Boncinelli, Brum, Carroll, Fazioli, Lem, Tuzzi, Zagato

7 recensioni di Valerio Calzolaio

Edoardo Boncinelli

«Il principio di indeterminazione. ∆x * ∆p ≥ h/2π»

Il Mulino

148 pagine, 12 euro

Mondo umano. 1927. L’osservazione perturba il fenomeno. Quasi cento anni fa il compassato fisico tedesco Werner Heisenberg (Würzburg, 1901 – Monaco, 1976), uno dei fondatori della meccanica quantistica, poi Premio Nobel per la fisica nel 1932, introdusse il principio di indeterminazione con un articolo su una pubblicazione scientifica. Il grande genetista italiano Edoardo Boncinelli (Rodi, 1941) spiega con chiarezza e profondità la formula matematica dell’inesattezza (un insieme di pochi simboli) e il suo significato universale (una svolta nella comprensione dei mondi). Per gli atomi e le particelle subatomiche non valgono proprio gli stessi principi e le stesse leggi che regolano il comportamento degli oggetti nella nostra esperienza. La formula esprime una disuguaglianza. Di una particella elementare non possiamo sapere tante cose precise contemporaneamente, dobbiamo sempre scegliere: o la sua posizione nello spazio o la velocità, o la sua energia o il momento esatto in cui si trova.

 

Gianni Zagato

«La ricetta perfetta è quella che alla fine si scrive. Dialogo immaginario tra il Signor Artusi e Marietta Sabatini, cuoca e governante»

Zines Agra

36 pagine, 6 euro

Pellegrino Artusi (Forlimpopoli, 4 agosto 1820 – Firenze, 30 marzo 1911) nacque nello Stato Pontificio e visse con undici fratelli e sorelle in una famiglia benestante. Dopo il trauma di un furto con sequestro e violenze, nel 1841 si trasferirono a Firenze. Lui per un po’ contribuì alle attività commerciali, poi evitò l’ozio con amate letture o scritture, e varie frequentazioni. Non ebbe figli, non ebbe mogli. Si dedicò agli studi umanistici e alla cucina, assistito dalla servitù, finché verso la fine degli anni Ottanta trovò le persone giuste per passare alla storia della lingua italiana e dell’alimentazione mondiale: Francesco Ruffilli, servitore romagnolo tuttofare, e Marietta Sabatini, governante toscana di terra contadina. Lui non cucinava, loro sì, compravano ed eseguivano le indicazioni con gusto e criticità. Gianni Zagato (Rovigo, 1951) con “La ricetta perfetta è quella che alla fine si scrive” continua felicemente il genere delle accurate interviste immaginarie.

 

Stanislaw Lem

«L’Invincibile»

traduzione di Francesco Groggia; a cura di Francesco M. Cataluccio (originale «Niezwyciężony», 1964)

Sellerio

284 pagine, 14 euro

Pianeta Regis III, Costellazione della Lira, anni luce dalla Terra. Futuro lontano, forse. “L’Invincibile”, grande corazzata interplanetaria con a bordo 83 fra astronauti e scienziati viene inviata laddove era stato annientato l’equipaggio dell’astronave galattica gemella Condor; trovano i corpi morti e tutti in decomposizione, eccetto uno, ibernato. L’Invincibile non ha scopi scientifici, è solo una macchina da guerra costruita per distruggere qualsiasi forma di resistenza ed esistenza. Al servizio della dittatura militare terrena, serve a colonizzare l’Universo. Eppure Rohan, l’ufficiale in seconda, di per sé odierebbe la violenza e rispetterebbe le entità aliene. Da 4 anni il suo comandante è l’astrogatore Horpach, sradicato e cinicamente disilluso. Rischi e pericoli sono estremi. Interrogativi ancora attuali per il medico e celebre scrittore polacco Stanislaw Lem (Leopoli, 1921 – Cracovia 2006), da qualche anno in via di meritata ripubblicazione. Solaris era del 1961.

 

Noël Carroll

«Lo humour»

traduzione a cura dell’editore italiano (originale «Humour. A Very Short Introduction» 1989)

Il Mulino

144 euro, 14 euro

Divertimento comico. Ovunque. L’umorismo induce divertimento e i filosofi ne discutono da millenni. L’agile volumetto “Lo humour” del filosofo americano Noël Carroll (New York, 1947) ne descrive natura e valore con molti utili esempi. Sembra avere relazione sia con le emozioni che con le cognizioni (la questione è dibattuta) e vi sono varie teorie su cosa lo generi: superiorità, incongruenza, liberazione, gioco, disposizione. L’autore opta e rivisita l’incongruenza, la migliore per analizzare il comico in barzellette, commedie, satire. Il riso nasce dall’inaspettato, convoglia due diversi significati o punti di vista nella frase, il divertimento nasce dal cambio di direzione. Lo humour ha varie funzioni sociali e l’autore molto riflette su interrogativi di carattere morale. Il testo si concentra su alcune discipline (filosofia e psicologia) e non sottolinea la differenza tra umorismo e ironia, fra ridere di altri con altri e trasmettere pensieri oppositori relativizzandoli.

 

Andrea Fazioli

Il commissario e la badante

Guanda

304 pagine per 16,50 euro

Massagno. Anni fa. L’anziano commissario Giorgio Robbiani, in pensione dalla polizia ticinese, resta un poliziotto, benestante agnostico disilluso, vedovo di Lucia, padre di Giulia. Cerca una badante e si presenta Zaynab Ammar, bella donna sulla trentina, occhi scuri e capelli ricci, diffidente musulmana curiosa, fuggita dalla Tunisia col marito Muhammad, poi morto nel Centro per richiedenti asilo di Chiasso. Con un trucco alla Sherlock Holmes lui rivela particolari di lei di cui non hanno parlato, Zaynab mostra di avere le stesse doti di osservazione. S’intenderanno nell’affrontare casi di vario tipo e rilievo, non tutti criminali. L’ottima raccolta di 85 storie “Il commissario e la badante” deriva dalla sfida proposta ad Andrea Fazioli (Bellinzona, 1978), insegnante e giornalista della Radiotelevisione svizzera, dalla rivista Cooperazione: scrivere racconti indipendenti con personaggi fissi, poi usciti settimanalmente per 2 anni. Sono stati selezionati, modificati o riscritti.

 

Eliane Brum

«Le vite che nessuno vede. Appunti dal Brasile che insorge»

traduzione di Vincenzo Barca

Sellerio

246 pagine, 16 euro

I Brasili di umani con lingue meticce e insubordinate. Ultimo ventennio, circa. La bravissima giornalista e documentarista brasiliana Eliane Brum (Ijuí, 1966) raccoglie in “Le vite che nessuno vede” una ventina delle storie di “inaccadimenti”, impressionanti realtà dimenticate e straordinarie persone comuni, che ha incrociato da reporter, storie talmente reali da sembrare inventate. Ognuna ha comportato tempo e ricerche, prima un ascolto senza interruzioni (talora di chi non sa nemmeno leggere, narra solo sé stesso e la propria vita), poi un dettagliato riscontro di ogni informazione, poi una scrittura rispettosa degli altri e musicale nei tempi e modi del congruo contesto scelto. Il testo porta noi meravigliati ammirati lettori in case in cui la maggior parte preferirebbe non entrare nemmeno per una visita. Ogni reportage è un incontro sincero e ineguagliabile, per esempio con “Il Popolo di Mezzo”, prima giornalista ad entrare in contatto con quella comunità della foresta amazzonica.

 

Hans Tuzzi

«Nessuno rivede Itaca»

Bollati Boringheri

282 pagine, 15 euro

Firenze. 2016. Il bel musicista Tommaso (1966) riceve una scatola di cartone con molte buste piene soprattutto di foto, vecchie cartoline cartoline e una chiavetta usb con un unico file “Nessuno rivede Itaca”. Si tratta del lascito del suo amico scrittore veneziano Massimo (1936-2016), amico del padre fin dalla leva, testimone e interlocutore di snodi decisivi della sua vita. Il testo autobiografico, colto e affascinante, chiarisce che siamo in tre a leggere e scrivere: “per uno scrittore, parlare di sé stesso significa non essere più quel sé stesso poiché io non riduce due a uno, ma di due fa tre”. Lontano dal noir, il saggista e consulente editoriale Adriano Bon (Milano, 1952) usa ancora lo pseudonimo Hans Tuzzi per uno splendido romanzo con due “io” narranti, Tommaso e Massimo, il secondo tramite i ricordi scritti inviati, dagli anni sessanta ai giorni nostri, mescolando cento argomenti e mille spunti con stile lindo, continue commendevoli citazioni, meditazioni letterarie.

 

Redazione
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