Benotto, Hachtroudi, Langer, Qiu, Pozzetti, Rossini, Sangiorgi e Santoro

8 recensioni non solo giallo-noir di Valerio Calzolaio (*)


CesareBorgia

 

Qiu Xiaolong

«Nuove storie dal Vicolo della Polvere Rossa»

Traduzione di Fabio Zucchella

Marsilio

234 pagine per 17,50 euro

Un vicolo di Shanghai. 1953-2008. Il grande cinese di lingua inglese, docente scrittore e poeta Xiaolong Qiu nasce lì nel 1953 (appunto) e, dopo Tienanmen (1989), decide di restare negli Usa, dove insegna letteratura cinese all’università. Dal 2000 ha pubblicato 8 ottimi gialli con protagonista il colto ispettore Chen Cao, lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Le venti sagge meste deliziose connesse «Nuove storie dal Vicolo della Polvere Rossa» (seguito di una raccolta di racconti di 5 anni fa) sono uscite a puntate su «Le Monde» e raccontano stupendamente la Cina comunista, con frequenti intensi spunti autobiografici, strada e personaggi “terroir”. Lo spunto sono le conversazioni serali fra vicini, un popolo accatastato in minuscole stanze sovraffollate. Assolutamente da leggere e meditare.

Sandro Sangiorgi

«L’invenzione della gioia»

Porthos

Fermentazioni agricole. Ieri e ancora. Per gustare meglio è bene sapere cosa ci mettiamo in bocca: il vino è insieme cibo alimento bevanda, prodotto di fattori biotici e pratiche umane, linguaggio diffuso in tutta la terra e lingua geograficamente determinata, materia di storia culture mito. La funzione umana all’interno del triangolo virtuoso fra luogo, vitigno e memoria dovrebbe essere quanto più vicino alla “custodia”: una condotta rispettosa della terra e del vigneto, una cura del ciclo delle specie fra suolo, piante e animali (senza trattamenti chimici), un mosto sano, un processo fermentativo senza lieviti aggiunti né filtrazione. La non lineare evoluzione storica e geografica del vino (da millenni a questa parte) è conoscenza indispensabile per chi coltiva e per chi consuma. Così, a esempio, la stessa sostituzione del piede franco con quello americano (per difendere le viti europee dal mortale attacco della filossera) andrebbe considerata una scelta giusta e indispensabile, ma non definitiva; il ‘900 potrebbe essere un secolo di passaggio e il futuro di un enorme piacevole salubre consumo del vino non tutto già scritto.

Il ristoratore, intrattenitore, degustatore, insegnante, esperto 53enne buddista Sandro Sangiorgi ci educa al “liquido odoroso” con competenza e originalità. La prima edizione del suo volume risale al 2011. La nuova edizione ha tre sezioni (approccio, una 70ina di parole chiave, un corso a dispense per sommelier) e varie appendici (vinificazioni speciali, nomi, persone, aree, letture) tutte inframezzate da citazioni e visioni. Può essere utilmente studiata o consultata senza seguire un ordine, proprio tenendo conto della interdisciplinarità della materia: agricoltura, arte, mercato, industria, gusto, salute, gastronomia, poesia, letteratura, psicologia e chi più ne ha ne metta. Il titolo è ispirato da Borges. C’è bisogno di allenamento alla sensorialità sinestetica e di senso critico enologico, il volume ne è ottimo strumento, anche per contrastare un approccio meccanico e schematico al piacere. Pur dalla parte del biologico – biodinamico e del vino “naturale”, qualche dubbio merita l’abuso della nozione di “natura”; non a caso mancano termini indispensabili come ecologia ed energia (non solo del vino); c’è “anidride carbonica” ma non “cambiamenti climatici”, “sole”, “entropia”.

Alessandro Pozzetti

«Auro Ponchielli contro la fine del mondo»

NNE editore

Milano. Il fine settimana di un imminente giugno. Il 38enne Auro Ponchielli, 72 kg per 169 cm, fa il pubblicitario per la piccola agenzia “Extra Large Ideas”, poco amato dal capo Luis Ferro. Da sempre soffre di stipsi idiopatica ed ernia iatale, da due anni sta con Marzia Morabito (che ha poco seno e ama farsi prendere da dietro), da sei mesi convivono. L’odioso 60enne Luis, denti affilati e occhi da rettile, è sposato con Dolores, cui fa le peggio cose. Lei è la sorella di Miki Zanetti, in arte Zanna, mitico conduttore radiotelevisivo, scrittore di successo, basette da pirata e orecchino al lobo, un poco sovrappeso, il sorriso più famoso d’Italia, nessuna donna gli resiste (sono state già oltre 400). I fatti sono che Auro deve gestire l’operazione Banana (scimmie segretamente sottoposte a evoluzione accelerata), la Santa Chiesa vuole che Zanna intervisti il Papa nello Spazio (per benedire la Terra dall’alto, inaugurando i viaggi per le persone “comuni”), gli 8 milioni di alieni Biritimacchi presenti sul pianeta sono anziani ma in fibrillazione (a conoscenza di strani progetti in arrivo dal loro pianeta), qualcuno ha scrocchianervi e “pinguini” che scaricano oggetti e personalità.

Allegro, divertente, bulimico esordio letterario per il 45enne versatile copywriter Alessandro Pozzetti, in terza varia, con continui intermezzi narrativi e pioggia torrenziale. Finalmente l’Expo non c’entra. Nei tre giorni il povero creativo Auro Ponchielli viene posseduto dallo spirito di Clint Eastwood, inoltre capitano incontri con versioni originali oppure geneticamente modificate di Niki Lauda e Adriano Celentano, Bud Spencer e Rino Tommasi, fra gli altri. Fughe negli USA e ad Asola. Segnalo la delibera europea per la sostituzione degli incroci semaforici con rotatorie (voluta dalla Cia per scoprire gli alieni, molti vecchi si fermano per ore a vedere il lavoro nei cantieri). Godibili tanti personaggi, anche di contorno. Di persona il Papa ha voce rotonda e allegra. Il nuovo editore milanese NNE (Enne Enne Editore) ha cominciato bene, anche questo è un buon romanzo, originale, ben congegnato. Con la fantasia talvolta accade che a lungo andare diventa inevitabilmente ridondante, sconclusionata. Auro beve Chianti da supermercato. In sottofondo Lennon e Armstrong.

Andrea Rossini

«I delitti della Romagna. Trenta casi veri, presunti, irrisolti, da risolvere»

NFC edizioni

168 pagine per 11,90 euro

Romagna. 1948-2014. «Nessun uomo può compiere il delitto perfetto, ma il caso sì» (citazione di Nabokov a pag. 7). I giornalisti di cronaca nera narrano continuamente di crimini e tragedie. Il bravo cronista riminese Andrea Rossini, ex carabiniere, venti anni di giornalismo professionistico alle spalle, torna su quanto ha visto e sentito con «I delitti della Romagna. Trenta casi veri, presunti, irrisolti, da risolvere». Lo spunto sono fatti veri accaduti a Rimini, Ravenna, Cesena e Forlì, sulla costa o in collina, nelle case o per le strade fra il 4 gennaio 1948 («Teppisti travestiti da eroi») e l’11 luglio 2014 («La patente del serial killer»), talora con i femminicidi di lungo periodo («Guerrina e le altre», oltre diecimila donne scomparse in Italia dal 1974).

Alexander Langer

«Il viaggiatore leggero»

traduttori vari per i testi in tedesco

Sellerio

486 pagine per 15 euro

a cura di Edi Rabini e Adriano Sofri, introduzione di Goffredo Fofi

Solo 49 anni. Alexander Langer era un parlamentare europeo quando si è privato della vita a Firenze il 3 luglio 1995, nato nel febbraio 1946 in provincia di Bolzano, padre medico, mamma farmacista. Militò in Lotta Continua, fondò i Verdi italiani, ha lasciato un’impronta biodinamica indelebile nell’ecologismo italiano. Ora Sellerio ripubblica un volume del 1996 che raccoglie i suoi scritti dall’adolescenza alla fine, dal 1961 al 1995, «Il viaggiatore leggero» ed è ancora un’utilissima lettura. I testi sono raggruppati cronologicamente secondo alcuni ricorrenti temi essenziali: radici (soprattutto religiose), incontri (con grandi dell’epoca), Sudtirolo, semina verde, non solo Europa, Italia, nuovi conflitti, convivenza disarmata, domande.

Luciana Benotto

«Il Duca e il Cortigiano. Imprese d’arme e d’amore»

La vita felice

Urbino (soprattutto). Giugno 1502-Febbraio 1504. Alla vigilia dell’inizio dell’estate, braccato da Cesare Borgia, il 30enne duca Guidobaldo da Montefeltro è costretto a fuggire da palazzo, lasciandosi alle spalle quindicimila soldati, giullari e prostitute, i preti e la popolazione “civile”. Lo accompagnano in tre; fra di loro, a cavallo di Leongrifo, il “cortigiano” gran guerriero 26enne Ferrante, sottili curati baffi, occhi azzurri, lunghi e mossi capelli castani, elegante raffinato ardimentoso, ultimo e illegittimo figlio di Ferdinando I d’Aragona, re di Napoli. Si rifugiano qualche tempo in una casa isolata fuori dal piccolo borgo di Montemaggiore, decrepita all’esterno, magnifica all’interno, con un variopinto biodiverso giardino e una fabbrichetta di ceramiche e vasellame di terracotta. Ne sono proprietari nonna Zenobia Andreoli, il suocero Jan Middelburg, la bella nipote 20enne Aura Middelburg, bionda con occhi verdi, che si occupa dell’orto, del frutteto e delle piante medicinali, dei decori e degli amati libri. Fra fughe rocambolesche, storiche sommosse, epiche battaglie, eventi storici e intermezzi personali, nasce e si consolida un grande amore fra Ferrante e Aura.

L’esperta insegnante alle superiori, giornalista di lunga data, lombarda d’acqua dolce Luciana Benotto narra in terza varia (soprattutto laddove c’è uno dei due) una relazione affettiva, immergendola con cura nella politica e nella cultura, nelle dinamiche sociali e nelle passioni artistiche del Rinascimento italiano. Il contesto di quegli anni è il papato legato ai Borgia (gelosie e tradimenti, cospirazioni e assedi); poi a fine 1503 muoiono due papi e prendono il sopravvento i Della Rovere, il ducato di Urbino vede di nuovo valorizzata la benvoluta magnificenza maturata in tutto il Quattrocento. Le descrizioni dei palazzi e dei dipinti, degli arazzi e dei vestiti giustificano l’immediata partenza per un’ulteriore meditata visita a Urbino. Come ad altri castelli e ville raccontati fra Mantova e Pitignano, Emilia e Veneto. Il pesce dell’Adriatico era già prelibato. E già 500 anni fa si bevevano gran vini: dal Bianchello (le viti sulle colline del Metauro) ai Verduzzo e Moscato bianco (a Venezia), rossi a bianchi, santi e brulé, fin pure cordiale e sidro.

Farida Hachtroudi

«L’uomo che schioccava le dita»

Traduzione di Alberto Bracci Testasecca

Edizioni e/o

140 pagine per 16 euro

Iran e Norvegia. Un ex colonnello della Repubblica teologica, prima dirigente tecnico per import-export, poi capo della guardia personale del Condottiero supremo, sposato con un’astrofisica, chiede asilo politico nel Nord Europa, la moglie è d’accordo. L’interprete nell’Ufficio per i rifugiati viene dallo stesso Paese. Lui non lo sa ma lei è proprio la mitica prigioniera 455, per 18 mesi martoriata senza che parlasse nella prigione Devine, stupri programmati, torturata bendata ogni giorno, pasionaria innocente per il suo amore. Fu lui a far liberare Vima, chissà perché. La colta brava giornalista Farida Hachtroudi è cresciuta in Francia, nel toccante romanzo «L’uomo che schioccava le dita» (“Le colonel et l’appât 455”) racconta alternando le due autobiografie, il terribile passato e l’angosciante presente.

Rosa Santoro

«L’amante della massaggiatrice cinese»

Arduino Sacco editore

Un piccolo centro massaggi. Di questi amari tempi. Un anziano insegnante in misera pensione, affaticato e depresso, mai sposato senza figli né nipoti, viso sciupato e gambe stanche, capelli bianchi e frequenti mal di testa (attutiti con iniezioni di morfina) spia da una tendina della finestra del suo appartamentino e comincia a frequentare Amneris, che lavora di fronte, al negozio “Centro Massaggi Elisir” gestito da cinesi. Lei è bella e intelligente, occhi morati e lentiggini sulla pelle, neo vicino l’ombelico, labbra gonfie e dita affilate, tra i 25 e i 30, pessimo italiano sia parlato che compreso. Lo impasta, gli siede sopra, gli entra nello stomaco e nel cervello. Lui sogna, sente il calore vaginale attraverso l’ano. Superano inibizioni: gli rimane sopra facendo sì che il seme invada tutto il bisogno femminile. Nasce una qualche relazione. Lui ricorda le Lolite della classe, le lascia biglietti lettere disegni, per un po’ non si fa vedere, accetta attese col ricco direttore europeizzato in sala d’aspetto, piange. Non c’è futuro, è amore.

La 27enne scrittrice tarantina Rosa Santoro ha già ottenuto qualche successo, vincendo fra l’altro il premio della giuria come miglior romanzo erotico alla seconda edizione del concorso letterario fiorentino “Città di parole”. Ora prosegue l’avventura degli sfumati romanzi carichi di sensualità, con sapori d’erotismo. Dopo una ragazza adolescente, qui c’è un vecchio uomo single. Scritto di getto, poco autobiografico, in prima persona. Sono quarantasei “momenti” di una usurata vita di maschio senza mai coppia, al confine fra relazione carnale e immaginifica illusione, al centro l’acquisto trasgressivo di consumo e fantasie. Interessanti, per quanto discutibili, alcune innovazioni linguistiche, a favore della musicalità. La città e il contesto sociale non contano, può essere qualsiasi città contemporanea in qualsiasi momento contemporaneo. L’autrice (che usa anche lo pseudonimo Flower Stylosa) dice di aver individuato in Toni Servillo l’attore che poteva personificare il protagonista, chissà? Comunque, dall’amore si parte e all’amore si torna.

(*) Nell’illustrazione un presunto ritratto di Cesare Borgia dipinto da Altobello Melone. Le recensioni di Valerio Calzolaio negli ultimi 15 anni sono state pubblicate su «Il salvagente» che ha dovuto sospendere l’uscita in edicola; ma Valerio continua a inviarle, in attesa di… nuove riviste o nuove formule.

 

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