Amazon, Dostoevskij e il fascismo cool

di Nicolas Bonnal (tratto da http://comune-info.net)

Non ho mai capito perché i leader fascisti assumano un’aria cattiva. Per imporre il tecno-nazismo è sufficiente sorridere e sostenere la società ludica.

Il testo che segue ha fatto il giro del web.

“L’impresa americana [Amazon n.d.t.] è accusata di sfruttare i propri impiegati del centro di Dunfermline, nella regione di Fife, in Scozia, a tal punto che alcuni di loro sono obbligati a dormire nelle tende vicino lo stabilimento per assicurare le loro 60 ore di lavoro settimanali”.

Tende capito? In effetti, non si può più trovare casa in una società neoliberista:

“Sotto accusa, la diminuzione del salario (tra i 3 e 5,7 euro all’ora tolte le tasse) che non permette ai dipendenti di utilizzare le navette dell’azienda per rientrare a casa a causa del prezzo proibitivo di 7,35 sterline al giorno (8,70 euro). Uno dei dipendenti intervistati dal giornale scozzese The Courier ha confidato di vivere a più di un centinaio di chilometri dal posto di lavoro e di non poter percorrere questa distanza due volte al giorno perché il biglietto del treno è troppo caro”.

Alcuni politici protestano in Inghilterra o in Scozia ma Amazon se ne frega, e Amazon ha ragione. Amazon e Brainlords (rileggete il mio libro) difendono l’Homo Ludens: “Niente nel susseguirsi di scandali di questo genere lascia pensare che Amazon sia pronto a una tale messa in discussione. Al contrario, i portavoce della piattaforma sono comunque entusiasti per le condizioni di lavoro imposte ai loro impiegati. ‘Durante il Black Friday, abbiamo organizzato una tombolata gratuita. È importante che gli impiegati si divertano‘ è ben contento Paul Ashraf, manager generale delle operazioni per Amazon nel Regno Unito”.

Ecco perché torno a Dostoevskij e al suo discorso del Grande Inquisitore – per illuminare i confusi che voteranno ancora a destra, a sinistra e anche al centro!

“Ma il gregge si riformerà, starà in obbedienza e questo sarà per sempre. Così daremo loro una felicità dolce e umile, una felicità adatta a delle creature delicate come loro”.

Il Grande Inquisitore continua su un tono ludico e divertente: “li persuaderemo, infine, a non inorgoglirsi, poiché sei tu, elevandoli, che lo hai insegnato loro; proveremo loro che sono deboli, che sono bambini pietosi, ma che la felicità puerile è la più dilettevole. Diventeranno timidi, non ci perderanno di vista e si stringeranno a noi con timore, come una tenera nidiata sotto le ali della madre”.

E se si organizza una tombolata per meritare il paradiso? O anche l’inferno che dovrebbe essere più divertente e ludico (è vero perché ammorbarsi con il paradiso? sei cattolico?):

“La nostra collera li farà tremare, la timidezza li invaderà, i loro occhi diverranno lacrimosi come quelli dei bambini e delle donne; ma altrettanto facilmente, a un nostro cenno, passeranno all’allegria e al riso, alla gioia radiosa dei bambini”.

Il Grande Inquisitore ben organizza il suo piccolo parco umano:

“Certo, li costringeremo a lavorare, ma nelle ore libere organizzeremo la loro vita come un gioco di bambini, con i canti, i cori e le danze innocenti.”

Si ribelleranno per meglio sottomettersi dopo:

“Ma l’entusiasmo dei bambini finirà e costerà loro caro. Abbatteranno i templi e inonderanno di sangue la terra; ma si accorgeranno alla fine, questi bambini stolti, che non sono altro che ribelli deboli, incapaci si ribellarsi per troppo tempo. Verseranno lacrime sciocche e comprenderanno che il creatore, facendoli ribelli, ha voluto certamente prendersi gioco di loro”.

Dostoevskij ispira Nietzsche:

“Un po’ di veleno qui e là, per procurarsi dei sogni gradevoli. E più veleno alla fine per morire dolcemente. Si lavori ancora, poiché il lavoro è una distrazione. Ma si vegli affinché la distrazione non sia debilitante”.

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