Apriti oceano ma soprattutto…

cancella la Fini-Giovanardi sulle droghe e, per cominciare, portaci in tante/i sabato alla Bocca della verità

di Enrico Fletzer

E’ il dio Oceano che vi parla. Dopo aver visto le tante gocce d’acqua che hanno inondato il Lazio e innalzato pericolosamente il livello del Tevere. Queste infinite gocce riecheggiano tintinnando come argento vivo un ritornello che rievoca il pensiero del presidente antischiavista Abramo Lincoln in una celebre canzone di Bob Marley e che suona più o meno così: «Puoi prendere in giro tutti qualche volta, puoi prendere in giro qualcuno sempre, ma non puoi prendere in giro tutti per tutte le volte». E’ il momento di recarsi sabato 8 febbraio e unirsi alla marea umana che reclama la cancellazione della legge illegale sulle droghe che ha seminato morte e distruzione per otto lunghi anni.

«Io personalmente lotto l”otto» ha affermato giustamente qualcuno ma poi si tratterà di lottare il 9, il 10 e soprattutto dopo l’11 febbraio quando la Consulta deciderà se cancellare o reiterare un sistema barbaro e ingiusto.

Ora che le gocce di pioggia si sono assestate e si sono comunicate questo messaggio con la sintonia perfetta che le contraddistingue incredibilmente anche alcune cellule umane hanno capito e si son passate il messaggio.

Tutti hanno capito” pare divenuta un luogo comune oltre che l’acronimo del Thc, il cannabinoide psicoattivo presente nella canapa. E’ un messaggio virale quello che unisce queste cellule in un passaparola che per funzionare appieno dovrà coinvolgere anche l’opinione pubblica più ampia. Non proprio tutti hanno capito che il proibizionismo ha fallito. Anche perchè Peter Cohen lo definisce un fenomeno pluralista e politeista. In Svezia a esempio era diffusa la credenza che la cannabis impedisse la crescita della barba. In effetti anche in Italia c’é qualcuno che non vuole arrendersi e che crede peraltro che anche il Lambrusco sia in effetti il sangue di Cristo.

Carlo Maria Giovanardi è un ex-sotto-segretario e la teoria dei buchi nel cervello che popola i suoi incubi non è farina del suo sacco. Proviene dal laboratorio frankensteiniano del suo ex-consulente scientifico, il dottor Serpelloni, il potentissimo capo del Dipartimento Antidroga in una santa alleanza con la statunitense Nora Volkow e nipotina di Leon Trotzki che di buchi nel cervello ne ebbe in effetti alcuni a causa di un agente staliniano. Naturalmente Serpelloni non è così scemo di parlare in questi termini ai colleghi. Ma ovviamente i media lo utilizzano in tal senso finché poi non sarà necessario un cambio di paradigma.
A proposito di serpenti. E’ il dio Oceano che domina piazza Bocca della Verità che li amministra. Nelle sue fauci secondo la leggenda usciva indenne la mano solo di chi diceva la verità. E’ una verità molto materiale anche quella che viene dalle Americhe in termini di politiche giuste, sane ed efficaci a fronte delle incarcerazioni di massa divenute insostenibili lungo le linee della razza e della classe. Mentre scrivo penso a Malraux che sosteneva di scrivere banalità che lo inorgoglivano. Le classiche teorie auto-avverantesi come appunto la fine del mondo proibizionista e il passaggio problematico al mondo della regolazione e della lotta fra società e comunità descritto da Toennies. Fra l’iper-regolazione societaria e la solidarietà meccanica del piccolo gruppo comunitario. Fra la grande industria o peggio il monopolio statale e la realtà comunitaria dei cannabis social club di cui ormai si parla in tutta Europa come soluzioni pratiche non in contrasto con i trattati internazionali e applicabili in tutte o quasi le realtà democratiche dell’emisfero occidentale. Ma che si possa verificare la fine del mondo proibizionista era sino a pochi mesi fa considerata una idea vaga confinata al mondo dei sogni. Sogni inebriati che gli anglosassoni chiamano per l’appunto i “derivati” di una pipa piena di qualche sostanza inebriante. Ma in fondo è così. Come dimostrano moltissimi media liberali che sull’argomento pubblicano analisi piuttosto condivisibili a partire da «Economist» o dal «New York Times» salvo poi prendersela con i centri sociali di Amburgo o i movimenti alter-mondialisti. Nel frattempo la sinistra politica non sembra volersi prendere in carico vittorie possibili e praticabili, almeno a livello di costume. Come di consueto i diritti civili sono tuttora considerati lussi. Viviamo in tempi tristi dove parlare di alberi sembra quasi un delitto come recitava Brecht.

Anche fisicamente sabato 8 febbraio a garantire per un ordinato svolgimento della nostra manifestazione saranno il barbuto Oceano e il buon Mefisto. Però siamo noi la forza prorompente che parte per tornare alla Bocca della Verità. Siamo noi quelli che affosseranno il probizionismo che non morirà certamente per morte naturale.

Da un lato l’Oceano, con le lontane suggestioni che vengono dal Colorado e da Montevideo, dall’altro una polifonia di voci e di musiche che sfilando nel centro storico,si riprenderà una parte di città da decenni interdetta ai cortei. Con l’augurio che sia lasciata aperta anche agli altri movimenti sociali che sfilano nella capitale. A cominciare dal fine settimana successivo di un movimento che si batte contro i lager di Stato, in disfacimento, ideati per rifugiati e immigrati.

Lottiamo contro una legge illegale e con avversari potenti. Tanti nemici tanti guai, dal momento che la legge Fini-Giovanardi in discussione alla Corte costituzionale è difesa a spada tratta da Letta. In sostegno all’economia sommersa e illegale che supera 10% del Pil e su cui si regge la nostra economia. Letta con la spada macchiata di sangue infetto ha chiesto tramite l’Avvocatura di Stato il mantenimento della legge-truffa nonostante il ricorso contrario di quattro tribunali e sottoscritto nelle argomentazioni di fondo da 138 giuristi ne hanno confermato la illegittimità. Trattasi di una legge peraltro che impedisce all’Italia di accedere all’Europa politica oltrechè impossibile da praticare: legge che garantisce enormi profitti alle organizzazioni criminali e che alimentando lo stigma incrementa trattamenti disumani e degradanti. E’ una legge – con tutto un sistema intorno – che si è dimostrato un ottimo viatico per la tortura come dimostra la resistenza del buon Giovanardi a introdurre il corrispondente divieto nel nostro codice penale viste le strette correlazioni fra le morti in carcere e leggi assurde.

Se si guarda al di là dell’Oceano la tendenza è per la regolamentazione e normalizzazione della canapa. Anche in Europa le truppe proibizioniste sono ormai allo sbando e non sono più maggioranza politica dopo decenni di tabù e censure. Vicini alla fine sono ancora capaci di fare disastri, perché – come afferma Doug Fine autore di Too High To Fail (troppo in alto per fallire) interamente dedicato alla cannabis come fattore politico ed economico di primaria importanza negli Usa – essi si comportano come tutti gli eserciti in ritirata. Fuggono facendo saltare i porti e i ponti, lasciando dietro di sé più danni possibile. Anche per questo, Carlo Maria Giovanardi, noto per le sue teorie strampalate si è messo in strada a Roma a distribuisce volantini alle ragazzine, rischiando di assomigliare più che a Woody Allen all’imprendibile Jack Lametta.

 

Italia sotto processo

La Corte Costituzionale deciderà il da farsi tra l’11 e il 12 febbraio a Roma. La Corte di Strasburgo invece si riunirà il 28 maggio sul mancato adeguamento del nostro sistema carcerario alle prescrizioni mentre a giugno la parola passa alle Nazioni Unite di New York. Nel frattempo capita il vertice Onu sulle droghe del 13-14 marzo e la delegazione italiana è sempre più impresentabile con la tradizionale pattuglia guidata da Frankenstein/Serpelloni.

Poi sarà il turno delle elezioni europee e della presidenza italiana alla Unione Europea. Sta ai supremi garanti di mezzo mondo decidere se l’Italia debba ancora aspettare per tornare a essere prima di tutto un Paese civile e una Repubblica basata sul diritto e sul principio dell’habeas corpus, un effetto collaterale ampiamente prevedibile della stigmatizzazione di uomini e piante che accompagna la base razzista del dispositivo antidroga nato dalla Convenzione unica di Vienna e New York.

 

Ma intanto l’appuntamento è a Roma in piazza Bocca Della Verità, sabato ore 12 con la prospettiva di tornare poi nella celebratissima piazza del film «Vacanze Romane». Il luogo è altamente simbolico perché la statua del Dio Oceano ha una bocca che rappresenta una sfida mortale per chiunque continua a spargere bugie e menzogne. Il serpente che morde i bugiardi è sempre attivo. Il percorso è stato controfirmato dalla questura di Roma e ha riaperto parte del centro storico alle manifestazioni dopo anni di divieti in alcuni casi risalenti ai bellicosi anni Settanta.
E’ l’ora della Verità per il movimento ma soprattutto per la Corte Costituzionale che si deve esprimere su quella che noi riteniamo massicciamente essere una legge incostituzionale oltre che illegittima, criminale, criminogena e lesiva dei diritti umani. Una vera e propria negligenza criminale che deve cessare per forza maggiore visto il termine del 28 maggio 2014 quando la Corte Europea dei Diritti umani potrebbe condannare l’Italia per trattamenti disumani e degradanti, tortura inclusa, attuati nei confronti delle persone sotto tutela delle nostre istituzioni. Poi – come ricorda Patrizio Gonnella di Antigone – a giugno saremo finalmente giudicati dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Per non parlare di tutta Europa.

La prima parte della manifestazione (almeno 12 carri con musica, interventi e rinfreschi) termina in prima serata e scorrerà veloce nella sua prima parte per garantire anche ai detenuti di partecipare alla manifestazione dalle sbarre di Regina Coeli. Un certo tempismo è necessario anche per le iniziative previste al ministero di Grazia e Giustizia e della Sanità. Prepariamoci a costruire indimenticabili momenti di festa e di lotta che proseguiranno nei prossimi mesi. L’acqua sarà gratuita e le bevande alcoliche saranno limitate alle birre. Niente vetro. Ci sarà un servizio di sostegno psico-fisico per i manifestanti. Si invitano i partecipanti a non abusare con sostanze legali e illegali e di non ricorrere ai servizi forniti dalle mafie che tendono a utilizzare questi eventi per vendere birre o altro durante il percorso. Invitiamo tutte/i a rifornirsi presso i bar legali o presso i camion.

Si incomincia alle 12 con il concentramento che parte alle 14 da Piazza Bocca della Verità passando per via Luigi Petroselli, via del Teatro Marcello, poi largo Argentina passando per via delle Botteghe Oscure e via Florida, proseguendo poi per corso Vittorio Emanuele II fino a via degli Acciaioli. Attraverseremo il ponte Principe Amedeo, il cavalcavia Aosta per riscendere il Tevere passando davanti al carcere fino al Ponte Palatino, passando poi sul lungotevere di lato a Piazza Castellani a pochi metri dal ministero della Sanità, e terminando a Piazza Bocca della Verità.

Molto reggae ma anche musica tecno con un discreto numero di operatori di strada sempre disponibili e molta comunicazione a partire da spettacoli di giocolieri e artisti di strada per una partecipazione ampia e trasversale. Partecipa anche l’Arci nazionale. Non sono peraltro gradite le bandiere di partito.

Altre informazioni: www.leggeillegale.org

 

Redazione
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