Fontana, Leone, Nappi, Rosati, Tedeschi e…

e Westerman con il duo Gazale-Tedde

7 recensioni di Valerio Calzolaio

Claudio Rosati

«Musei in Toscana dentro e fuori la cornice»

Compagnia dei Santi Bevitori

186 pagine, 13 euro

Toscana. L’invisibile da migliaia di anni. Secondo il grande intellettuale Pomian i musei ci fanno vedere l’invisibile. Giusto. Frequentiamoli. Se vivete o capitate in ogni regione d’Italia o del mondo ne troverete qualcuno che vi aggrada. Lo storico e ricercatore Claudio Rosati (Pistoia, 1949) da una vita progetta e organizza musei, ci vive e ne scrive, così intanto qui narra le gesta mirabili di 53 immensi o minuscoli degli oltre settecento “Musei in Toscana”, dall’ecomuseo del Casentino alla terrazza del museo di Santa Maria della Scala, transitando per tutti i capoluoghi e vari deliziosi borghi, tra archeologia e ciclismo (e ricami e marmi e tanto altro), con collezionisti volontari artisti scienziati custodi. Una guida, certo, da aprire in vista di un viaggio, ma anche una narrazione erudita e chiara nella storia e nella geografia di un gran bel pezzo d’Italia. Non ci sono gerarchie o graduatorie, solo memoria e curiosità. Ricca bibliografia finale e opportuno indice dei nomi.

 

Ugo Leone

«π. Tratti di una storia»

Doppiavoce editore

60 pagine, 12 euro

Pietro Greco nacque a Barano d’Ischia il 20 aprile 1955, la vita gli è sfuggita di cuore e di mano il 18 dicembre 2020, fu chimico e giornalista, divenendo il più bravo comunicatore scientifico della sua e nostra epoca. Ha scritto di tutto e di più: una settantina di libri; centinaia di curatele, prefazioni, introduzioni, saggi; migliaia di recensioni; oltre 1500 pezzi solo nel periodo della pagina Scienza dell’Unità; trasmissioni radio e tv, soprattutto per Radio Tre Scienza; relazioni conferenze lezioni. Ha girato in lungo e largo l’Italia, seguito eventi internazionali, intervistato scienziati e Nobel (da ultimo l’amico fisico Giorgio Parisi). Raccontarne minuziosamente opere e gesta sarebbe un dovere sociale e accademico. Intanto, si cominci a leggere questa utile preliminare breve biografia: “π. Tratti di una storia”. Non poteva che scriverla un grande ambientalista e studioso, l’amico Ugo Leone (Napoli, 1940), che aggiunge una bella lettera alla sua collana delle parole.

 

Gianfranco Nappi

«Dedicato a Enrico Berlinguer. Per un mondo nuovo di pace e di giustizia»

con una selezione di suoi testi

Infiniti Mondi (numero speciale)

256 pagine, 20 euro

Italia. 1922-1984. Il 25 maggio 2022 ricorre il centenario della nascita (a Sassari) di Berlinguer. L’ex deputato campano Gianfranco Nappi (San Paolo Bel Sito, Napoli, 1959) raccoglie in un bel volume alcune acute meditate riflessioni (“appartengo all’ultima generazione venuta alla politica” con lui), un breve racconto che gioca con la storia (se non fosse morto a Padova durante la campagna elettorale per le europee 1984) e una selezione di testi e interventi del segretario, scritti fra il 1977 e il 1984. Le introduzioni a “Dedicato a Enrico Berlinguer” sono inevitabilmente due: la prima, redatta immediatamente dopo l’aggressione russa in Ucraina e l’inizio della guerra (“nessuno sa come finirà. Quando. Con quali ulteriori costi…”) si immerge nell’ attuale crisi organica del mondo; la seconda spiega (con rimandi e citazioni di illustri personalità) la permanente forza ispiratrice dell’esperienza berlingueriana di direzione del Partito Comunista Italiano, soprattutto negli ultimi anni.

 

Giorgio Fontana

«Il mago di Riga»

Sellerio

126 pagine, 13 euro

Barcellona. 5 maggio 1992. Ultima ufficiale partita di torneo di scacchi per Michail Tal’ (Riga, Lettonia, 1936 – Mosca 1992) “Il mago di Riga”, appassionatosi piccolo al gioco nello studio d’attesa del padre medico, maestro internazionale dal 1957, poi il più giovane campione del mondo della storia (1960) fino al 1985 (Kasparov), grande artista e attaccante pedonale, virtuoso e ironico, empatico e viveur, con i vizi del fumo e dell’alcol, oltre ai gravi problemi di salute. L’ottimo scrittore Giorgio Fontana (Saronno, Varese, 1981) narra in terza persona al passato lo svolgimento esatto di quella partita (secondo il successivo resoconto tecnico dell’avversario Vladimir Akopian) inserendovi i romanzati pensieri di Tal’, accanto a plausibili brevi spunti sui suoi trascorsi biografici, ricordi aneddoti memorie storie tratti da una appassionata ricerca documentaria. Morrà scheletrico nemmeno due mesi dopo quella partita, resta indimenticabile nella teoria e nella pratica degli scacchi.

 

Vittorio Gazale e Stefano A. Tedde

«Le carte liberate. Viaggio negli archivi e nei luoghi delle colonie penali della Sardegna»

Carlo Delfino editore

382 pagine

Sardegna. Da oltre un secolo. Le colonie penali nascono circa due secoli fa e con l’Unità entrano nella legislazione italiana. In Sardegna vengono istituite a fine Ottocento con l’obiettivo di bonificare e rendere produttivi terreni marginali, generalmente paludosi e infestati dalla malaria. A oggi sono otto le esperienze che possono essere analizzate: i due pioneristici esperimenti di San Bartolomeo (annesso al bagno penale di Cagliari) e Cuguttu (Alghero); le tre dismesse di Castiadas, Tramariglio e Asinara; quelle ancora attive di Isili, Mamone e Is Arenas. Attraverso una lunga ricerca archivistica e documentaria, la collaborazione delle carceri e il lavoro di molti detenuti appositamente formati, Vittorio Gazale e Stefano A. Tedde hanno curato e redatto un interessante volume di grande formato, con numerose foto d’epoca. Non poteva che chiamarsi “Le carte liberate”, centinaia di storie emozionanti, testimonianze, azioni e reazioni dei reclusi inserite nel ricco contesto storico.

 

Pierluigi Tedeschi

«Un salto da Nino. Abbecedario della Libreria del Teatro»

Consulta librieprogetti di Reggio Emilia

234 pagine, 18 euro

Emilia. 1915-2021 e oltre. Da oltre un secolo a Reggio Emilia c’è una bella antica libreria. Chi la rilevò nel 1960 la ribattezzò Libreria del Teatro, ne fece un disordinato straordinario punto d’incontro nazionale aperto al confronto inatteso e non omologato, quasi 24h24 per lettori bibliofili curiosi poeti bambini intellettuali (basta vedere l’indice dei nomi). E iniziò pure il mestiere di spericolato editore. Nino Nasi (1927-2016) ha quindi offerto spunto postumo e sostanza culturale per fare anche noi “Un salto da Nino”, interessante divertente testo abbecedario dalla A di Amicizia (per la magnifica collezione de Il Piccolo Principe) alla Z di Zaratan (una lettore apocrifa del libraio), scritto ora dal veterinario scrittore Pierluigi Tedeschi (Reggio Emilia, 1963), con foto illustrazioni documenti; ricordi, interviste e tante altre collaborazioni; una postfazione di Panarari e anche racconti originali di quattro amici autori (Caliceti, Contiero, Ivanna Rossi, Zamboni).

 

Frank Westerman

«Noi, umani»

traduzione di Elisabetta Svaluto Moreolo

Iperborea

338 pagine per 18,50 euro

Pianeta, isole e terreferme. Sulle tracce dei nostri antenati. Il resto umano più antico dei Paesi Bassi fu trovato da un escursionista tra i detriti sputati sulla costa dalla pompa di una draga nel 2009. Era un frammento di cranio con una protrusione sopra le orbite oculari assente nell’uomo moderno, apparteneva al cacciatore Krijn, uomo di Neanderthal che vagava nella steppa dei mammut nel delta dei fiumi Tamigi, Reno e Mosa, tra i centomila e i quarantamila anni fa. Come sappiamo, la superficie terrestre, variabile rispetto a ciclici e specifici abbassamento e innalzamento del livello dei mari, è disseminata di fossili. Sulle isole, pertanto, troviamo un’evoluzione biologica che rompe ogni presunto normale lineare ordine. Se ne erano accorti separatamente sia Alfred Russell Wallace che Charles Darwin per le specie vegetali e animali che andavano valutando e comparando meno di due secoli fa. Successivamente si è visto valere parzialmente anche per le specie e le forme del genere Homo. Nel 2003 sull’isola indonesiana di Flores (a est della linea di Wallace, australe e non più asiatica) fu trovato lo scheletro del nano Flo, una donna perfettamente formata che da viva doveva essere alta un metro e quattro centimetri e aveva altre “anomalie” anatomiche rispetto a noi sapiens (pur essendo vissuta nelle ultime decine di migliaia di anni, in compresenza terrena con noi): il volume cerebrale di uno scimpanzé, arti da posizione eretta, piedi piatti adatti a percorrere lunghe distanze, che fecero individuare allora la specie Homo floresiensis. Su quell’isola la fauna abbondava di formati “anomali”, specie animali di proporzioni enormi (ratti e cicogne) oppure minuscole (elefanti), gigantismo e nanismo insulare. Vale proprio la pena approfondire e intersecare l’argomento con viaggi e ricerche di varie discipline. Partiamo insieme.

Il bravo scrittore ex giornalista inviato speciale Frank Westerman (Emmen, Olanda, 1964) nell’ottobre 2016 insegnò Reportage all’Università di Leida come guest writer. Iniziò le lezioni, spiegò subito ai propri studenti che scrivere un reportage è il frutto della capacità di stupirsi e propose loro a prendere parte al progetto di far nascere un libro investigando sui fossili, tramite letture, raccolta di dati empirici, visite, interviste e, soprattutto, il confronto collettivo sulle domande giuste e sui continui dubbi di esperti e autodidatti. Appese una carta geografica dell’Indonesia, segnalò che probabilmente potevano contarsi 17.508 isole, di cui più o meno un migliaio abitate, perlopiù oggi da islamici ma non solo (Bali induista, Ambon protestante, Flores cattolica). Come guida preliminare scelse l’archeologo missionario Theodor Verhoeven (1907-1990) e, insieme agli studenti (in parte diffidenti o riottosi), provò a lavorare come in una squadra investigativa, seguendo piste da fare invidia a uno scrittore di gialli. Il reportage non è un mollusco, ma un genere che appartiene alle forme vertebrate del racconto, che trae forza da una spina dorsale di fatti. E da una quindicina d’anni Westerman ne è maestro: pure in questo avvincente volume riesce a narrare scientificamente aspetti cruciali dell’evoluzione umana dalle origini, al confine fra romanzo e saggio, con riferimenti bibliografici finali ma senza indici di nomi o argomenti, partendo sempre da un aneddoto o da una curiosità (spesso riferiti ovviamente al proprio paese) o da spunti di storia della scienza (compresi rivalità e rancori), evitando di voler mettere troppi punti fermi e lasciandosi continuamente disturbare da ulteriori interrogativi.

 

 

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