Martino Zingarelli, un madonnaro contro l’ingiustizia

di Chief Joseph

È prematuramente morto il Madonnaro Martino Zingarelli.

Anche lui veniva da quella prolifica terra di Madonnari che sono le Puglie. Abitava a Taranto e girava il mondo in camper, dipingendo dove capitava, senza il paracadute di un lavoro sicuro.

Alla rassegna di Grazie (in provincia di Mantova) ha partecipato per pochi anni poi, stanco di una manifestazione che stava sempre più perdendo le sue peculiarità, se n’è andato, lasciando però il segno della sua significativa presenza. Infatticostituiva l’ideale e, nello stesso tempo, evidente e concreta continuazione dell’arte e del modo di vivere dei veri Madonnari. Univa, alle notevoli capacità formali compositive, una naturale predisposizione per lo scontro contro tutto ciò che egli riteneva ingiusto. Memorabile il dipinto realizzato nel 2012 e intitolato “Cimitero liquido”, che, con conchiglie, pane, e reti da pesca, denunziava le migliaia di profughi morti sulle coste italiane in questi anni.

Ora, Martino ha ritrovato l’amico “Straccetto” in quel piccolo-grande paese bianco dove la terra è un puntino quasi invisibile e dove può continuare a denunciare e lottare, addomesticando le nuvole.

Le nubi, memori di polpastrelli insanguinati dal rude asfalto e da selciati sconnessi, abbandoneranno la loro naturale propensione per il capriccio e diventeranno mansuete e docili: all’impercettibile tocco di Martino e cambieranno forma e colore, creando un meraviglioso affresco celeste.

E alla sera, dopo aver osservato i suoi capolavori, finalmente le sue labbra si schiuderanno in un sorriso e le sue gote si bagneranno delle trasparenti lacrime dei giusti, dei semplici e, soprattutto, di coloro che lottano.

L’IMMAGINE IN APERTURA è un dipinto di Martino Zingarelli sull’Ilva di Taranto che è stato pubblicato dal quotidiano il manifesto il 15 agosto 2012

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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