Siamo sul pesante! Che c’entra il peso?

di Fabrizio (Astrofilosofo) Melodia

Nel 1985, nelle sale italiane, fu proiettato il primo capitolo di una pellicola che fece storia, un sapiente mix di commedia all’americana e fantascienza: «Ritorno al futuro» (“Back to the future”) per la regia di Robert Zemeckis.

In un batter d’occhio, concetti chiave come paradosso temporale, flusso canalizzatore, teoria della relatività ristretta e allargata diventavano di pubblico dominio, mentre in sala si rideva delle gesta dello sfigato studente Marty McFly (interpretato da un magistrale Micheal J. Fox) e del suo amico inventore strampalato Emmett Brown, inventore di un motore capace di viaggiare nel tempo.

E’ proprio a causa della sua invenzione che Marty viene convocato da Doc Brown alla sera in un parcheggio di un supermercato. Deve mostrargli la sua meravigliosa invenzione, un’automobile DeLorean capace di viaggiare avanti e indietro nel tempo a proprio piacimento.

Marty è a dir poco esterrefatto, ma non può che riconoscere la folle genialità del suo amico per essere riuscito a realizzare il sogno che coltivava dal 1955, quando, battendo la testa sul lavello, ebbe la visione del flusso canalizzatore, il marchingegno che permette il balzo nel tempo.

L’unica controindicazione significativa è che l’energia richiesta è quella di una reazione nucleare ottenibile con una barra di plutonio, che Doc Brown ha sottratto ad alcuni terroristi libici nazionalisti, non tenendo conto della possibile reazione infastidita di questi simpatici personaggi.

Marty McFly non riesce a credere ai proprio occhi, ripensa alla sua vita sfigata, ai problemi della sua disastrata famiglia, al padre codardo George McFly tiranneggiato dal suo ex compagno di scuola teppista Biff Tannen. Gli passa per la testa di seguire Doc Brown nelle sue scorribande per il tempo, ma ha una fidanzata alla quale tiene moltissimo e non vuole lasciarla.

A far precipitare gli eventi, ci pensano proprio i terroristi, i quali hanno ritrovato Doc Brown, con la chiara intenzione di ucciderlo.

Sotto lo sguardo addolorato e spaventato di Marty, Doc Brown viene crivellato da una scarica di mitragliatore, dandosi poi alla fuga con la DeLorean, non avvedendosi che i circuiti del tempo sono inseriti e tarati per raggiungere il 1955.

Superate le fatidiche 88 miglia all’ora, velocità necessaria per permettere la reazione temporale al flusso canalizzatore, il fuggitivo Marty McFly si ritrova per l’appunto a Hill Valley, la sua città, nel 1955, senza carburante nucleare per il ritorno.

Inoltre, aggirandosi spaesato in un luogo a lui alieno, fa la conoscenza dei suoi genitori, prima di suo padre e poi di sua madre.

Quest’ultima s’innamora del figlio proprio quando Marty salva suo padre dall’essere investito dall’automobile del nonno, evento che avrebbe portato i suoi genitori a conoscersi e a sposarsi.

Marty alla fine riesce a ritrovare il Doc Brown di quel tempo e a convincerlo della propria identità di uomo venuto dal futuro.

Elaborano insieme un piano geniale, per la reazione nucleare canalizzeranno un fulmine che avrebbe colpito proprio tra sette giorni l’orologio del municipio di Hill Valley.

Disgraziatamente Marty ha cambiato il corso della storia, sua madre non sposerà suo padre: lui è condannato a sparire.

Nel tentativo di rimettere le cose a posto, Marty contribuisce alla crescita personale di suo padre, aiutandolo a trovare la fiducia in se stesso. Nel momento fatidico, durante il ballo di fine anno, George difende la madre di Marty dalle violenze di Biff, mandandolo disteso al tappeto.

Prima di tornare al suo tempo, Marty fa un estremo tentativo di salvare Doc Brown, scrivendogli una lettera in cui lo avverte della sua morte.

Doc non la legge nemmeno, strappandola con violenza.

Marty, poco prima di compiere il balzo, riprogramma la macchina del tempo in modo da tornare dieci minuti prima, per avvertire il suo amico. Però non riesce ad arrivare in tempo: Doc viene ucciso ma… avvicinatosi al suo amico, Marty si rende conto che è vivo e vegeto. Gli mostra la lettera ricomposta pazientemente e il giubbotto anti-proiettile che aveva indossato sotto la tuta anti-radiazioni.

Una commedia fantascientifica ben scritta e superbamente girata, con un cast d’eccezione che ha reso la figura della macchina del tempo un archetipo collettivo ben strutturato nell’immaginario di tutti gli spettatori.

C’è tutto, a dir poco, un’autentica enciclopedia.

Il paradosso temporale detto di “coerenza” implica tutta una serie di speculazioni armoniosamente risolte dal viaggiatore. Infatti come sarebbe possibile per Marty essere cancellato dall’esistenza per aver impedito ai suoi genitori di sposarsi, quando deve continuare a esistere in virtù di questo viaggio? E chi può dire che non sia cosi che sono andate effettivamente le cose?

Si potrebbe presupporre che il viaggiatore Marty McFly sia una specie di Mr. Destino in piena attività: crea universi alternativi e perfettamente armonizzati, impedendo al continuum in cui opera di collassare su se stesso.

In altre parole, il Marty McFly del 1985 continua a esistere in virtù del fatto che grazie a quel viaggio nel tempo i suoi genitori si sono innamorati e che suo padre trova la via per realizzare i segretissimi sogni di scrittore di fantascienza.

Universo parallelo alternativo oppure nuova realtà trasformata? In precedenza, Marty McFly aveva ricevuto una lavata di capo per indisciplina dal preside del liceo, secondo cui mai la sua famiglia ha contato qualcosa nella Storia del paese. Marty aveva replicato che la Storia sarebbe cambiata, ed è quello che ha fatto, tenendo a mente i consigli che il padre gli dava nella sua realtà.

Non c’è che dire, un’affermazione chiara di quanto il tempo sia qualcosa di talmente costituente la nostra stessa natura da essere assolutamente inconoscibile, in quanto non provabile allo stato dei fatti. Esso è un qualcosa di circolare ed eterno, che crea e ricrea se stesso cambiando la propria composizione interna.

Una perfetta lezione di spazio, tempo e umanità.

Sotto altri punti di vista, nel film la fantascienza analizza proprio l’impatto di questo marchingegno sulle vicende umane di persone viste come reietti e diseredati dal destino, un fato davvero poco pietoso e riguardoso nei riguardi dei perdenti. La voglia di riscatto di Marty McFly lo porta dunque a fronteggiare le ombre del passato della sua famiglia, per emergerne completamente trasformato come suo padre.

Alla fine, la dialettica padre e figlio si risolve in un aiuto reciproco e solido, mettendo in luce quanto spesso i rapporti familiari possano essere rovinati da stereotipi e regole stantie.

Il Destino non è già scritto per nessuno e la libertà è sempre nelle nostre mani: in qualunque momento possiamo scegliere chi vogliamo essere, quali sogni seguire e le responsabilità che ci assumiamo, in piena libertà.

Viaggiando nel tempo e nello spazio, la fantascienza mostra come l’animo umano sia qualcosa di sovratemporale, paradossale e imprevedibile, e di come un piccolo evento possa provocare una reazione a catena simpatica e imprevedibile.

«Siamo sul pesante» commenta Marty McFly. «Che c’entra il peso?» risponde Doc Brown.

 

 

Redazione
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