Aforismi di Oscar Wilde – 7

A cura di Mauro Antonio Miglieruolo

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È assurdo dividere la gente in buoni e cattivi. Le persone o sono affascinanti o sono noiose.

(OW)

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C’è una seconda classificazione che ritengo valida, senz’altro più d’insegnamento che quella proposta da Wilde. È cioè la distinzione tra persone utili all’insieme sociale e quelle disutili: i parassiti che vivono magnificamente sulle spalle di coloro che lavorano in cambio di un salario che non garantisce neppure una vita di stenti. Ma da un Oscar Wilde appartenente al gruppo sociale dei primi, non si può certo pretendere si ponga spontaneamente dal punto di vista dei secondi. Operazione non facile per chiunque, particolarmente difficile per un figlio di “Sir”.

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Divenire spettatore della propria vita significa salvarsi dalle sofferenze della vita stessa.

(OW)

 

Che gran bel granchio ha preso il nostro caro Oscar Wilde! Il suo è il modo giusto per moltiplicare le sofferenze, non per allontanarsene. Diventare attore, questo sì potrebbe aiutare. Attore coraggioso però, attore capace di andare di là dalle indicazioni del regista, attento abbastanza e riflessivo al punto di saper interpretare le vere intenzioni dell’autore. Che poi sono le migliori rispetto al protagonista, la cui vita è costruita apposta per lasciare aperte via d’uscita di riscatto.

Vivere in pieno ciò che c’è da vivere, è l’unica possibilità di fare argine contro i possibili contraccolpi nascosti nella vita.

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L’originalità che chiediamo all’artista è l’originalità del trattamento, non del soggetto. Solo chi è senza fantasia inventa. Il vero artista è noto per l’uso che fa di ciò di cui si appropria ed egli si appropria di tutto.

(OW)

 

Concetto difficile da accettare per molti, ma vero. L’arte è un processo di forme, nel quale sono le forme a rappresentare il nuovo, essendo il contenuto, a parte i dettagli, sempre lo stesso (Giulietta/Romeo e Capuleti/Montecchi; le altre miserabili umane passioni e la lotta per assicurarsi la sopravvivenza: il pane del giorno dopo). Tuttavia se l’artista riesce a innovare anche dal punto di vista del contenuto, utilizzando i dettagli delle innovazioni negli usi e nei costumi, questo è motivo di ulteriore apprezzamento. Non è vero dunque che inventa chi è privo di fantasia. Lo è chi si dimostra incapace di dire le proprie invenzioni nelle forme nuove che tempi e contenuti richiedono.

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Sono sicuro che avrete un grande futuro di fronte a voi nel campo della letteratura […] perché mi sembrate un intervistatore molto incapace. Sono anche sicuro che scrivete poesie. Certamente adoro il colore del vostro cravattino. Addio.

(OW)

 

Crudele e determinato quando decide di esserlo, l’ordinariamente mite e accomodante Oscar Wilde.

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L’unico fascino del matrimonio è che rende una vita di sotterfugi assolutamente necessaria per entrambi i coniugi.

(OW)

 

È possibile che abbia ragione? Nella stragrande maggioranza dei casi ha ragione.

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Continuiamo a esporre le tappe salienti della vita di Oscar Wilde.

1896: morte della madre, che gli viene annunciata dalla moglie che va a trovarlo nel carcere in cui è rinchiuso.

1897: il 19 maggio viene rilasciato a Pentonville, dove è stato tradotto per evitare i giornalisti. In agosto rincontra Douglas con il quale il 20 settembre va a Napoli. In dicembre si trasferisce in Sicilia, sempre con Douglas.

1898: di nuovo a Napoli dove avviene la rottura con Douglas (gennaio). Il 19 febbraio esce La ballata del carcere, che verrà pubblicata senza il nome di Wilde. Pochi sono in Inghilterra disposti a avere a che fare con lui. Il 7 aprile muore la moglie Constance.

1899: esce in volume L’importanza di essere onesto. A luglio esce in volume Un marito ideale.

1900: torna in Italia, a Palermo, successivamente si reca a Roma. A giugno è di nuovo a Parigi, dove nell’ottobre subirà un’operazione all’orecchio. Muore all’Hotel d’Alsace il 30 novembre.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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