“Innocence”. La leva obbligatoria in Israele uccide i suoi figli

di Bruna Alesia (*)

Questo mondo è pieno di malvagità, sfruttamento, ingiustizia e dolore. Una volta entrato nell’esercito, sono diventato parte di ciò che crea tutto questo”  Halil Givati Rapp, 20 anni.

E’ una delle rare testimonianze raccolte con coraggio, nell’arco temporale di ben dieci anni, da Guy Davidi, israeliano regista del documentario “Innocence”, oggi nelle sale italiane. “Innocence” ci parla di ragazze e ragazzi che hanno resistito all’arruolamento in Israele, ma poi hanno capitolato.
Le loro esperienze non sono mai state raccontate prima perché sono morti in servizio. Attraverso una verità tratta da inquietanti diari, il film descrive il loro sconvolgimento interiore, accompagnato da momenti chiave dell’infanzia, immagini militari fino all’arruolamento e video amatoriali dei soldati scomparsi nel silenzio, il cui sacrificio è stato taciuto perché visto da Israele come una minaccia nazionale.

Premesso che in Israele tutti i cittadini ebrei sono tenuti a prestare obbligatoriamente un servizio di leva che dura 32 mesi per gli uomini e 24 mesi per le donne, attraverso la voce di chi si è posto il problema etico e la qualità della vita, entrando in conflitto con l’imposizione della sua difesa violenta, respingendone la disumanità, “Innocence” è un durissimo atto di accusa contro le politiche che educano al culto delle armi fin dalla più tenera età.

Volevo fare una storia che parlasse di come ci si rifiuti di prestare servizio militare ma si fallisca, per mostrare quanto la pressione sia insostenibile. C’è un’eccessiva idealizzazione dell’obiezione di coscienza, quando spesso sono solo persone molto privilegiate a intraprendere questa strada. Sono stato molto ispirato dalle poesie e dai diari che ho letto di soldati che sono morti nell’esercito. Ho cercato per anni, trovando in alcuni casi dei soldati che hanno scritto testi davvero insopportabili da leggere”, così Guy Davidi racconta il suo film.

Guy Davidi dice della personale esperienza nella leva: “Non volevo davvero diventare un soldato; non ero così politicamente consapevole, ma già dagli anni del liceo sapevo di non sopportare tutta la propaganda. Odiavo essere portato alle commemorazioni a sentire tutto quel lavaggio del cervello, così ho maturato un certo risentimento nei confronti di tutto ciò che è militare. Non volevo impugnare un’arma in nome di qualcosa che non ero sicuro di condividere pienamente. Questo mi era chiaro. Tuttavia, c’era una parte di me che era anche un po’ ingenua e pensava che avrei potuto trovare qualcosa di positivo da fare nell’esercito”.

Aspettativa delusa, che il regista ha saputo comunicare attraverso il suo film.
Nato nel 1978 a Jaffa, con Five Broken Cameras Davidi è stato candidato all’Oscar, ha vinto un Emmy Award e il premio per la miglior regia al Sundance Film Festival.
IMDB (Internet Movie Database) lo ha inserito nella lista dei “documentaristi più coraggiosi” insieme a Michael Moore e Werner Herzog.
Da anni vive e lavora a Copenaghen con la moglie e regista Maja Friis. Presentato nel 2022 alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia, “Innocence” ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International.

Innocence
Documentario di Guy Davidi
Durata: 100 minuti 
Uscita in Italia: 3 aprile 2023 
Bloom distribuzione

(*) Tratto da Pressenza.

Guarda il trailer:

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alexik

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