Gaza: quanto contano i morti? Secondo i …

media italiani alcuni pesano come montagne mentre altri contano meno di uno Zero.

Fabrizio Melodia ragiona sulle “Nuvole s/parlanti” al Lucca Comix and Games 2023 e sugli “odiatori”. Poi consiglia alcuni libri a fumetti per capire cosa davvero accade nell’aggrovigliato inferno di Israele e Palestina.

Si è conclusa la più controversa e vessata edizione del Lucca Comics and Games 2023, con molte ombre e poche luci, come testimoniano le defezioni di autori di spicco del mondo delle nuvole parlanti, per primo ZeroCalcare, al secolo Michele Rech.

Il noto fumettaro – da sempre avverso a collusioni fasciste o di comodo – in modo elegante e discreto aveva fatto sapere che non avrebbe partecipato alla kermesse a causa del patrocinio dell’ambasciata di Israele, in coerenza con le proprie idee personali e artistiche.

Si è scatenata un’autentica baraonda con una risposta davvero barbina da parte del “Lucca Comics” che millanta il suddetto patrocinio in nome dell’inclusività. La locandina di questa edizione era realizzata dai bravi artisti israeliani Anaf e Tomer Honuka, ma le ambasciate rappresentano i governi e non i singoli. Sappiamo poi bene chi c’è al governo, sia come sindaco di Lucca, sia come presidente del Consiglio.

ZeroCalcare ha mostrato una coerenza e una sensibilità ammirevoli. Vivere in un recinto neoliberista provoca nausea e vomito, che lui ha riassunto in un fumetto pubblicato sul settimanale Internazionale, riassumendo quello che ha passato. Gli haters sono gentaccia ma anche fra gli appassionati di fumetti sono serpeggiate superficiali cattiverie da qualunquisti disinformati. Persino la cazzata che quella di Zero Calcare è solo una mossa pubblicitaria per avere più followers e aumentare le vendite, oltre alle royalties per la serie animata. Quante coscienze da armadillo (nel senso di corazza) si aggirano indisturbate, con l’ignoranza degli ultimi della classe e fra l’altro non hanno idea di quanto sfruttati e bistrattati siano i fumettisti.

Per fortuna altri hanno capito, persino seguendo l’esempio di ZeroCalcare, fra cui FumettiBrutti – al secolo Iole Signorelli – la tiktoker (cioè utente di Tiktok) La Biblioteca di Daphne e Amnesty.

Altri invece hanno preferito essere a Lucca ma per dare testimonianza diretta con azioni concrete, in particolare Leo “Ratman” Ortolani, presente allo stand con le sue cartoline «no ai massacri» a offerta libera il cui ricavato andrà devoluto per progetti solidali con la Palestina. Discorso analogo per i fumettari Maicol&Mirco, che hanno realizzato un volume antologico il cui ricavato andrà alle persone colpite a Gaza. In mezzo a tutto il marciume, a un festival sempre più commerciale con le iniziative culturali relegate in periferia, si intravede qualche spiraglio di luce. Anche se la lotteria dei biglietti per i firmacopie e il caos creato per la situazione non ha di certo facilitato le cose.

Se a qualcuno interessa conoscere la potenza del fumetto come denuncia, segnalo di seguito i titoli più interessanti inerenti al massacro del popolo palestinese da parte di Israele.

Iniziamo con il coraggioso Joe Sacco, pioniere del filone cosiddetto “graphic journalism”, il quale si recò in Palestina fra il 1991 e il 1992, realizzando veri e propri reportage a fumetti. Sacco in persona è il protagonista della vicenda narrata, con l’ intento di trasmettere in modo vivido e potente le emozioni e i fatti raccolti nei Territori Occupati. Vi consiglio dunque di immergervi in «Palestina», pubblicato da Mondadori, attraverso le testimonianze di profughi e persino di soldati. 

Altro interessantissimo fumetto di Sacco è «Gaza 1956» (sempre Mondadori) in cui ripercorre le origini della “Striscia” proponendo una fedele ricostruzione su quanto accaduto a Khan Younis e a Rafah nel novembre del 1956, in piena “Crisi di Suez” quando, secondo l’ ONU, le forze militari israeliane uccisero 275 palestinesi a Khan Younis il 3 novembre e altri 111 a Rafah il 12 novembre. Sacco raccoglie molte testimonianze nelle due città che si intrecciano con gli eventi della Seconda Intifada, la morte dell’attivista Rachel Corrie e lo scoppio della guerra in Iraq.

Veniamo a Maximilien Leroy, il quale disegnò la graphic novel «Saltare il muro» (001 Edizioni) quando era ancora ventenne dopo un soggiorno in Palestina nel 2008 testimoniando la vita dei suoi coetanei costretti al di là del lungo muro che separa uno Stato vero cioè Israele e uno smembrato, occupato, cancellato, la Palestina. Una vita limitata in ogni modo, dalla realizzazione personale dell’ amore fino a saltare idealmente il muro, sognando la libertà.

Una graphic novel che sarebbe da annoverare fra i testi a scuola è «Il mio miglior nemico» di Jean Pierre Filiu e David B (Rizzoli Lisard) i quali indagano il conflitto israeliano-palestinese dal un punto di vista della storia dei rapporti fra Usa e il cosiddetto Medio Oriente. Si parte ricostruendo più di due secoli di inimicizie, guerre e collaborazioni economiche, analizzate con chiarezza e spirito critico, grazie anche all’apporto fondamentale di Filiu, docente universitario ed esperto del mondo arabo, e ai fumetti di David B che sa bene come dare corpo alle idee.

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

Un commento

  • francesco giordano

    La storia attorno alla vicenda del Lucca Comics and Games 2023 lascia tanto amaro in bocca.
    Provo a spiegare perchè: che la iniziativa fosse patrocinata dallo Stato sionista e razzista di Israele si sapeva fin dall’inizio e nonostante tutto Zero Calcare assieme ad altri avevano deciso legittimamente di partecipare.
    Poi alcuni hanno cambiato idea a seguito della strage di palestinesi che vivono sulla propria terra, Gaza.
    I fumettari evidentemente non sanno che lo Stato razzista e sionista uccide i palestinesi, tutti, compreso bambini e bambine dagli anni ’40.
    Inoltre non sanno che tutti i giorni i terroristi sionisti uccidono palestinesi nella Cisgiordania, che è sempre terra palestinese.
    Ripeto che ognuno sceglie da che parte stare e va bene….ma ergersi a paladino della giustizia anche no.

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