Estremisti noi?

La “bottega”, la disperazione e il parlar chiaro

Il 14 settembre mi è arrivato un msg firmato «E. P.» (se la mia memoria un po’ funziona non conosco alcun Ep).

Il msg è breve.

«Ben fatta la bottega ma siete un po’ estremisti».

Mmmmmm.

Rispondo… chiedendo chiarimenti. Così:

«Grazie, ma estremisti in che senso? Su tutto?

db

PS: ci conosciamo? Ho la memoria a gruviera ma Ep non mi suona…».

Dopo 12 giorni decido che Ep non vuole rispondermi.

Ep – anzi epperòperonpomperonperò – la cosa mi interessa. Chi sono gli estremisti?

Provo a riflettere. (*)

Chiariamoci intanto sul significato “tecnico”. Se digito in rete compare questa definizione: «Chi, nella politica o in altri campi, appartiene all’ala estrema di uno schieramento, propugna le idee più radicali o più avanzate, propende per azioni o soluzioni drastiche».

Non è un insulto, mi pare.

Potrei riconoscermi, sento il bisogno di soluzioni drastiche.

Vorrei chiarire però che gli estremismi sono tanti nel pianeta dove abito (lo stesso di Ep, suppongo). A me pare – anzi, sono certo – che «l’ala estrema» dello schieramento (capitalistico) è al potere da tempo e nello scenario internazionale propugna, anzi porta avanti, azioni molto «drastiche» contro i diritti di chi lavora, a favore dei ricchi, contro l’ambiente e la salute, per favorire le guerre invece della “diplomazia” ecc. Su questa analisi di fondo credo la piccola redazione della “bottega” concordi.

Se la situazione è così estrema, le persone ragionevoli dovrebbero essere molto-molto-molto preoccupate e impegnarsi a contrastare ogni giorno l’estremismo dall’alto con «no» netti (alla Tav per dirne una italiana) e controproposte radicali (ma anche il quotidiano agire, ove possibile) dal basso.

Facciamo un solo esempio fra i tanti di “casa nostra” ma con ricadute in uno scenario più grande.

«Gliele canta chiare, eh» diceva un mio occasionale “compagno di chiacchiere” giorni fa (ma dopo il msg di Ep) a proposito del post di Salvatore Palidda intitolato Lo sporco baratto italo-libico e il neo-genocidio liberista dell’UE. Sì, parole molto nette soprattutto per chi è abituato alle censure, al dire/non dire, agli eufemismi e ai servilismi del linguaggio, alle pigrizie del non cercare i fatti e/o del non ragionare. A mio avviso se qualcuno si stupisce di una simile analisi vuol dire che è assai disinformata/o. I fatti sono quelli purtroppo e Palidda usa anche parole molto forti («genocidio») perché necessarie: l’estremismo è di chi sta affamando il mondo, lo getta in guerre continue, ne saccheggia le risorse senza preoccuparsi neppure dei disastri climatici. Nel caso del «baratto italo-libico» l’estremismo è del governo italiano che farà morire più persone di prima ma è preoccupato solamente che accada “lontano dagli occhi”: il lavoro sporco lo faranno altri ma… pagati (ben pagati) da noi o meglio da Minniti&Co ma con i nostri soldi.

Io credo che noi oppositori allo “stato presente delle cose” oggi dobbiamo essere estremisti – cioè siamo obbligati a costruire soluzioni radicali per rovesciare questo sistema assassino, per edificarne un altro di segno opposto – per legittima difesa, per urgenza, insomma perché non potremmo fare altrimenti.

Poi ci sono – da ogni parte e dunque anche fra noi «resistenti» – alcuni estremisti sciocchi, “parolai” o settari. Ma questo è un altro discorso.

Mi fermo qui? O andiamo avanti a discuterne?

(*) con voi se volete, nel senso che sono graditi gli interventi o i commenti di chi passa ogni tanto in “bottega”.

LA VIGNETTA E’ DI VINCENZO APICELLA.

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

5 commenti

  • Oggi sarebbe possibile incidere su cose importanti anche solo se portassimo veramente avanti quello che sosteniamo.

    Es. Acquisto F-35, armi vendute all’ Arabia Saudita, non ratifica da parte dell’ Italia del Trattato ONU per la proibizione delle armi nucleari.
    Se tutti colo che si dicono contrari alle tre questioni si muovessero nella direzione sostenuta a parole, già ci sarebbero enormi cambiamenti nella politica internazionale e italiana.
    Ma così non è.

    Siamo però in tempo a cambiare atteggiamento. Il 21 ottobre è annunciata una manifestazione nazionale per i diritti dei migranti, possiamo partecipare con striscioni e cartelli contro il mercato delle armi. Non è impossibile e lo hanno fatto con decine, forse centinaia, di cartelli e striscioni il 26 agosto a Barcellona manifestando dopo l’ attentato terrorista.

  • mi sento di consigliare sommessamente al/alla signor/a E.P. la visione del film “L’ordine delle cose” di Andrea Segre, giusto per iniziare a ragionare di qualcosa.

  • Mi raccomando, quando citate ANDREA SEGRE, specificate bene che non è ANDREA SEGRE’ presidente della Fondazione F.I.C.O. e pappa e ciccia con Farinetti e C., altrimenti poi nascono confusioni, incazzature e fin’anco manifestazioni di estremismo fisico, ma nei confronti di DB.
    Ho già l’orticaia.

  • Francesco Masala

    Barry Morris Goldwater (politico 1909 – 1998)

    „Vorrei ricordarvi che l’estremismo nella difesa della libertà non è vizio. E mi permetto di ricordarvi anche che la moderazione nel perseguimento della giustizia non è una virtù.“

    Goldwater era uno di destra, ma quella frase mi è sempre piaciuta

    negli ultimi anni da senatore condusse una battaglia personale contro la crescente influenza che aveva la Destra religiosa in seno al Partito Repubblicano. Il conservatorismo libertario di Goldwater prevedeva infatti posizioni liberali su questioni etiche, come aborto e diritti ai gay, distinguendosi in questo modo dalla componente di partito spiritualmente più strutturata.

    Anche dopo la scadenza del suo mandato nel 1987 continuò ad occuparsi di politica, preoccupando ulteriormente l’estabilishment repubblicano per le sue posizioni sempre più liberali, dal sostegno ai diritti gay alla legalizzazione

    (da wikipedia)

  • Se chiamare le cose con il loro nome è estremismo, ben venga. Se prendere una posizione chiara, e motivarla con coerenza, è estremismo, ce ne faremo una ragione. Io sto con la Bottega..

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