Cinema: tutto cominciò…

il 22 marzo 1895 con gli operai (e le operaie) che uscivano dal lavoro

di Fabio Troncarelli

Il 22 marzo 1895, presso la Société d’encouragement pour l’industrie nationale di Parigi, Auguste e Louis Lumière mostrano a uno sparuto pubblico «La sortie des usines Lumière», il primo film della storia. Girato davanti all’ingresso della fabbrica di materiale fotografico di proprietà dei due fratelli, è un unico piano sequenza lungo quarantasei secondi. L’inquadratura, fissa, riprende un grande portone e una porta più piccola, sulla sinistra: da lì esce una folla di operai, a piedi, in bicicletta e anche in carrozza.

Louis e Auguste (nati a Besançon) Lumière avevano studiato alla Martinière, il più importante istituto tecnico di Lione ed erano figli di Antoine, un fotografo e pittore intraprendente, che aveva aperto un laboratorio di fotografia a Lione e in seguito una fabbrica di materiali fotografici alla periferia della città a Monplaisir.

Nel 1881 Louis, a soli diciassette anni aveva inventato un procedimento fotografico istantaneo, chiamato Étiquette bleue, che ebbe un enorme successo commerciale. Molti i brevetti che i due fratelli depositano fra il 1885 e il 1912, quasi tutti su tecniche e macchine fotografiche. Il più celebre è senza dubbio quello dell’Apparecchio per la visione di materialecronofotografico, depositato il 13 febbraio 1895, l’archetipo del proiettore cinematografico.

In realtà l’invenzione era nell’aria da tempo. Nel 1869 i due fratelli Hyatt avevano inventato negli Usa la celluloide – il materiale di supporto per le riprese – che nel 1884 fu messa in commercio in forma di fogli di celluloide emulsionata per macchine fotografica. La Eastman Dry Plate and Film Company divenne la principale azienda di questo mercato.

Il 9 aprile 1889 Harry Reichenbach, un giovane assistente di Eastman, depositò il brevetto per la formula definitiva del supporto filmico flessibile trasparente e da allora fu introdotta nell’uso comune la parola «film» per indicare le “pellicole sensibili trasparenti” utilizzate dalla macchina fotografica Kodak, il nuovo apparecchio fotografico venduto da Eastman.

Nessuno però immaginava che fosse possibile riprodurre immagini in movimento. Per giungere a tanto ci volle un passaggio ulteriore.

Nel 1889 la macchina Kodak fu utilizzata per fini scientifici da un celebre fisiologo, Étienne Jules Marey, che aveva perfezionato un sistema di fotografie successive a brevissima distanza di tempo, per registrare le varie fasi del movimento degli esseri umani e degli animali. Questo metodo si chiamava crono-foto-grafia cioè “scrittura del tempo attraverso la luce” e da questo nome venne poi la parola cinemato-grafia, che alla lettera vorrebbe “scrittura in movimento”. Marey costruiì nel 1889 una macchina fotografica a pellicola, che gli permetteva di realizzare i suoi proto-film col fine di una più precisa osservazione scientifica del moto. Tuttavia le pellicole dell’epoca erano assai corte, da uno e due metri e duravano pochissimo; non erano neppure perforate ai due lati in modo da disporle su un rullo (cosa che venne fatta subito da altri). Ma erano destinate a un grande avvenire.

Negli Stati Uniti l’inventore e industriale Thomas A. Edison, dopo aver visto nel 1889 a Parigi gli apparecchi di Marey e di Émile Reynaud (che aveva creato un “teatro ottico” per proiettare immagini dipinte a mano su una lunga striscia di gelatina perforata a intervalli regolari) realizzò nel suo laboratorio di West Orange una macchina da presa con pellicola perforata. L’invenzione fu perfezionata da George Eastman e la sua équipe, realizzando nel 1893 una pellicola più piccola e pratica di quella in commercio: il film a 35mm ottenuto tagliando a metà l’ingombrante pellicola Kodak normale che misurava 70mm. La nuova pellicola venne perforata con quattro buchi rettangolari su ciascun lato, in modo da poter scorrere facilmente montata su un rullo, “proiettando” le immagini in rapida successione. Ciò permetteva di mostrare il movimento di un corpo anche se l’effetto ottico risultava “a scatti”.

Da questo alla macchina da presa il passo è breve. Thomas Edison e il suo assistente, William Kennedy Laurie Dickson, inventarono subito una macchina da presa (il kinetografo) e un visore (il kinetoscopio) che permetteva di guardare attraverso un oculare un film 35mm – lungo 15 metri – in cui si vedeva una piccola scena ottenuta da una serie di fotografie in rapida successione. Fra il 1890 e il 1895 i due realizzarono centoquarantotto film e li proiettarono nella Black Maria, il teatro di posa costruito a West Orange con le pareti interne dipinte di nero, per dare uno sfondo omogeneo ai filmati. In alcuni di loro si vedevano scenette di gusto popolare: trucchi di prestigiatori, spettacoli di vaudeville con ballerine e uomini forzuti, performance del Buffalo Bill’s Wild West Show, incontri di boxe o di lotta tra galli.

Nel settembre 1894 Antoine Lumière partecipò a Parigi a una delle prime dimostrazioni in Europa del kinetoscopio di Thomas Edison. Intuì immediatamente che poteva fare di meglio. I kinetoscopi, disposti in batterie, mostravano piccole immagini di fotografie animate a singoli spettatori. Lumière pensò subito che si doveva scoprire il modo di proiettare immagini più grandi e farle vedere a una sala di spettatori seduti (e paganti) come a teatro. Immediatamente cominciò a sperimentare ogni sorta di diavoleria a Monplaisir. Senza successo. Poi ci provò il suo primogenito Auguste che, di fronte alla spregiudicatezza aggressiva del padre, aveva fatto sempre la figura del tonto. Neppure lui riuscì a cavare un ragno dal buco. Tra i due litiganti, godette il terzo: il piccolo Louis Lumière, il figlio maggiore geniale , abituato ad accontentarsi delle briciole del padre-padrone e del fratello maggiore.

Louis aveva già prodotto brevetti su brevetti, a rotta di collo. E nel dicembre 1894, il genietto inventò un sistema di scorrimento della pellicola e di arresto sull’immagine che, grazie al fenomeno della persistenza retinica, era in grado di fornire la perfetta illusione del movimento. La sua idea fu creare un apparecchio facile da usare, in grado di riprendere le immagini, stamparle, svilupparle e infine proiettarle.

All’inizio del 1895 un caporeparto della Lumière fu spedito negli Stati Uniti per acquistare alla chetichella fogli di pellicola flessibile e trasparente presso la New York Celluloid Company. Tagliato in strisce di 35mm, come aveva fatto Edison, e perforato (un’unica perforazione tonda per fotogramma, a differenza di Edison) questo supporto, sufficientemente affidabile per uno scorrimento veloce, permetteva di ottenere una striscia unica: 17 metri di pellicola che mostravano 16/18 immagini al secondo, per un tempo di circa 50 secondi.

Fioccarono immediatamente altri brevetti: uno, il 2 febbraio 1895, per «un apparecchio reversibile che consente di riprendere e di proiettare delle vedute animate»; l’altro, il 13 febbraio, per «un apparecchio che serve a ottenere e a guardare prove cronofotografiche» (il nome cinématographe, depositato nel 1892 da un altro inventore – Léon Bouly – sarà utilizzato solo più tardi da Lumière).

A marzo 1895, Louis e Auguste si recarono a Parigi, al 44 di rue de Rennes, presso la sala conferenze della Société d’Encouragement pour l’Industrie nationale e si accordarono per presentare il frutto del loro lavoro: il primo film. Ma il film non era stato ancora girato! E allora, non sapendo a che santo votarsi, decisero che la cosa più semplice era fare tutto in famiglia. Louis si piazzò di fronte alla fabbrica di famiglia e girò senza problemi la Sortie d’usin. Il primo film della storia venne così girato a Lione in chemin Saint-Victor, successivamente ribattezzato nel 1924 rue du Premier-Film.

Nessun documento ci può dire la data esatta di questa ripresa. Però si sa che fu girata fra il 15 e il 20 di marzo 1895 e poiché il 19 marzo fu l’unica giornata di sole è verosimile che sia questa la data della prima ripresa della storia. Era martedì. Verso mezzogiorno, all’ora in cui gli operai escono per andare a pranzo.

Il 22 marzo 1895 a Parigi, Louis e Auguste proiettarono Sortie d’usine di fronte ai loro colleghi scienziati con un prototipo costruito a Monplaisir dal caporeparto Charles Moisson. Il successo fu immediato.

La prima proiezione pubblica a pagamento fu organizzata alcuni mesi dopo a Parigi, il 28 dicembre 1895 nel seminterrato di quello che oggi è l’Hotel Scribe. Nei giorni successivi, migliaia gli spettatori si precipitarono nella sala. Ben presto si aprirono sale dovunque: a Parigi, aBoulevard Saint-Denis; a Lione nella rue de la République; in altre città francesi; in tutta Europa. Nove mesi dopo la prima proiezione, nel dicembre 1895, ci fu la prima rappresentazione di un film anche in una sala del porto di Shanghai.

Nel frattempo gli operatori dei Lumière si sguinzagliarono in tutto il mondo per girare film che il pubblico potesse apprezzare. E spuntarono come funghi i primi “editori” (Charles Pathé, Léon Gaumont) e i primi esercenti (spesso ambulanti).

In totale nel catalogo Lumière figurano quasi 1500 film, la maggior parte dei quali girati fra 1895 e 1904. Louis Lumière e i suoi operatori inventarono tecniche di ripresa e generi di film che tutti riprenderanno in seguito, come il montaggio a stacco delle scene; il travelling, che allora si chiamava panorama, ma anche il travelling in avanti dalle locomotive di testa; inventarono l’effetto speciale (Demolizione d’un muro); la gag (L’innaffiatore inaffiato); il film comico (L’amoroso nel sacco); il réportage d’attualità (Inondazione sulle banchine del Rodano).

La grande avventura del cinema era cominciata.

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