Travesio: inaugurato un monumento alle spie fasciste

Un tentativo di riscrivere la storia. – di Anpi Spilimbergo (*) . A seguire tre link per riflettere sulle trame fasciste (vecchie ma anche nuove) e sull’antifascismo monco.

 

 

“I morti sono morti e, pur non facendo paragoni tra vicende storiche completamente diverse, nel contesto di ciò che fu la fine del secondo conflitto mondiale al confine orientale è però doveroso restituire memoria e rispetto per tutti i fatti documentati”, ha concluso l’Assessore Regionale Zannier nel suo intervento a Travesio dedicato, come da lapide apposta, al ricordo delle Foibe e degli esuli dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.

Parole condivisibili, ma evidentemente ignorate dalla Sindaca di Travesio, a meno che per fatti documentati non intenda quanto riportato nell’opera omnia di Pirina che, nel documentare i fatti, non ha mai brillato e al quale si riferisce nel suo discorso dove si lancia in un “pochi sanno che…”.

Stia tranquilla Sindaca Cozzi, noi la storia della Fous (fossa in friulano) Balanceta la conosciamo, abbiamo letto tutta la documentazione, dalla prima relazione ufficiale dell’immediato dopoguerra in su. E conosciamo pure i nomi delle vittime, dalle relazioni ufficiali e persino dagli elenchi altrettanto (quasi) ufficiali dei caduti della Repubblica Sociale Italiana (quella fascista, nel caso le sfuggisse) nei quali si rilevano pure le qualifiche: collaboratore, informatore… Ossia, in altri termini, delatori e spie.

E sì, Sindaca, i delatori e le spie venivano uccisi una volta scoperti, anche a Travesio e dintorni, come in tutti i luoghi e tempi di guerra. E sì, pure i Partigiani li uccidevano quando riuscivano a prenderli, ma forse Lei considera che quella di Liberazione non fosse una guerra o che non abbia vinto la parte giusta. Punti di vista, ma non tutti sono legittimi. Anche se noi ci permettiamo di essere d’accordo con il presidente del consiglio Mario Draghi, che il 25 aprile scorso ha giustamente ricordato agli sbadati che “non fummo, tutti noi italiani brava gente”.

Lei ha ritenuto “rispettoso” omettere i nomi dei Partigiani “colpevoli”. Io la chiamerei piuttosto “prudenza” perché sa, la memoria, quando non suffragata da documenti, non è propriamente Storia, e gioca brutti scherzi alla prova della documentazione.

La memoria è individuale; sicuramente il figlio del più efferato aguzzino avrà dei buoni ricordi dello stesso come padre che comunque resterà un efferato aguzzino pur se buon padre.

I testimoni invece vanno citati, se si vuole dare spessore storico ad un racconto.

Spiace che Lei abbia atteso la scomparsa degli ultimi Partigiani; avesse fatto prima il suo racconto, avrebbe ascoltato altre testimonianze, che comunque sono state lasciate scritte, a futura memoria. Come quella di Emanuele De Martin, che viene arrestato, caricato su un camion che, prima di arrivare al carcere, si fermerà all’osteria della signora Gemma per il riconoscimento.

O come quella di Sergio Visintin che fermerà sul Ciaurlec una giovane donna con figlio al seguito, che verrà rilasciata perché c’era il bambino, ma che l’indomani accompagnerà i Nazifascisti sul luogo, provocando uno scontro nel quale morirà Vittorio Brisighella.

Primo Zanetti e Gianni Missana non lasceranno testimonianza scritta: li impiccheranno prima, ma la spia verrà facilmente identificata per sua propria imprudenza. Non credo serva andare avanti, l’elenco è lungo.

Anche questi “parenti” meritano rispetto, lo stesso che si deve “ai fatti documentati”. Tra i quali Le cito gli ordini in materia di trattamento di delatori e spie impartiti alla Garibaldi Sud-Arzino dai suoi comandanti Giannino Bosi e Sergio Candon. Nel caso interessasse… basta chiedere! Dubito Le interessi, studiare costa più fatica che pubblicare post.

Ora, se Lei vuole avere la “sua” Norma Cossetto” a Travesio, faccia pure, però eviti almeno i “copia e incolla”. Gemma Cozzi è sicuramente morta. Su tutto il resto è lecito nutrire i dubbi che lontananza storica e notizie e resoconti “di seconda mano” impongono. A meno che, ancora una volta, non si decida di usare il corpo di una donna, morta o viva che sia, “a sua insaputa e per motivi altri”. E sarà Lei, Sindaca e donna, a farlo!

Comunque, Lei è Sindaca in una Repubblica fondata sull’Antifascismo, non sta a me rircordarLe i doveri della rappresentanza una volta eletta, sono certa li conosca.

Certo è che nel suo discorso Lei ha pervicacemente inteso rappresentare solo una parte, sia politica che della popolazione di Travesio. Lei si è presentata alle elezioni come “Civica”. Pochi giorni dopo ha annunciato il suo passaggio alla Lega (come tanti, del resto in quei giorni era “il carro dei vincitori”, qui ci salirono in molti). E’ sicura di aver fatto la scelta giusta? Quel carro sta subendo un bel sorpasso , ci pensi bene, magari una svolta ancora più a destra Le fornirebbe luogo più consono e attinente alle sue esternazioni. Però faccia un favore, questa volta lo dica prima.

Per ANPI dello Spilimberghese – Bianca Minigutti

Il testo della sindaca di Travesio commentato sopra:

Questa mattina, nell’area verde di via centro studi è stato inaugurato il cippo commemorativo in ricordo dei martiri delle Foibe e degli esuli da Istria, Fiume e dalla Dalmazia.
Partecipanti alla cerimonia i Sindaci dei Comuni di Castelnovo del Friuli, Cavasso Nuovo, Fanna, Meduno, Sequals, Spilimbergo, Vivaro, l’Assessore Regionale Stefano Zannier, i Consiglieri Regionali Lorenzo Tosolini e Emanuele Zanon, il Comandate dei Carabinieri della stazione di Meduno Michael De Faveri, il Parroco Don Boniface, una rappresentanza del gruppo ANA Travesio Valcosa, Bruno Cinque per la Ass.ne Erasmo da Rotterdam di Spilimbergo, la Signora Sofia Montani, figlia di esuli e la Signora Consuelo Agosti, nipote di Cozzi Gemma.
Riporto di seguito il mio intervento.
“ Sono trascorsi pochi giorni dalla data del 10 Febbraio, Giorno del Ricordo, istituito con Legge n. 92 del 30 marzo 2004, solennità civile Nazionale, per ricordare i massacri delle foibe e l’esodo Giuliano Dalmata.
Come Amministrazione Comunale abbiamo fortemente voluto la realizzazione di questo cippo commemorativo, perché, dopo oltre 70 anni di silenzi e negazionismi, è giusto e doveroso ricordare ciò che è stato e recuperare quella pagina di storia per troppo tempo cancellata.
Quando tutti noi pensiamo al 10 Febbraio, pensiamo alla gente dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia, all’esodo, a quello che han perso, case, ricordi, affetti, al dolore provocato dal non sentirsi mai più a casa. Italiani senza terra e senza pace.
Quando tutti noi pensiamo al 10 Febbraio, pensiamo alle Foibe, al carso triestino, alla Foiba di Basovizza, e pensiamo ad un nome, che ha ripreso vita negli ultimi anni con il ricordo, Norma Cossetto.
Purtroppo però, in molti non sanno che anche Travesio ha la sua Foiba, la Fous di Balanceta, e anche Travesio ha la sua martire infoibata viva, Gemma Cozzi in Agosti.
Il corpo di Gemma Cozzi in Agosti è stato recuperato nella primavera del 46 dalla Fous di Balanceta, insieme ad altri 10 corpi.
Un totale di 11 corpi dei quali solo 7 riconosciuti.
Voglio ora leggervi la testimonianza del prelevamento di Gemma, reso dalla figlia Maria e tratto dal libro di Marco Pirina, Adria Storia 10, leggerò omettendo i nomi dei partigiani coinvolti per rispetto dei parenti ancora in vita.
“… prima della definitiva scomparsa di mia madre i partigiani tentarono più volte di rapirla…
Un giorno mia madre attraversava il ponte e ___ in due la presero per la vita cercando di trascinarla via con loro.
Mia madre si aggrappò al ponte, urlando tra l’indifferenza dei paesani, accorse mio fratello e ___ la lasciarono andare…
Un paio di settimane dopo, prima dell’uscita dalla Messa grande, era domenica, venne ____, un partigiano che aveva scommesso un fiasco di vino sulla riuscita della cattura di mia madre. “Gemma sono venuto a prenderti per andare a trovare tuo marito”. L’hanno tenuta molti giorni con loro, l’hanno violentata a turno in molti, si sentivano le sue urla dalla montagna, ma nessuno intervenne… Poi, come mi è stato raccontato da un testimone, l’hanno gettata viva nella foiba.
Un giorno vidi passare delle paesane con indosso i vestiti di mia madre. Capii… e piansi.
D’altronde alcune ragazze di Zancan, quando prelevarono mia madre stavano di guardia per segnalare l’arrivo dei tedeschi …” (testimonianza della figlia resa il 22.09.1992).
Prima di procedere all’inaugurazione del Cippo Commemorativo, do lettura dei 7 nomi dei corpi riconosciuti e riesumati dalla Fous di Balanceta di Travesio, tutti civili:
DEL FRARI LUIGIA, 23 ANNI,
di CASTELNOVO DEL FRIULI
MONGIAT CECONI ANTONIETTA, 39 ANNI
DI CASTELNOVO DEL FRIULI
COZZI AGOSTI GEMMA, 40 ANNI
DI TRAVESIO
BERTOLI UMBERTO, 36 ANNI
DI TRAVESIO
SERRA DEL FRARI LUCIA, 46 ANNI
DI TRAVESIO
GIORDANI GIACOMO, 34 ANNI
DI MEDUNO
SANDRI ORTENSIA, 48 ANNI
SFOLLATA A TRAVESIO DA PISINO D’ISTRIA”

La targa inaugurata:

Appare evidente l’incongruenza tra la targa ed il commento sindacale. Evidentemente ci sono due verità.

L’incongruenza è accentuata dalla lettura dell’articolo del corrispondente del “Messaggero Veneto”:

Guglielmo Zisa, evidentemente incerto tra la sua identità di “giornalista freelance” e quella di “addetto stampa”, sceglie di privilegiare la tesi privata della sindaca rispetto agli atti istituzionali, mentre censura le conclusioni del capogruppo dell’opposizione (per l’originale, vedere il commento sottostante del prof. Paolo Venti).

(*) Link all’articolo originale: http://www.storiastoriepn.it/a-travesio-commemorato-un-monumento-alle-spie-fasciste/

INTORNO ALLE AMBIGUITA’ DELL’ANTIFASCISMO ISTITUZIONALE VEDI ANCHE:

Il museo del nazifascismo e il ministro Franceschini

«Trame neofasciste eversive di ieri e di oggi» – di Alessio Di Florio

Una testimonianza di Salvo Vitale, compagno di Peppino Impastato a Radio Aut e oggi editorialista di Telejato, sul neofascismo a Cinisi. Racconti degli anni settanta che devono far indignare e riflettere su un passato che non passa mai.

https://www.wordnews.it/trame-neofasciste-eversive-di-ieri-e-di-oggi

E QUI ALCUNE RIFLESSIONI INTERESSANTI SULLO “STATO DELL’ARTE”

Cinque domande sulle destre radicali europeo occidentali

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