Pacifismo punto a capo

Viviamo in un clima di guerra con un aumento del numero di conflitti, delle vittime e delle spese militari. Con un ritorno dell’incubo di genocidi, di bombe atomiche e lo spettro di una terza guerra mondiale. Di fronte a questo scenario occorre ripensare e aggiornare le riflessioni e le pratiche politiche del pacifismo. Un elenco di segnavia per cominciare, curato

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Dal “Commodities Consensus” al “Decarbonization Consensus”/2

di Breno Bringel, Maristella Svampa Continua da qui. Continuità e rotture tra i tre “consensus” capitalisti Se durante la Guerra Fredda l’immaginario geopolitico egemonico parlava di un mondo bipolare, diviso in due blocchi ideologicamente polarizzati, a partire dalla caduta del Muro di Berlino ha cominciato a forgiarsi un immaginario geopolitico egemonico basato su consensi capitalisti globali. Se osserviamo il “Decarbonization

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Natale 1924: nascita della psicosi consumista

di Gianluca Ricciato   Come scrive Wikipedia: “I principali produttori europei e statunitensi di lampade ad incandescenza del tempo si riunirono a Ginevra, il 23 dicembre 1924, firmando il Cartello Phoebus con un termine ideale per il 1955. Tuttavia la seconda guerra mondiale fece saltare l’accordo nel 1939. All’epoca del cartello esistevano diversi tipi non standardizzati di lampadine, per forma, incastro, tensione,

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