Calcio: crypto e trading

Football e tifosi nella rete di sponsor finanziari non autorizzati

di Lorenzo Buzzoni e Chris Matthews (*)

Piattaforme di trading online e crypto exchange del tutto prive di licenza sponsorizzano alcuni dei club calcistici più prestigiosi d’Europa. La Premier League è il campionato più esposto. In Serie A, sette squadre -Inter, Milan, Juventus, Atalanta, Bologna, Torino e Como- contano complessivamente undici sponsor legati al mondo del trading e delle criptovalute. L’inchiesta di Investigate Europe rivela un sistema che aggira le regole, lasciando tifosi e investitori senza protezioni

Oltre un terzo dei club delle cinque principali leghe calcistiche europee -Premier League, Serie A, Bundesliga, Liga e Ligue 1- ha stretto accordi di sponsorizzazione con piattaforme di trading online ed exchange di criptovalute per la stagione 2025-2026 per un totale di 53 partnership e 36 marchi coinvolti. 

La Premier League è il campionato più esposto, con il 70% dei club che ha almeno un partner nel settore delle criptovalute o del trading online. Seguono Italia e Spagna, entrambe con circa il 35% delle squadre coinvolte, poi la Bundesliga tedesca (33%) e, infine, la Ligue 1 francese, dove solo tre club hanno accordi di questo tipo. In Serie A, sette squadre -Inter, Milan, Juventus, Atalanta, Bologna, Torino e Como- contano complessivamente undici sponsor legati al mondo del trading e delle criptovalute. 

A livello globale il calcio continua ad attirare piattaforme di investimento e criptovalute. Secondo SportQuake, nella scorsa stagione gli exchange di criptovalute hanno speso 565 milioni di dollari in sponsorizzazioni sportive globali, di cui il 59% nel calcio, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Anche le piattaforme di trading hanno triplicato gli investimenti dal 2019, raggiungendo 183 milioni di dollari. Tuttavia una parte di queste piattaforme opera senza licenza nei Paesi dove sponsorizza club calcistici e figura nelle liste di allerta delle autorità di vigilanza finanziaria, esponendo tifosi e investitori a rischi legali e finanziari. 

Nell’agosto di quest’anno l’Inter ha firmato un contratto con Ultima Markets come “Asia trading partner”: una piattaforma di brokeraggio per Contratti per differenza (Cfd), strumenti finanziari altamente speculativi che consentono agli investitori di scommettere sull’andamento dei prezzi di azioni, valute, materie prime o criptovalute. Ultima Markets non è regolamentata nell’Unione europea né autorizzata dalla Consob, l’autorità italiana di vigilanza sui mercati finanziari. Nonostante questo il sito della società è anche in italiano e accessibile ai visitatori nel nostro Paese, dove offre “bonus sui profitti” e “rimborsi” in base ai risultati della squadra. Un portavoce del club ha dichiarato che “l’accordo con Ultima Markets si applica solo all’Asia e, all’interno dell’Asia, esclusivamente ai territori in cui lo sponsor dispone delle necessarie autorizzazioni”. 

Offrire servizi di investimento o di scambio di criptovalute senza autorizzazione è illegale e comporta rischi per i consumatori, tra cui la perdita totale dei fondi e l’assenza di tutele o meccanismi di reclamo. “I prodotti finanziari non possono essere venduti nell’Ue senza la supervisione di un’autorità europea -spiega l’Associazione europea dei consumatori (Beuc)-. Operare fuori dall’Ue significa agire fuori dalle norme sulla protezione degli investitori, dove le frodi sono frequenti”. 

Le piattaforme di trading non autorizzate nell’Ue o nel Regno Unito operano fuori dai limiti fissati dalle autorità, soprattutto sull’uso della leva finanziaria. Le norme europee e britanniche impongono un tetto di 1:30 per proteggere gli investitori al dettaglio, ma gli operatori non regolamentati individuati da Investigate Europe offrono leve molto più alte, come Ultima Markets, che arriva fino a 1:2.000. Le leve elevate consentono di controllare somme di denaro molto superiori al capitale investito ma amplificano allo stesso modo guadagni e perdite: bastano piccole variazioni dei prezzi per azzerare il conto. Per questo sono strumenti inadatti alla maggior parte dei risparmiatori. “Chi acquista questi prodotti spesso non ha un’adeguata educazione finanziaria, e il settore è ad alto rischio -osserva Kieran Maguire, esperto di Finanza calcistica dell’Università di Liverpool-. Le squadre di calcio sono marchi di prestigio, e le aziende li usano per guadagnare visibilità. Il mercato delle criptovalute, in particolare, è una forma di gioco d’azzardo con la ‘a’ minuscola”. 

Nel 2023, i club del campionato inglese hanno votato per eliminare le sponsorizzazioni di scommesse dalle maglie a partire dalla stagione 2026-2027. Con l’avvicinarsi della scadenza, le società di trading e crypto hanno colto l’occasione per occupare lo spazio lasciato libero dai bookmaker. Oggi più di due terzi delle squadre della Premier League espongono marchi legati al trading online o alle criptovalute, rendendola la competizione calcistica più esposta in Europa a questo tipo di sponsorizzazioni. 

Tra i 14 club della Premier che hanno almeno uno di questi partner c’è il Manchester City. Il suo partner ufficiale per le criptovalute è OKX. All’inizio di quest’anno, la società registrata alle Seychelles è stata giudicata colpevole di aver violato le leggi antiriciclaggio degli Stati Uniti e multata per oltre 500 milioni di dollari. OKX non è registrata come società di cripto-asset presso la Financial conduct authority (Fca) del Regno Unito, ma molti dei suoi prodotti restano accessibili ai residenti britannici. Sul proprio sito, l’azienda avverte che gli utenti non beneficiano delle tutele previste dalla Fca né del Financial services compensation scheme, ovvero il fondo di garanzia per i risparmiatori. 

Un altro caso riguarda TMGM, sponsor del Chelsea, anch’essa non autorizzata dalla Fca. Il suo sito permette agli utenti britannici di registrarsi, a condizione che accettino un disclaimer che riconosce esplicitamente l’assenza di licenza e di protezioni da parte delle autorità locali. 

“Una semplice dichiarazione di non responsabilità sulla mancanza di tutele per i consumatori non esonera un’azienda dalle proprie responsabilità -ha spiegato un portavoce della Fca-. Se promuovono o offrono prodotti o servizi regolamentati senza le necessarie autorizzazioni, possono essere in violazione della legge e potremmo intraprendere azioni contro di loro”. 

Investigate Europe ha inoltre individuato casi in cui società prive di licenza non informano affatto i consumatori dei rischi legati all’investire con una società senza licenza locale. È il caso di AIMS, sponsor del Tottenham Hotspur fino alla scorsa estate, che non è autorizzata dalla Fca ma consente comunque ai residenti nel Regno Unito di registrarsi senza alcun avviso sull’assenza di tutele o di supervisione da parte del regolatore. 

Situazioni simili emergono in Spagna, dove le piattaforme di trading online OnsaFX (sponsor del Getafe) e Felix Markets (partner del Levante) non sono autorizzate dalla Comisión nacional del mercado de valores (Cnmv), l’autorità spagnola che regola i mercati finanziari e protegge gli investitori, non mostrano alcun avviso e permettono comunque la registrazione agli utenti spagnoli. 

Investigate Europe ha inoltre individuato due casi in cui squadre di calcio hanno siglato accordi di sponsorizzazione con società di trading già segnalate dalle autorità finanziarie del Paese in cui operano. Le liste di allerta, pubblicate dai regolatori, servono ad avvisare il pubblico di operatori non autorizzati o potenzialmente fraudolenti. 

Il primo riguarda Gate.io, che nel 2024 ha firmato un contratto pluriennale da circa sei milioni di euro come “sponsor di manica” dell’Inter. L’exchange di criptovalute è oggi registrato in Italia nel Registro degli operatori in valute virtuali dell’Organismo degli agenti e dei mediatori (Oam), ma nel 2021 era stato segnalato dalla Consob per attività non autorizzate, con conseguente oscuramento del sito agli utenti italiani. 

Il secondo caso riguarda VT Markets: nella Premier League, il Newcastle United è alla sua seconda stagione con la società come “partner finanziario”. L’azienda offre servizi di trading su valute, metalli preziosi e materie prime, ma è inserita nella lista di allerta della Financial conduct authority dal 2023 e non possiede alcuna autorizzazione per operare nel Regno Unito. La Fca afferma che la società “potrebbe fornire o promuovere servizi o prodotti finanziari senza la nostra autorizzazione”. E che “è consigliabile evitare di trattare con questa società e di prestare attenzione alle truffe”. Il marchio VT Markets, già inserito anche nelle liste di allerta di Belgio, Italia e Danimarca, ha recentemente siglato una partnership con la federazione calcistica portoghese, promuovendo i propri servizi nel Paese senza disporre di una licenza locale. 

Secondo lo scrittore sportivo Martin Calladine, molti club “accettano soldi da organizzazioni di cui non conoscono né la sede né i proprietari”, affidandosi ad agenzie intermediarie che consentono di scaricare la responsabilità sugli sponsor. Negli ultimi anni diversi club calcistici europei hanno legato il proprio nome a piattaforme di investimento rivelatesi truffe, offrendo loro visibilità e credibilità mentre frodavano migliaia di consumatori. 

Nel 2020 il Siviglia FC ha firmato un contratto da sette milioni di euro con EverFX, società poi collegata al Milton Group, una rete criminale accusata di aver truffato investitori in tutta Europa. Secondo gli inquirenti spagnoli, EverFX era connessa a 170mila vittime e generava fino a 50 milioni di euro ogni tre mesi. 

Nello stesso anno il Leeds United ha siglato una partnership con FXVC, una piattaforma di trading online poi costretta dalle autorità a cessare le attività nel Regno Unito per pubblicità ingannevoli e pratiche di vendita aggressive che presentavano i Cfd come comuni investimenti azionari. Un tifoso del club ha raccontato di aver perso 341mila sterline in una sola settimana. 

“Se associ il tuo club a un marchio, stai suggerendo ai tifosi che ti fidi di loro -avverte l’esperto di marketing Tim Crow-. Devi essere assolutamente sicuro di aver fatto la dovuta due diligence, per evitare che i tuoi tifosi poi se ne pentano”. 

 

Questa inchiesta fa parte di Scam Europe, un progetto investigativo guidato e coordinato da Investigate Europe e da Balkan Investigative Reporting Network (BIRN).

Oltre ad Altreconomia, media partner dell’inchiesta in Italia, l’articolo è stato pubblicato su The Observer (Regno Unito) e Publico (Portogallo).

Il progetto ha ricevuto il sostegno del programma IJ4EU (Investigative Journalism for Europe)

(*) Link a testo e immagini originali: https://altreconomia.it/crypto-e-trading-calcio-e-tifosi-nella-rete-di-sponsor-finanziari-non-autorizzati

 

Redazione
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