GRAN
(Roba del Pabuda…)
sul balcone, dalla terra
morbida e scura
d’un piccolo vaso
vien su
una specie di ortaggio,
vien su storto
apparentemente
cresce in fretta:
a occhio,
lo misuriamo:
giorno, per giorno
sigaretta dopo sigaretta.
oggi s’è provato
di fotografarlo
ma s’è acceso il led
color incendio
della macchinetta
ed è comparsa
una scritta intermittente
dentro il dispositivo,
proprio sopra la lente:
in lingua giapponese
elementare,
a tutti comprensibile,
diceva:
“ragazzi, ci spiace,
ma questa inquadratura
è letteralmente impossibile”.
la faccenda m’ha incuriosito
oltre misura
così, ho cercato informazioni
su quella malapianta strana
per una notte intera.
sull’enciclopedia britannica,
dopo ore di ricerche, paragoni
e confronti,
ho trovato un disegno a china
del seicento
che ritraeva un vegetale
al nostro del tutto somigliante:
un commento
molto più recente
(azzardo: tardo-novecentesco)
più o meno diceva:
“pianta moderatamente
pericolosa.
forse a causa dell’estrema timidezza,
reagisce a qualsiasi tentativo
di ritrarla:
in modi inattesi
e un con effetti sull’ambiente
circostante
pressoché inspiegabili”.
curiosamente, è catalogata
nell’archivio-inventario mondiale
delle piante e delle sementi
soltanto
col suo nome (davvero) volgare:
il “Gran Pirulo”.