Curon/Graun

di Susanna Sinigaglia

Triennale Teatro dell’Arte

Stagione 2019-2020

Curon/Graun

OHT Office for a Human Theatre

in collaborazione con l’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

È un lavoro molto originale. Non si tratta tanto di teatro quanto di una serie di immagini create dalla presenza sul palco di un campanile solitario di cui leggiamo la storia proiettata con scritte bianche su pannelli scuri. Il campanile, costruito nel 1357 insieme alla chiesa di Santa Caterina, appartiene a un paese denominato Curon Venosta (Graun in tedesco) e sorge dalle acque di un lago artificiale, il lago di Resia, formatosi a seguito della costruzione di una diga che ha determinato la confluenza del lago naturale di Curon con quello altrettanto naturale di Resia nel 1950. L’operazione era finalizzata alla produzione di energia idroelettrica per il nord Italia e affidata alla Montecatini spa. Per gli abitanti di Curon e Resia, che sorgevano in riva ai due laghi, non vi fu scelta: dovettero abbandonare le proprie case e attività, persero tutto. Soltanto il campanile venne (in parte) risparmiato e ha continuato a essere il testimone muto di un dramma che sembrava già presagio della tragedia del Vajont tredici anni dopo.

All’inizio della performance compare solo il campanile nella sua fragilità spettrale. La costruzione sul palco sembra vacillare mano a mano che la fioca luce che l’illumina passa dall’ocra scuro

 

 

 

 

 

 

 

al blu cobalto al quasi nero

 

 

 

 

 

 

 

e mostra due lati del campanile, le finestre ogivali in alto e gli orologi sottostanti.

Alla fine del racconto esposto sui pannelli, dalla base del campanile comincia a sgorgare un fiotto d’acqua che diventerà sempre più copiosa fino a sommergerlo completamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Così la sua presenza diventa ancor più surreale, sembra una miniatura in una boccia di vetro.

I vari passaggi sono scanditi dalle musiche di Arvo Pärt, un compositore estone le cui variazioni sulla sua opera, Fratres, sono eseguite in modo intenso e commovente dall’Orchestra sinfonica Giuseppe Verdi. A intervalli, tra una frase e l’altra, sembra di sentire i rintocchi a lutto delle campane – evocati dallo stile tintinnabolare di Pärt – che furono estratte dal campanile prima dell’allagamento.

Si narra che durante le notti invernali, quando il lago di Resia è completamente ghiacciato, si sentano ancora i rintocchi-fantasma delle campane, un lungo lamento per una ferita che non potrà rimarginarsi.

Ora sullo schermo in fondo, scorrono le immagini di un video girato proprio circumnavigando il lago nel periodo invernale.

Si scorge qualche caseggiato qua e là; infine il campanile

 

 

 

 

 

e lo stabilimento della Montecatini che deturpa inesorabilmente il paesaggio.

 

La performance si conclude con un fermo immagine sul campanile al cui interno, dietro le finestre, sembrano ondeggiare due piccole ombre misteriose indistinte…

 

 

 

 

 

 

 

 

https://www.triennale.org/eventi/oht–office-for-a-human-theater/

Susanna Sinigaglia
Non mi piace molto parlare in prima persona; dire “io sono”, “io faccio” questo e quello ecc. ma per accontentare gli amici-compagni della Bottega, mi piego.
Quindi , sono nata ad Ancona e amo il mare ma sto a Milano da tutta una vita e non so se abiterei da qualsiasi altra parte. M’impegno su vari fronti (la questione Israele-Palestina con tutte le sue ricadute, ma anche per la difesa dell’ambiente); lavoro da anni a un progetto di scrittura e a uno artistico con successi alterni. È la passione per la ricerca che ha nutrito i miei progetti.

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