato? Facilissimo, ma stranamente sono attaccati solo i sw più diffusi, quelli su piattaforma Windows. Quelli su Apple poca roba e supiattaforme free come Linux … nada.

Come nei farmaci. Prima ti creano il problema, poi ti vendono la soluzione. Il colesterolo ha avuto, come termini minimi e massimi, una variazione quasi magica.

Sono donatore di sangue e da decenni. Nel corso degli anni i parametri si sono abbassati. Se prima un 240 non era poi così male ora se non sei a 200 o meglio ancora a 190 sei praticamente morto.

 http://www.albanesi.it/salute/colesteroloabbaglio.htm

… Non si citano i dati e cioè che a 200 mg/dl il rischio è lo 0,14% e che a 250 è lo 0,17%! Sempre dallo stesso articolo sui grassi saturi: l’altro famosissimo studio (Multiple Risk Factor Intervention Trial, MRFIT) cercò di correlare il rischio cardiovascolare al livello di colesterolo di 362.000 uomini e trovò che le morti annuali erano leggermente inferiori allo 0,1% con livelli di colesterolo sotto ai 140 mg/dl e circa lo 0,2% per livelli sopra i 300 mg/dl. Questo bastò per far dire al dott. La Rosa dell’American Heart Association che la curva di rischio inizia a flettersi decisamente a 200 mg/l, mentre in realtà la “curva” è una retta che non mostra nessun punto critico. Matematicamente ciò significa che abbassare di 32 mg/dl i livelli di colesterolo (forse il massimo di quello che si riesce a ottenere con l’alimentazione!) abbassa il rischio di morte dello 0,02%

Questa settimana «Internazionale» titola su «La fine dei fatti»: ma allora le notizie sono tutte vere, tutte false, mezze vere e mezze false? Boh!

LE DUE VIGNETTE – scelte in redazione – sono di VINCENZO APICELLA

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Clau-d’Io tiene a precisare che, malgrado pesi 90 chilogrammi e sia alto 173 centimetri e abbia mangiato e bevuto senza ritegno tutto quanto di proibito c’è, per decenni e tuttora il suo livello di colesterolo è sempre stato molto costante. Dai 190 ai 210, quello cattivo, di quello buono non ne parliamo neanche. Me lo hanno fatto notare, in un grafico, all’AVIS.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *