«Codice Hercules» di Jack McDevitt

db legge e poi s/ragiona sul primo contatto con gli alieni

Ecco il messaggio. Finalmente. Gli scienziati terrestri intercettano gli impulsi di una stella pulsar: troppo irregolari – dunque artificiali – perchè non seguano una logica. E già questo presuppone una tecnologia superiore, a noi ignota. Ci sarà un codice per decifrare il testo? E riusciranno gli scienziati a farsi capire dagli umani spaventati e in particolare da quei particolari bipedi chiamati burocrati, politici e militari? Anche perchè bisognerà trovare una posizione comune… ma «noi non abbiamo mai agito in quanto specie».

Urania ha ristampato (*) l’edizione aggiornata del romanzo «Codice Hercules» – nella traduzione di Marcello Jatosti – del 1988. Ben pensato e piacevolmente scritto. Non passerà alla storia ma assicura un paio d’ore con intrecci, piccoli colpi di scena, azione, frammenti d’amore non banale, personaggi realistici, pensieri sulle grandi questioni.

Frasi meritevoli di essere citate? Parecchie. A esempio sulla questione se gli alieni abbiano un’anima e come reagirà il Vaticano di fronte a questa novità galattica. Uno dei protagonisti riassume così i suoi dubbi: «Come facciamo a prendere sul serio l’agonia di un Dio che ripete (su altri pianeti) la sua passione? Chi muore più volte, con infinite variazioni, su un’infinità di mondi, in un universo che potrebbe essere a sua volta illimitato». Un dio tutto per noi? Non è un mio problema ma posso intuire perchè chi crede vorrebbe l’esclusiva.

Questo ennesimo romanzo sul “primo contatto” mi ha fatto venire in mente che io e il mio fantasocio Riccardo Mancini ci mettemmo – era la metà degli anni ’80 – a stendere una meticolosa lista del modo in cui gli alieni avrebbero potuto mandarci messaggi. In un tranquillo pomeriggio di memoria e pazzia tirammo giù una lunga giusta: quel che avevamo letto o visto al cinema più quello che ci sembrava possibile. Un grande, folle lavoro che volentieri vi offriirei… se ritrovassi gli appunti (cos’è questo rumore? Ah, certo: db che si mangia le unghie fino ai gomiti e forse piagnucola). E allora chiedo ai grandi “catalogatori” che abbondano il Marte-dì. Qualcun altro ha provato a fare una seria lista? E se sì dove si può trovare? Grazie, prego, scusi, tornerò.

(*) era in edicola a luglio ma io l’ho recuperato solamente adesso; dunque se vi vien voglia di leggerlo dovete cercare l’e-book oppure scrivere all’Ufficio Arretrati di Urania (o andare in una buona biblioteca).

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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