Brizzi, Carotenuto, Mosley, Potacqui, Xiaolong e due coppie…

ovvero Besana-Greco e Montanari-Bigalli

7 recensioni di Valerio Calzolaio

 

Luigi Potacqui

«La magia del numero 10, Romanzo calcistico»

Illustrazioni di Mario Monno

Sonzogno

208 pagine per 15,90 euro

L’ultimo secolo. Da metà campo (in avanti). Luigi Potacqui (Giulianova, 1 gennaio 1986) fondatore della seguita community “Romanzo calcistico” narra «La magia del numero 10». Iniziò a portare la maglia con quel numero Pelé, seguirono decine di altri atleti nei campionati e nelle nazionali di tutto il mondo, come pure in quelli minori e dilettantistici sparsi ovunque. Il numero fa il monaco. A simbolo di provate o auspicate tecnica, fantasia e genialità, “uniche” in quella squadra soprattutto quando si attacca e si vuol realizzare un gol. Ecco ventidue sintetici godibili profili di calciatori che hanno segnato la storia del football (qualcuno con altro numero e identica centralità): Del Piero, Pelé, Totti, Zidane, Zico, Maradona, Zola, Meazza (anni trenta), Baggio, Rivera, Ronaldinho, Platini, Kakà, Cruijff (lui col 14), Messi, poi altri sei diez sudamericani, infine Rui Costa. Scegliete chi scalda più il vostro cuore, tifosi e non tifosi, curiosi del bello. Bibliografia finale.

 

Tomaso Montanari e Andrea Bigalli

«Arte è liberazione»

Edizioni Gruppo Abele

144 pagine, 20 euro

Italia. Da prima che fosse istituita. Due militanti professori cristiani amici, l’uno prete (parroco a Firenze) e docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose e l’altro divulgatore (marito, padre) e docente di Storia dell’arte all’Università per stranieri di Siena spiegano insieme quanto l’arte possa essere ancora capace di liberarci. Arte figurativa, cinema, letteratura, musica liberano mente e cuori, e possono rompere l’assedio del pensiero unico. L’esperto Tomaso Montanari (1971) ha scelto venti opere, una per regione italiana, scalate lungo venticinque secoli (dalla Cattedrale di Siracusa del V° secolo a. C. a una tela di Levi del 1961 in Basilicata e a un murales su Gramsci del 2016 in Sardegna) poi commentandole (dopo la riproduzione fotografica a colori) con Andrea Bigalli (1962). Lo splendido volume di ampio formato «Arte è liberazione» mostra che si può viaggiare per l’Italia guidati da due stelle polari: il Vangelo e la Costituzione. Introduzione di Luigi Ciotti.

 

Roberto Besana e Pietro Greco

«L’albero. Dialoghi tra Fotografo e Scrittore»

Oltre editore

148 pagine per 24,50 euro (grande formato, letteratura illustrata da foto artistiche)

Da 430 milioni di anni fa a dopo domani. Ecosistema terrestre vivente. Pare che la pianta terrestre più antica che si conosca sia la vascolare Cooksonia. La nonna dei nostri alberi si radicò tra il Siluriano Superiore e il Devoniano ed era presente in tutte le terre emerse di allora. Se pensate di non sapere tutto sui suoi figli e nipoti e sugli attuali biodiversi pronipoti vale la pena corroborarvi mente e spirito studiando e sfogliando lo splendido volume «L’albero» di Roberto Besana (Monza, 1954), manager editoriale e fotografo, e Pietro Greco (Barano d’Ischia, 1955), chimico e divulgatore scientifico. Dopo alcuni brevi scritti introduttivi, incontrerete 65 godibili chiari testi a sinistra, mentre a destra luminose ramificate foto in bianco e nero completano la comprensione. Definizioni, misure, storia e geografia, biologia e geologia, dati, curiosità, delucidazioni, interpretazioni, citazioni letterarie e poetiche sugli alberi e sui boschi, e sul nostro evoluto rapporto con loro.

 

Qiu Xiaolong

«Processo a Shangai»

traduzione di Fabio Zucchella

Marsilio

270 pagine, 18 euro

Shanghai. Una settimana di un maggio di pochi anni fa. Chen Cao continua a fare sogni bizzarri. L’ex ispettore capo del dipartimento di polizia di Shanghai, uno dei pochi poliziotti capaci e onesti in circolazione, poeta e traduttore, eliotiano e buongustaio, autore di memorabili successi investigativi, casi speciali contro criminali e corrotti, è stato sollevato dall’incarico, rimosso e promosso come privilegiato funzionario del Partito, nominato direttore dell’ufficio per la Riforma del sistema giudiziario, privo di potere reale, ora pure a casa in imposta licenza di convalescenza. Legge, si stanca, salta i pasti, beve troppo caffè, è sempre nervoso e irrequieto. Un amico scrittore gli ha prestato “Poeti e assassini” (1968) del sinologo olandese Robert van Gulik (1910-1967), un libro in inglese, ultimo giallo della serie sul giudice Dee. Lo entusiasma fin dal titolo, tratta di un omicidio ai tempi della dinastia Tang (618-907 d.C.), politicamente corretto rispetto al contemporaneo regime a partito unico. Vecchio Cacciatore, poliziotto in pensione e padre di Yu (l’amico ispettore che lo ha sostituito dopo una lunga collaborazione da vice), lo chiama al numero riservato, proponendogli una consulenza ben retribuita presso un’agenzia di investigazioni: Min Lihua, affascinante raffinata chef e proprietaria di una “cucina privata”, ambita e costosissima, è stata accusata di aver ucciso la propria collaboratrice Qing, dopo che i pochi ospiti di una riuscita serata se ne erano andati. Chen dovrebbe capire cosa consigliare per scagionarla. S’interessa subito al caso, trova similitudini con il romanzo che sta leggendo, incrocia altri scandali con giudici e poeti, si dà da fare fra pericoli e minacce, e altri delitti. Fortunatamente lo aiuta Jin, l’alta slanciata graziosa intelligente giovane segretaria del suo ufficio. Il mistero è in realtà un noir politico, in corso d’opera decide di scrivere anche lui una novella storica sul giudice Dee.

Undicesimo ottimo episodio della magnifica serie ambientata in Cina e scritta in inglese negli Usa dal docente universitario di letteratura in Missouri Xiaolong – “piccolo drago” – Qiu (Shanghai, 1953), in terza fissa sul protagonista e talora sulla sua nuova preziosa assistente: potrebbe essere che siano reciprocamente attratti, nonostante la differenza d’età. I primi episodi erano stati ambientati subito dopo i fatti di Tienanmen (1989), che suggerirono, invece, a Qiu di fermarsi negli Stati Uniti. Ora siamo giunti ai giorni nostri, sappiamo che Chen esprime la vita parallela dell’autore se fosse rimasto in patria. Qui il personaggio conferma la lealtà personale alla verità e sembra aver finalmente capito che le cose in Cina non possono cambiare, nemmeno lentamente, soprattutto per chi apprezza legge e giustizia. Certo, tutto ruota intorno a un incredibile catena di coincidenze, pure il delitto della camera chiusa; tuttavia le coincidenze diventano circostanze, tutte legate da una lunga e invisibile fune rossa; vale la pena viverle con sagacia e passione, salvando quel che si può. Il contesto è l’accesa lotta di potere che sta infuriando a Pechino, Principi Rossi contro Leghe giovanili, niente di nuovo sotto il sole, sono simili alle fazioni dominanti agli inizi della dinastia Tang. Persistente efficace citazione di proverbi, detti, versi, neologismi e voci tratte da netizen. Ancora una volta il sesso vive un poco nei matrimoni combinati e nella prepotenza maschile, oppure sta tutto nei preliminari (non carnali). Continuo il parallelismo fra Chen Cao, autore e personaggio contemporaneo, e l’enigmatico giudice Dee, ispirazione di un altro eroe letterario. Vino e Maotai (il liquore). Quando gli programmano un seminario nella capitale, Chen osserva che forse è una questione del tipo “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”.

 

Angelo Carotenuto

«Le canaglie»

Sellerio

358 pagine, 16 euro

Roma. 1971-1977. Negli ultimi dieci anni la Lazio ha vinto varie Coppe Italia o supercoppe di calcio, recentemente sta andando molto bene anche in campionato. Gli scudetti risalgono al 1974 e al 2000. Complessivamente ha preso parte a 78 delle 89 edizioni disputate nella Serie A a girone unico, vincendo quei due titoli. La squadra degli anni settanta fu protagonista per molte consecutive stagioni, ne resta mitica memoria in tanti tifosi. Presidente era l’italoamericano Lenzini; in campo scendevano perlopiù il portiere Pulici, i difensori Martini, Oddi, Petrelli e Wilson (capitano), i centrocampisti Frustalupi, Nanni e Re Cecconi; davanti D’Amico,  Garlaschelli  e  “Giorgione” Chinaglia; allenatore Maestrelli. Il bravissimo competente raffinato giornalista sportivo Angelo Carotenuto (Napoli, 1966) ha scelto il documentato romanzo «Le canaglie» per raccontare quei folli maledetti anni a Roma, attraverso i mesti ricordi di un testimone paparazzo, ironico e malinconico, Marcello Traseticcio.

 

Giovanni Brizzi

«Le vie militari romane»

Il Mulino

136 pagine, 12 euro

Antica Italia. Oltre 2000 anni fa. Il termine strada indica vie “lastricata”, di pietre o ghiaia. I Romani ne furono artefici in quantità e qualità, ampiezza e tecnica (molto più dei Greci), spesso sovrapponendole a tragitti preesistenti. Le consideravano strumenti di organizzazione del territorio e controllo militare, collegamenti fra comunità importanti soprattutto per la manodopera, promotrici di scambi commerciali ed economie integrate. Il reticolo viario dell’impero toccò l’estensione di 53 mila miglia solo con gli assi principali. In «Le vie militari romane» l’emerito docente di Storia romana Giovanni Brizzi (Bologna, 1946) ne descrive le funzioni, spiega come si costruivano e cosa si incontrava lungo il percorso, poi ne esamina alcune in particolare, con l’ausilio di significative foto, tre fra le più note consolari: Appia (312 a.C.), verso Capua e poi Brindisi; Flaminia (220 a.C.) verso Fano e l’Adriatico; Emilia (187 a.C.) dal mare verso la pianura padana e il Nord.

 

Walter Mosley

«Charcoal Joe»

traduzione di Fabrizio Coppola

Bompiani Giunti

414 pagine, 18 euro

Los Angeles. Maggio 1968. Il 48enne afroamericano Ezekiel Porterhouse Easy Rawlins è in splendida forma. Ne sentivamo molto la mancanza. Da tre mesi ha avviato la propria agenzia investigativa WRENS-L in un quartiere bianco, con due dei migliori detective che conosce, l’ebreo Saul Lynx e Tinsford “Whisper” Natly, negro di St. Louis, soci alla pari, con una deliziosa receptionist meticcia, Niska Redman. Ognuno gestisce i propri casi da seguire, alla bisogna si aiutano. Non beve più, fuma solo una sigaretta al giorno, si sposta a piedi quando può. Ha due amati figli e una donna meravigliosa, Bonnie, hostess Air France, alla quale proprio quella sera ha deciso di donare un anello in oro e platino con un diamante da mezzo carato tagliato in modo strepitoso, per chiederle di sposarlo. Arriva nel suo ufficio Raymond Mouse Alexander, il fraterno amico 47enne, spregevole killer psicopatico, che non ha mai avuto un’occupazione onesta in tutta la vita e che ancora si guadagna la ricca sopravvivenza con una gang internazionale di rapinatori, lavorando come guardaspalle, picchiatore e tuttofare. Ora ha una nuova interessante prospettiva occupazionale e un messaggio d’emergenza da recapitargli: il pessimo potente Charcoal Joe si è beccato tre mesi di prigione per aver reagito a uno sprezzante commento razzista e ha comunque urgente bisogno di far scagionare un ragazzo 22enne laureato in Fisica, ingiustamente accusato di omicidio. Mouse consegna a Easy cinquemila dollari e lo invita a farsi spiegare tutto da Joe il giorno dopo al penitenziario. Risposta: «Cheddar o Blue?… vorrei solo sapere che formaggio avete messo in questa trappola». Il caso nasconde sordide tresche di varie criminalità organizzate con tanti soldi di mezzo. Bonnie lo ama ma se ne va, lasciandolo per un re storpio in sedia a rotelle. Ne capiteranno di tutti i colori (non solo della pelle).

Walter Mosley è in splendida forma. Ne sentivamo molto la mancanza. L’eccelso scrittore statunitense Walter Ellis Mosley (Los Angeles, 12 gennaio 1952), padre bibliotecario scolastico e madre impiegata ebrea, laureato in scienze politiche, da trent’anni scrive intensi bellissimi testi di tutti i generi. Il primo romanzo della serie Easy risale al 1990 (Devil in a Blue Dress, Sonzogno 1991), portato sullo schermo da Denzel Washington nel 1995; ne seguirono altri tredici, tuttavia cinque degli ultimi otto non sono stati mai tradotti e l’ultima versione in italiano risaliva al 2010, dieci anni fa. Un peccato: lode a chi lo riconsegna alle nostre librerie e ai concittadini lettori. La narrazione è in prima al passato, lo stile curato e pastoso, i dialoghi si confermano scoppiettanti e godibili, la trama un noir disincantato, mescolando varie minute altre storie ed emozioni, non solo violenza e denaro. Tanti muoiono. Siamo in un’altra epoca, si fa l’amore spesso nonostante le delusioni e ci si ferma dove capita a cercare un telefono con le monetine. Niente computer e molte antiche forme di razzismo: «è incredibile come due persone possano arrivare a odiarsi senza sapere nulla dell’altra». Ci accorgiamo che BlackLiverMatter è slogan necessario da quasi due secoli; qui il punto di vista è nero, o meglio marrone (le infinite sfumature del marrone sono descritte nei dettagli meticci) con la rabbia misurata, le cento intelligenti battute e i mille espedienti per non farsi sopraffare. L’autore cita spesso Darwin, anche esplicitamente. Confacenti titolo e copertina. Segnalo l’accumulatore compulsivo, a pagina 330, l’economia dell’amore, a pagina 372, e la duratura pozione di Mama Jo che fa concentrare su una cosa solo abbandonando le altre preoccupazioni. Qualche inghippo di lettura, causa traduzione o editing. Vino rosso e grande musica, nero o classica che sia.

 

Redazione
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