Carl Norac: «Mio padre e la prima pagina»

323esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

Mio padre e la prima pagina

Tutte le mattine, papà, leggendo la prima pagina del giornale
cade dalla sedia.

Vedendo le notizie, le stupidaggini presidenziali

qui da noi o in Paesi lontani,
cade dalla sedia.
Ha voglia di urlare parolacce,
di avvampare di rabbia ma, essendo educato,
non dice niente
e cade dalla sedia.
Quando il postino nella cassetta
lascia il giornale, mamma prepara i cuscini.
Papà raramente si fa male.
Dopo si rialza, sospira ventiquattro volte
poi ci abbraccia e se ne va.
È così tutti i giorni, solo che oggi
la sedia si è rialzata prima di lui.
Non ha sospirato, la sedia, non ha abbracciato nessuno.
Ci ha guardato storto,
come se la sapesse lunga su di noi, poi ci ha gridato
con un forte accento di paglia:
“Insomma, ditemi, al mattino appena svegli
non si potrebbe qualche volta parlar d’altro?”

[da «Il tuo nido, il mondo», traduzione di Silvia Vecchini]

(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piaccion. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana i versi da regalare alla “bottega”. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni, semprechè le cicale ogni tanto non vadano in vacanza. [db]

 

Redazione
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