Ancora Szymborska ma per 4

Decimo appuntamento con «La cicala del sabato» (*)

WislawaSzymborska

Nulla due volte

Nulla due volte accade

né accadrà. Per tal ragione

si nasce senza esperienza,

si muore senza assuefazione.

Anche agli alunni più ottusi

della scuola del pianeta

di ripeter non è dato

le stagioni del passato.

Non c’è giorno che ritorni,

non due notti uguali uguali,

né due baci somiglianti,

né due sguardi tali e quali.

Ieri, quando il tuo nome

qualcuno ha pronunciato,

mi è parso che una rosa

sbocciasse sul selciato.

Oggi, che stiamo insieme,

ho rivolto gli occhi altrove.

Una rosa? Ma cos’è?

Forse pietra, o forse fiore?

Perché tu, malvagia ora,

dai paura e incertezza?

Ci sei perciò devi passare.

Passerai e qui sta la bellezza.

Cercheremo un’armonia,

sorridenti tra le braccia,

anche se siamo diversi

come due gocce d’acqua.

(da «Appello allo yeti»)

 

Scorcio di secolo

Doveva essere migliore degli altri il nostro ventesimo secolo.

Non farà più in tempo a dimostrarlo,

ha gli anni contati,

il passo malfermo,

il fiato corto.

Sono ormai successe troppe cose

che non dovevano succedere,

e quel che doveva arrivare

non è arrivato.

Ci si doveva avviare verso la primavera

e la felicità, tra l’altro.

La paura doveva abbandonare i monti e le valli.

La verità doveva raggiungere la meta 

prima della menzogna.

Alcune sciagure

non dovevano più accadere,

ad esempio la guerra

e la fame, e così via.

Doveva essere rispettata

l’inermità degli inermi,

la fiducia e via dicendo.

Chi voleva gioire del mondo

si trova di fronte a un’impresa

impossibile.

La stupidità non è ridicola.

La saggezza non è allegra.

La speranza 

non è più quella giovane ragazza

et cetera, purtroppo.

Dio doveva finalmente credere nell’uomo

buono e forte,

ma il buono e il forte

restano due esseri distinti.

Come vivere? – mi ha scritto qualcuno

a cui io intendevo fare 

la stessa domanda.

Da capo, e allo stesso modo di sempre,

come si è visto sopra,

non ci sono domande più pressanti

delle domande ingenue.

(da «Gente sul ponte»)

 

RIPRISTINO l’amore

Attenzione! Offerta speciale!

Siete distesi sull’erba

del giugno scorso immersi nel sole

mentre il vento danza

(quello che in giugno

guidava il ballo dei vostri capelli).

Scrivere a: Sogno.

(frammento di «Piccoli annunci» da «Appello allo yeti»)

 

Il primo amore

Dicono

che il primo amore è il più importante.

Ciò è molto romantico

ma non fa al mio caso.

Qualcosa tra noi c’è stato e non c’è stato,

accadde e si è perduto.

 

Non mi tremano le mani

quando mi imbatto in piccoli ricordi,

in un rotolo di lettere legate con lo spago

fosse almeno un nastrino.

Il nostro unico incontro dopo anni:

conversazione di due sedie

accanto a un freddo tavolino.

 

Altri amori

ancora respirano profondi dentro me.

A questo manca il fiato anche per sospirare.

 

Eppure proprio così com’è,

è capace di fare ciò di cui quelli

ancora non sono capaci:

non ricordato,

neppure sognato,

mi familiarizza con la morte.

(da «Attimo»)

 

(*) Continua la selezione della “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tempo – per essere precisi: da 14 anni – invia ad amiche/amici per 3 o anche 4 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia svegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto. Questa settimana … Szymborska a cascata, così le ho postate tutte. (db)

 

 

 

Redazione
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