Cento e passa pittori naif – 80, Surrealismi

Di Mauro Antonio Miglieruolo
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Con la presente puntata della grande rassegna giunta ormai all’ottantesimo capitolo (e credo ormai si siano già effettivamente esposti più di cento artisti naif) ritengo sia ampiamente giustificata l’ipotesi che formulavo all’inizio sulla ragione del perché della rassegna medesima. Perché, sostenevo, tra le arti figurative è quella che più si avvicina alla fantascienza. Le rappresentazioni non sono le stesse, lo spirito che muove l’artista uguale.
neosurrealism.artdigitaldesign.comMondi fantastici, mondi inventati, mondi di piena finzione rispetto al reale, al quale, con nostalgia e rimpianto, ci si vorrebbe avvicinare. Ma ci si avvicina attraverso la falsità di un ricordo, o di un mito (proprio come avviene con la fantascienza), si accosta un idillio piuttosto che la realtà.

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La rappresentazione spesso riguarda paesaggi, uomini e abitudini o che non sono mai stati o che non sono più, ormai morti, o agonizzanti, configurando realtà alle quali si vorrebbe ritornare, pur sapendo che è impossibile. Nello stesso modo che la fantascienza, fantasiosa e tecnologica, si tuffa nel possibile del futuro, nel quale tenta ricreare la medesima innocenza che il ricordo attribuisce al passato, ma che non è del passato, è invece dello sguardo che guarda, dal creatore che crea.

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La differenza tra i due è che l’una, l’arte naif, volge lo sguardo sempre al passato; e l’altra, la fantascienza, utilizza il presente e soprattutto il futuro cercando di eternizzarlo cogliendolo nella sua essenzialità e negli elementi costitutivi di quel domani che riproduce come domani, pur essendo indissolubilmente legato all’oggi.
Un futuro che finge di vedere, o intravvedere, mentre non fa altro che rimpiangere il presente che se ne va per potersi rendere conto che se ne va.

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Il presente, quella sorta di linea di confine, spazio di librazione, nel quale si muove e si vive istante per istante, scivola tra le dita degli uomini, nelle loro menti, come sabbia fina di mare. Se ne va. Ha il suo da fare altrove. Nel ricordo attraverso cui costruisce persone e cose.
E ne va e ritorna. Torna ad andare per subito, quasi prima di essersene andato, restituirsi al punto di partenza.
La fantascienza, dopo essere stato reminiscenza, solidale con il naif, finisce all’esatto opposto, si manifesta come fluttuazione, ambiguità, attesa. La dove invece il naif è fragilità, già visto, sogno…
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Con la presente puntata sulle realizzazioni dei surrealisti, tendenza artistica che ha avuto un peso massiccio nella formazione dello spirito fantascientifico, ancora più che determinate espressioni del naif, è possibile sottolineare la contiguità di molta arte moderna con la fantascienza. Là dove a livello letterario l’accademia ha ripudiato e ripudia la letteratura tecnologica-speculativa, allontanandosi programmaticamente dalle modalità adottate dal genere (e non solo per il piglio popolaresco che contraddistingue la fantascienza), altre forme espressive, in altri luoghi e a causa di meno irrigidite personalità, invece non hanno esitato a effettuare, nel loro campo, la stessa operazione compiuta dalla fantascienza: esplorare l’inconscio, porre in discussioni modalità espressive e forme consolidate dalla tradizione, triturare la realtà per farne emergere l’intima essenza, lavorare di fantasia prima che con gli strumenti della cultura tradizionale.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. E se non lo sono, provvedo con questa piccola, ma preziosa rassegna nella rassegna. Spero risulterà gradita.

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A noi, a me almeno, dopo le contorsioni ottiche di questi surrealisti, resta la bellezza delle immagini acquisite in 60 anni di onorata carriera fantascientifica. Resta il gioco di illustrazioni che sono date per divertire, prima che per edificare. Ma che comunque edificano, insegnano.
Tra inclinazione surrealista e naif fantascientifico esiste minore differenza di quanto si creda. O almeno, minore di quanto sembrano credere determinati letterati che la fantascienza sprezzano a priori, senza conoscerla.
No, non sono stupidi: sono solo reazionari, che sanno bene i pericoli insiti in una letteratura (e in una illustrazione) che si muove sul piano inclinato della speculazione; e che rischia di sfociare nell’aperta contestazione. Non del solo stato, ma di tutto l’esistente. Cultura accademica inclusa.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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