COSA CHIESE ANTONIO
di Pabuda
quando Gramsci
scrisse
la prima lettera
dalla galera
scrisse
alla signora Clara,
padrona di casa
dove stanza teneva:
prima di tutto
chiese scusa:
per i fastidi
del trambusto
cagionato
dalle scorrerie
dei birri neri
intorno al suo
arresto:
non erano inclusi,
davvero,
nell’accordo
d’inquilinato!
poi,
in quella lettera
rimasta conservata
(perché intercettata,
sequestrata
e al suo fascicolo
allegata,
quindi: mai recapitata)
chiese subito –
affamato – tre libri:
una grammatica
germanica,
un breviario di linguistica
e una divina commedia
in edizione economica:
(ché la sua copia
a qualche compagno
aveva prestata).
per mettersi
a studiare in cella:
il suo programma
primordiale!
tutta roba che
probabilmente
fece andare in bestia
i pupazzi fascisti
del tribunale speciale.
i volumi andavano
disfatti previamente
delle parti di rilegatura
in cartone:
un’usanza regolamentare
in prigione
tutt’ora in vigore,
resistente.