Dal “Commodities Consensus” al “Decarbonization Consensus” / 1

di Breno Bringel, Maristella Svampa (*) Viviamo in un momento decisivo, caratterizzato da un elevato livello di fragilità e incertezza di fronte all’emergenza climatica e ai molteplici rischi globali e possibili risvolti futuri. La narrativa di stabilità, governabilità nazionale e governance globale creata negli ultimi decenni da attori egemonici si è sbriciolata: prima con la crisi del 2008 e poi

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La posta in gioco

di Alexik “You don’t need a weatherman to know which way the wind blows”. (Bob Dylan, Subterranean Homesick Blues.) Sabato prossimo migliaia di persone marceranno contro le Grandi Opere Inutili e Imposte e per il diritto al clima. Scenderanno in strada a Parigi come a Torino, Padova, Melendugno, Venosa e Niscemi. L’appuntamento dell’otto dicembre, nato in Valsusa come anniversario della liberazione di Venaus e poi assunto come data simbolo dei movimenti contro

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Unicredit e le altre. La finanza e il clima

di Luca Manes (*) Sì, c’è anche Unicredit, sebbene al trentesimo posto, molto indietro ai colossi di Bank of China, China Construction Bank e JP Morgan Chase, nella classifica mondiale delle banche nemiche del clima che finanziano come nulla fosse il settore dei combustibili fossili. Nel triennio 2014-2016, hanno concesso oltre duemila miliardi (290 per progetti legati agli extreme fossil

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