Roma: a proposito delle “pietre d’inciampo” divelte a Monti

Comunicato della «Rete romana di solidarietà con il popolo palestinese»

La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese esprime indignazione e dolore per il perfido e meschino gesto di divellere le “pietre di inciampo” poste nel quartiere Monti. Vi erano state collocate per rendere omaggio alle due famiglie ebree che da quel pezzo di città furono deportate dai nazifascisti per essere poi trucidate e perché la memoria di quella strage restasse impressa non solo nel selciato ma nella coscienza dei cittadini e delle cittadine romane per fare da argine all’antisemitismo.

Nel dichiarare il proprio disprezzo per gli autori del gesto, la Rete invita tutti e tutte a una vigilanza attiva per contrastare sul nascere ogni rigurgito di antisemitismo che può trovare facile esca nel clima di xenofobia presente di questi tempi nel Paese e manifesta la propria solidarietà a tutti i cittafini e a tutte le cittadine ebree di Roma, in particolare alle famiglie Di Castro e Di Consiglio per l’oltraggio recato alla memoria dei loro cari.

Roma 11 dicembre 2018.

IN “BOTTEGA” avevamo parlato delle “pietre d’inciampo” qui: La memoria è un inciampo?

LA VIGNETTA è di Mauro Biani

Redazione
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3 commenti

  • domenico stimolo

    “Un gesto vigliacco della feccia fascista”

    da Patria Indipendente http://www.patriaindipendente.it/

    Pietre d’inciampo rubate a Roma, la solidarietà dell’Anpi cittadina alla Comunità Ebraica. Per i partigiani capitolini il miglior deterrente per chi rivendica l’orrore è il rispetto delle leggi vigenti

    C’è un buco nero al posto delle 20 pietre d’inciampo in memoria delle famiglie Di Consiglio-Spizzichino e Di Castro che fino alla primavera del 1944 abitavano a Roma al civico 82 di via Madonna dei Monti, prima di essere state arrestate e uccise alle Fosse Ardeatine o nei campi si sterminio nazista. Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre sono state divelte e rubate. Uno scempio compiuto nell’anno in cui ricorre l’80° delle Leggi razziali italiane e a poche ore dal 70° della Dichiarazione universale dei diritti umani.

    “Un gesto vigliacco perpetrato dalla feccia fascista”, dichiara il comitato provinciale Anpi di Roma, esprimendo “il più profondo sdegno e stringendosi alla Comunità Ebraica romana”.

    Quei cubi di cemento con targa d’ottone, grandi e profondi 10 cm, come i sanpietrini che lastricano le strade del centro capitolino, erano stati posti proprio per ricordare l’orrore della persecuzione contro gli ebrei. Ognuno ha inciso il nome della vittima con le date di nascita, di arresto, deportazione e morte (se conosciute).

    Le mattonelle commemorative ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig nel 1992, e poi installate in tutta Europa (a Roma sono circa 200, istallate con il contributo dei discendenti delle vittime), ricordano ebrei, omosessuali, sinti, rom, testimoni di Geova, disabili fisici e mentali, oppositori del regime nazista e membri della Resistenza annientati dal progetto nazista . “Con tale gesto – continua l’Associazione cittadina di partigiani – i fascisti nostrani una volta di più rivendicano l’orrenda politica razzista nazifascista che portò ai campi di sterminio milioni di vittime innocenti e nel contempo vorrebbero cancellarne la memoria. Ma possono mettersi l’anima in pace. Non dimenticheremo, anzi la nostra memoria è più che mai viva e ricordiamo uno ad uno i nostri caduti e i loro carnefici”.

    Dopo la denuncia di Adachiara Zevi, presidente dell’Associazione culturale Arte e Memoria e curatrice del progetto “Pietre d’inciampo a Roma”, la Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per furto aggravato dall’odio razziale e i carabinieri continuano i rilievi per individuare i responsabili di un atto che ragionevolmente deve essere stato premeditato: non è facile sradicare quei piccoli macigni, servono attrezzi mirati e il rumore deve essere stato notevole nel silenzio notturno dello storico rione Monti, di fronte al colle del Quirinale. Se immediata è stata la solidarietà di esponenti parlamentari, oltre ai rappresentanti delle due Camere, del governo della Regione e di tante altre associazioni democratiche, quanto accaduto fa pensare che gli autori di azioni tanto vergognose ritengano di restare impuniti.

    http://www.patriaindipendente.it/wp-content/uploads/2018/12/pi-anpi.jpgL’Anpi Roma alla fiaccolata-sit in di lunedì sera, 10 dicembre, davanti al luogo dell’atto ignominioso

    “L’Anpi di Roma chiede alle autorità e alle Istituzioni che una volta per tutte si agisca secondo le leggi vigenti nei confronti degli autori di questi misfatti, nei confronti di tutte le organizzazioni di stampo fascista e razzista e che si rimuova la abusiva memoria di coloro che agirono fiancheggiando i nazisti nell’abominio del razzismo e che alcuni vorrebbero essere a nome di vie e di piazze, come ad esempio tal vile Giorgio Almirante, razzista mai pentito della prim’ora”.

    Intanto la sindaca Virginia Raggi ha annunciato di voler ripristinare velocemente le venti pietre d’inciampo trafugate disponendo il pagamento dei lavori necessari per realizzarne di nuove e posizionarle al loro posto.

  • domenico stimolo

    Chi erano gli uomini, le donne, i bambini romani ( sono cinque, di cui uno di diciotto giorni di vita nel momento dell’arresto) ricordati nelle “pietre di inciampo”? Persone “comuni”, travolte dalla furia atroce dei fascisti italiani sottostanti alla RSI e dei nazisti che occupavano Roma e l’Italia Centro-Nord. Deportati nei lager nazisti, uccisi nell’efferata strage delle Fosse Ardeatine.

    BREVE BIOGRAFIA DELLE VENTE PERSONE DI RELIGIONE EBRAICA – tutti strettamente imparentati tra loro – UCCISI DAI NAZIFASCISTI, VILIPESE E ANCORA MARTORIATI DAGLI INFAMI CHE AGISCONO NELL’ OSCURITA’. Con la depredazione delle 20 “pietre di inciampo”, virtualmente, le persone citate sono state nuovamente tormentate, gasate e bruciate nei lager, ammazzate e gettate nelle Fosse dell’eccidio romano.

    Franco Di Consiglio ( figlio di Salomone Di Consiglio e di Gemma Di Tivoli) : nato a Roma il 21/03/1927, arrestato a Roma il 21/03/1944, morto 24/03/1944- assassinato dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine ( Roma), assieme ad altre 335 persone.

    Virginia Di Consiglio ( figlia di Salomone Di Consiglio e di Gemma Di Tivoli): nata a Roma il 22/09/1923, arrestata a Roma il 21/03/1944, deportata, morta nel campo di sterminio di Auschwitz.

    Marisa Di Consiglio ( figlia di Salomone Di Consiglio e di Gemma Tivoli): nata a Roma il 18/02/1938, arrestata a Roma il 21/03/1944, deportata a sei anni, morta nel campo di sterminio di Auschwitz

    Graziano Di Consiglio ( figlio di Mosè Di Consiglio e di Orabona Moscato): nato a Roma il 13/03/1920, arrestato a Roma il 5/04/1944, deportato, morto nel campo di sterminio di Auschwitz.

    Rina Ester Di Consiglio ( figlia di Salomone Di Consiglio e di Gemma Di Tivoli): nata a Roma il 28/02/1934, arrestata a Roma il 21/03/1944, deportata, morta nel campo di sterminio di Auschwitz il 23/05/1944.

    Clara Di Consiglio ( figlia di Mosè Di Consiglio e di Orabona Moscato, moglie di Angelo Di Castro): nata a Roma il 17/11/1917, arrestata a Roma il 21/03/1944, deportata, morta nel campo di sterminio di Auschwitz.

    Giovanni Di Castro ( figlio di Angelo Di Castro e di Clara Di Consiglio): nato a Roma il 3/03/1944, arrestato a Roma il 21/03/1944 a 18 giorni dalla nascita, deportato il 21/03/1944, morto nel campo di sterminio di Auschwitz.

    Lina Di Consiglio ( figlia di Salomone Di Consiglio e di Gemma Di Tivoli) : nata a Roma il 26/07/1939, arrestata a Roma il 21/03/1944. Deportata a quattro anni, morta nel campo di sterminio di Auschwitz il 23/05/1944.

    Enrica Di Consiglio ( figlia di Graziano Di Consiglio e di Miriam Sciunnach, coniuge di Graziano Di Consiglio): nata a Roma il 23/12/1912, arrestata a Roma il 16/10/1943, deportata, morta nel campo di sterminio di Auschwitz.

    Angelo Di Castro ( marito di Di Consiglio Clara, padre di Giovanni Di Castro) : nato a Roma il 22/12/1917, arrestato a Roma il 21/03/1944, assassinato il 24/03/1944 dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine( Roma).

    Mario Marco Di Consiglio ( figlio di Graziano Di Consiglio e di Enrica Di Consiglio), nato a Roma il 18/07/1940, arrestato il 16/10/1943, deportato a tre anni, morto nel campo di sterminio di Auschwitz.

    Salomone Di Consiglio: nato a Roma il 20/02/1899, arrestato a Roma il 21/03/1944, morto il 24/03/1944- assassinato dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine ( Roma).

    Gemma Di Tivoli ( moglie di Salomone Di Consiglio): nata a Roma il 9/08/1898, arrestata a Roma il 21/03/1944, deportata, morta il 23/05/1944 nel campo di sterminio di Auschwitz.

    Mosè Di Consiglio ( marito di Orabona Moscato): nato a Roma il 25/01/1870, arrestato a Roma il 21/03/1944, assassinato dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine ( Roma).

    Orabona Moscato ( moglie di Mosè Di Consiglio): nata a Roma il 6/12/1879, arrestata a Roma il 21/03/1943, deportata, morta nel campo di sterminio di Auschwitz il 23/05/1944.

    Santoro Di Consiglio ( figlio di Salomone Di Consiglio e di Gemma Di Tivoli): nato a Roma il 23/09/1925, arrestato a Roma il 21/03/1944, morto il 24/03/1944 – assassinato dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine ( Roma).

    Cesare Elvezio Di Consiglio ( figlio di Salomone Di Consiglio e di Gemma Di Tivoli): nata a Roma il 10/11/1942, arrestata il 21/03/1944, deportata a due anni, morta nel campo di sterminio di Auschwitz il 23/05/1944.

    Leonello Di Consiglio , nato a Roma il 25/09/1906, arrestato a Roma il 11/05/1944, deportato, moro nel campo di sterminio di Auschwitz il 29/09/1944.

    Marco Di Consiglio ( figlio di Salomone Di Consiglio e di Gemma Di Tivoli) : nato a Roma il 15/05/1924, arrestato a Roma il 21/03/1944, morto il 24/03/1944 – assassinato dai nazifascisti alle Fosse Ardeatine ( Roma).

  • Raffaele Mantegazza

    Qualcuno all’estrema destra parla di “onore” e di “coraggio” e taccia gli altri (di solito i partigiani o noi dell’Anpi o chi soccorre i migranti) di vigliaccheria. Ecco, questi sono i gesti pieni di onore e di coraggio dei fascisti. Vili oggi come ieri e senza un minimo di dignità.

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