Scor-data: 3 febbraio 1988

La Camera dei Rappresentanti Usa respinge la richiesta di Reagan per altri 36 milioni di dollari ai Contras

di David Lifodi (*)

Il 28 luglio 1992 il quotidiano La Repubblica titolava trionfante: “Reagan finirà in tribunale per il caso Iran-Contras”. In realtà il “Grande Smemorato”, che per salvarsi dall’impeachment e dall’incriminazione aveva dichiarato che i finanziamenti alla Contra erano avvenuti a sua insaputa (un vero precursore, considerando quante volte abbiamo udito questa frase negli ultimi tempi…) era già sulla via del declino da un paio di anni. Il 3 febbraio 1988, quando lo scandalo Iran-Contras ormai era una cosa pubblica, la Camera dei Rappresentanti Usa aveva già respinto la richiesta di Reagan per ulteriori 36 milioni di dollari ai contrarevolucionarios.

L’economista Loretta Napoleoni, nel suo libro Terrorismo S.p.a. (Il Saggiatore, 2008), evidenzia che i costi per sostenere la Contra crescevano continuamente: per questo, Reagan e Bush padre dettero vita ad una vera e propria operazione segreta per la raccolta fondi controrivoluzionaria, questo soprattutto a partire dal 1984, quando il Congresso Usa aveva proibito il finanziamento alla guerriglia antisandinista, non disdegnando però di mettere lo zampino nella politica nicaraguense. Fu allora che Reagan raccolse donazioni significative da aziende e fondazioni statunitensi, oltre a compiere una serie di attività illegali che nel 1986 valsero agli Stati Uniti una condanna da parte della Corte Internazionale per “uso illegale della forza”. Lo scandalo Iran-Contras si sviluppò a partire dal biennio 1985-1986 secondo questo schema: la Casa Bianca vendeva illegalmente le armi all’Iran e i ricavi servivano per finanziare segretamente la Contra. Il presidente Reagan intendeva rovesciare il Frente Sandinista a qualsiasi costo, ormai era divenuta la sua ossessione, per questo insieme all’allora direttore della Cia, William Casey, e al colonnello Oliver North, studiarono un sistema per aggirare la norma del Congresso statunitense che impediva l’utilizzo di fondi pubblici per sostenere la Contra. North, Casey e il generale in pensione Richard Secord, incuranti che il conflitto con il Nicaragua rischiasse di propagarsi a tutto il Centroamerica, costituirono una società fittizia a Panama, la Udall Research Corporation, per acquistare un terreno necessario alla costruzione di un aeroporto militare nel vicino Costarica. Fu così che, nella località costaricense di Potrero Grande, Reagan aprì il cosiddetto Fronte Sud della Contra per tenere sotto tiro i sandinisti, con buona pace del Costarica e della sovranità del piccolo paese centroamericano violata apertamente. Non si trattava dell’unico oltraggio compiuto ai danni delle più elementari norme del diritto internazionale. Le armi che gli Stati Uniti vendettero all’Iran significarono un riavvicinamento con il regime di Khomeini attraverso la mediazione di Israele, che aveva consegnato quelle stesse armi agli Usa dopo averle sottratte ai palestinesi dell’Olp. I ricavi maggiori, per la Contra, vennero dalla vendita di missili anticarro e da quella di missili antiaerei ad alta quota. I principali responsabili di questa operazione, tesa ad aggirare il Congresso, al pari di quella chiesta alla Camera dei Rappresentanti per altri 36 milioni di dollari alla Contra, stavolta alla luce del sole, furono sempre negati dai principali responsabili di quella operazione. Il direttore della Cia William Casey, i consiglieri per la sicurezza nazionale Pointdexter e Mc Farlane, il segretario di Stato Schultz e il ministro della Difesa Weinberger hanno sempre negato che il presidente Reagan fosse a conoscenza del piano, nonostante sia stata ritrovata una minuta tra le carte private proprio nella casa dello stesso Weinberger in cui tutta l’operazione era descritta nei minimi dettagli. I Contras non godevano solo di finanziamenti occulti da parte del presidente Reagan e della sua più stretta cerchia dei collaboratori, ma si autofinanziavano anche mediante il traffico di droga, come emerse dall’inchiesta del giornalista statunitense denominata Dark Alliance: “il traffico di droga fu gestito da salvadoregni che destinavano i proventi al finanziamento dei Contras con la piena acquiescenza del governo federale e della Cia” . Quanto all’aeroporto costaricens,e costruito con il beneplacito del governo e della presidenza di quel paese, sarà letteralmente sabotato da Oscar Arias, insediatosi alla guida del Costarica nel 1986. Il presidente ordinò che la pista fosse riempita di sacchi di sabbia e che vi fossero scavate delle buche.

L’Irangate segnò un altro capitolo poco edificante della sporca guerra condotta dagli Stati Uniti in Centroamerica negli anni Ottanta.

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

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