Teatro: il premio Ubu a Is Mascareddas

“Teatro di figura, burattini e marionette”  per piccoli e grandi. Sardissimo ma da 40 anni in giro nel mondo. La “bottega” si rallegra e ospita un articolo di Walter Porcedda.

Is Mascareddas hanno vinto il Premio speciale UBU 2023.[i][ii]

 

Is Mascareddas si definiscono “ Teatro di figura, burattini e marionette”, e lavorano, a Cagliari e in giro per il mondo, da oltre 40 anni. Non solo portando in giro i loro spettacoli, per bambini e/o per adulti, ma organizzando festival, laboratori, animazioni. Partecipando ad eventi di carattere sociale e politico alla loro, splendida, maniera. Costruendo creature in materiali vari che sopravvivono oltre il loro utilizzo “spettacolare”, e non è un caso che nel 2022 siano state sottoposte a “ dichiarazione di interesse storico, artistico demoetnoantropologico”  da parte della Soprintendenza di Cagliari.

Is Mascareddas – Donatella Pau e Tonino Murru – sono anche molto amici, da decenni, di alcuni componenti la redazione di questo blog. Qualcosa potete leggere e vedere qui «Venti contrari», capolavoro di Is Mascareddas e qui Due burattini al bar… Per cui il nostro giudizio potrebbe essere viziato e ritenuto non imparziale. Allora lasciamo che a raccontare di questo premio e di questo gruppo sia un autorevole critico teatrale, Walter Porcedda.

 

PREMIO UBU a IS MASCAREDDAS

Walter Porcedda

Attenzione è necessario fare un preambolo per i poco informati o is pagus bissius, che nella nostra terra abbondano assieme alle imprecisioni e all’ignoranza che-sempre in terra nostra- spesso sono pari all’invidia. Un sentimento maledetto, una matta mala da estirpare.

Intzandus, fueddaus de Ubu. Si, il premio più prestigioso e titolato in Italia inventato quasi mezzo secolo fa per la scena teatrale da un critico e intellettuale che è stato un mio Maestro: Franco Quadri.

Chi scrive è un referendario di vecchia data. Primo. Non esiste un Premio Ubu di serie A o di serie B. Esiste il Premio Ubu e basta. Cioè, quello che in un anno la giuria decide di attribuire nelle diverse categorie. La giuria attualmente conta di settanta membri tra critici e studiosi di teatro: sono peggio di noi sardi, una conca, centu berrittas. Spesso, infatti, è quasi un miracolo mettere insieme giudizi uguali o simili per attribuire un Premio che, va ricordato, dopo una prima manche è seguito da un ballottaggio che punta sui più votati per attribuire il premio. Premio che è una cartina del tornasole perfetta per capire e leggere orientamenti del momento sia della scena che della critica.

Infatti, al di là del Premio finale è assai utile leggere le decisioni dei giurati precedenti al ballottaggio che danno molte informazioni in più sullo stato dell’arte del teatro.

Come tutte le votazioni anche il Premio Ubu, risente e mette in luce differenze e diversi schieramenti in campo. Accade in politica, accade in teatro. Non si pensi al mondo della critica come qualcosa di compatto. L’Ubu costringe ciascuno a fare l’esame di coscienza e così rendere pubblica la propria visione dell’arte.

Ogni Premio, quindi, è importante ed è preceduto da una trafila lunghissima, nel senso che sia gli spettacoli che le poetiche dei candidati devono essere portati alla conoscenza del più alto numero di giudici: il che spesso non accade. Scrivo questo elementare concetto per spiegare quanto possa essere difficile per una compagnia o un teatrante che viene da situazioni periferiche farsi conoscere, stimare e addirittura imporsi con una maggioranza di voti. E questo è il caso de Is Mascareddas, prima compagnia sarda in assoluto ad avere conquistato un Premio Ubu prestigioso nella sezione degli Speciali.

Alto là. Qualcuno dice che esiste il caso di “Macbettu” . No. Non è la stessa cosa. Con “Macbettu”, spettacolo straordinario, regia di Alessandro Serra impeccabile che ha ambientato il dramma di Shakespeare in una antica Sardegna, il premio Ubu è andato allo spettacolo (prodotto a suo tempo da Sardegna Teatro, anche grazie ai buoni uffici, è giusto ricordarlo, della direttrice artistica del Cedac, cioè Valeria Ciabattoni che si è adoperata per far riuscire una operazione di alto valore culturale e teatrale). Lo spettacolo è stato visto in mezzo pianeta ricevendo lodi e plausi, facendo conoscere il nome della Sardegna ai quattro venti. Benissimo. Ma qui è differente. Si parla del lavoro di una compagnia che per una vita, oltre quaranta anni sempre dedicati alla ricerca, ha allestito spettacoli, costruito una solida fama e rispetto per la incredibile capacità tecnica e manuale di lavorare con una forma teatrale che in Sardegna non era mai stata praticata prima. Tonino e Donatella hanno regalato alla Sardegna il teatro di Figura, una delle forme di rappresentazione più sofisticate e raffinate al mondo.

Il PREMIO UBU a IS MASCAREDDAS è andato alla compagnia. L’unica esistente in Sardegna che avesse i numeri per conquistarlo. E non solo per il teatro di figura. Questa formazione è rimasta per tutta la sua storia artistica -vergogna imperitura dei politici che si sono alternati tra Regione e Comune di Cagliari – senza una sede stabile, un luogo simile a una casa per le loro marionette e burattini, un posto dove insegnare ad altri giovani l’arte del teatro.

Il PREMIO UBU ha così ristabilito certezze sull’arte e verità. Is Mascareddas è realtà artistica tra le migliori d’Italia. E assolutamente a proprio agio all’estero dove sono conosciuti, rispettati e stimati. Ma non nella propria terra. Dove tuttora arrancano e fanno sacrifici enormi per produrre un proprio lavoro e portarlo in tournée grazie a un piano di risorse ridicolo.

Sarebbe pure giunta l’ora di fare un atto di giustizia e riconoscere fino in fondo il valore di questa compagnia. Magari assicurando una sede propria e una quota adeguata di risorse economiche che consenta loro di andare avanti e produrre ancora opere capolavoro come Venti Contrari, che solo un mese fa, in un teatro sold out all’Akropolis di Genova ha chiamato i teatranti più e più volte sommergendoli di applausi e affetto.

Questa la motivazione del loro premio:

“Per gli oltre 40 anni di lavoro nel teatro di figura, che Tonino Murru e Donatella Pau hanno sempre pensato – fra tradizione e innovazione – al pari e al crocevia degli altri linguaggi performativi e artistici, diffondendo tale visione scenica tout public a partire dalla Sardegna, n tutta Italia e nel mondo attraverso progetti via via più sperimentali. Per il loro spazio-museo, che custodisce una biblioteca sul teatro d’animazione fra le più significative in Europa e una straordinaria collezione di marionette e burattini, nel 2022 posta sotto tutela dalla Soprintendenza. Soprattutto, per l’impegno politico e di pensiero, oltre che poetico e artistico, e per la tenacia della resistenza portata avanti in condizioni non sempre facili dal 1980 dentro e fuori il palcoscenico”.

Così hanno spiegato in parole semplici e dirette il loro impegno quotidiano nel campo dell’Arte e del teatro. Così dicono Is Mascareddas:

«I nostri sono 43 anni di impegno in un teatro che in Sardegna non si sapeva bene cosa fosse: il teatro di animazione. Burattini e marionette sono patrimonio del teatro in Italia da oltre un secolo, ma nella nostra isola non esisteva tradizione. Non esistono da noi famiglie d’arte, non ci sono caratteri né maschere. Anche per questo il riconoscimento che ci viene assegnato rappresenta un grande onore. Noi abbiamo umilmente osservato, appreso e sicuramente “rubato” dal patrimonio mondiale del teatro di marionette, per creare un lavoro teatrale tutto nostro, sempre convinti della grande forza espressiva del teatro di figura. L’abbiamo indagato in tutte le forme alla ricerca di nuove drammaturgie e dedicandoci a pubblici diversi».

Walter Porcedda [i]

Il premio sulla stampa

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Is Mascareddas

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https://www.youtube.com/Is%20Mascareddas

https://www.youtube.com/watch?v=GjKw35oAq7I  Venti contrari

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[i] https://www.facebook.com/walter.porcedda

 

 

[i] http://www.ubuperfq.it/fq/index.php/it/

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[ii] vince il . Ritira il premio Donatella Pau.

Per gli oltre 40 anni di lavoro nel teatro di figura, che Tonino Murru e Donatella Pau hanno sempre pensato – fra tradizione e innovazione – al pari e al crocevia degli altri linguaggi performativi e artistici, diffondendo tale visione scenica tout public a partire dalla Sardegna, in tutta Italia e nel mondo attraverso progetti via via più sperimentali. Per il loro spazio-museo, che custodisce una biblioteca sul teatro d’animazione fra le più significative in Europa e una straordinaria collezione di marionette e burattini, nel 2022 posta sotto tutela dalla Soprintendenza. Soprattutto, per l’impegno politico e di pensiero, oltre che poetico e artistico, e per la tenacia della resistenza portata avanti in condizioni non sempre facili dal 1980 dentro e fuori il palcoscenico.

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