Un’anima in archivio: Mimì Pecci Blunt fra…

… mecenatismo e incontri con le avanguardie artistiche. In mostra fino al 17 dicembre.

di Antonella Bergamin

Fino al 17 dicembre 2023 è visitabile presso la Villa Reale di Marlia, a Capannori, a pochi chilometri da Lucca, una piccola ma pregevole mostra-installazione dedicata a Anna Laetitia, detta Mimì, Pecci Blunt. Trovandosi nella bellissima città toscana, e avendo a disposizione un paio d’ore supplementari, è del tutto consigliabile una puntata in questa bellissima villa circondata da un vasto e ben curato parco. La mostra dal titolo Mimì. Anna Laetitia Pecci Blunt: la sua anima in un archivio. La vita, gli appunti e le immagini è curata da Roberta Martinelli, presidente dell’associazione “Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana”, mentre le ricerche storiche e i testi sono di Simonetta Giurlani Pardini, il progetto di allestimento è di Beatrice Speranza e il video ritratto è di Giulia Vannucci. Allestita nelle ex-cucine, dove i Pecci Blunt organizzavano le loro feste, l’esposizione attinge all’archivio conservato presso la Villa, che comprende quaderni, lettere, fotografie, ritagli di giornali e riviste dedicati all’intensa attività artistico-culturale ospitata in questo luogo per volere della mecenate. L’archivio costituisce, insomma, una vera e propria autobiografia nella quale Mimì si racconta come protagonista della vita mondana internazionale ma ancor più come mecenate impegnata a sostenere le nuove tendenze culturali e le avanguardie artistiche. Tra i personaggi riconoscibili nelle immagini in mostra, Salvador Dalì, Sergej Djagilev, Alberto Moravia, tra i tanti.

La mostra, voluta dagli attuali proprietari di Villa Reale di Marlia, Henric e Maria Grönberg, celebra il centenario dell’acquisto di Villa Reale da parte dei conti Pecci Blunt e la determinazione di Mimì, che convinse il marito Cecil ad acquistarla nel 1923 per farne la propria residenza estiva e un luogo ospitale per gli artisti e i letterati frequentati a Parigi e a Roma.

Edificata in origine come fortilizio del duca di Tuscia in epoca alto medievale, fu successivamente trasformata in palazzo signorile a due piani e poi demolita probabilmente del tutto per realizzare una costruzione in stile tardo-rinascimentale intorno alla metà del Seicento. Successivamente, tra il 1806 e il 1814, la Villa fu proprietà della Principessa Elisa Bonaparte Baciocchi. E Mimì, proprio per rispettare l’identità napoleonica conferita all’architettura dalla principessa, acquistò arredi originali del Primo Impero e la utilizzò con lo stesso spirito mecenatesco della precedente proprietaria.

Mimì Pecci Blunt, nipote del pontefice, Papa Leone XIII, del quale è visibile nella Palazzina dell’Orologio una vasta collezione di memorabilia, era nata a Roma nel 1885 e, provenendo da una famiglia nobile, ricevette un’educazione che la portò a sviluppare un forte interesse per la cultura e l’arte, interesse che ebbe modo di mettere a frutto anche grazie al matrimonio con il ricco banchiere ebreo newyorchese Cecil Blumenthal, poi Blunt. Dagli anni Venti del Novecento, i coniugi animarono un importante salotto artistico e letterario a Roma da Palazzo Fani, di fronte all’Aracoeli, nel quale risiedevano. Qui organizzavano incontri e serata mondane alla presenza dei maggiori artisti e letterati dell’epoca. Sempre a Roma i Mimì Pecci Blunt fondò la Galleria della Cometa, che sarà attiva fino al 1938 quando, a causa delle leggi razziali approvate in Italia, Mimì e Cecil si trasferiranno a New York per rimanervi fino al 1947. Una volta rientrata in Italia, Mimì riprese la propria intensa attività di mecenatismo artistico e culturale, poi riconosciuta sia dallo Stato italiano con la Medaglia ai Benemeriti della cultura e dell’arte e poi da quello francese con la Legion d’Onore. Proprio a Marlia nel 1971 Mimì avrebbe concluso i suoi giorni.

FOTO di Nino Romeo

 

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