Gli UFO erano davvero roba della CIA?
di Mauro Antonio Miglieruolo
In un articolo su “Focus” (lo stesso numero 264 del post del 22 ottobre sulla scuola del futuro, vedi IVI) leggo qualcosa sulla presunta “confessione” della CIA in merito alla decennale questione degli UFO. Sembrerebbe proprio che si tratti di roba loro. Gli avvistamenti sarebbe stati effettuati in concomitanza di lanci di palloni sonda (vecchi pretesti di coloro che si raccomandavano e raccomandano a Santa Nega),di prove di nuovi velivoli o in seguito a emissioni di raffinerie. Il periodico offre poi in due locandine la sintesi di questa auto attribuzione che anche hai miei orecchi sprovveduti e digiuni di intrighi e confessioni con secondi fini, sembra alquanto improbabile. Tardiva e improbabile.
Non mi sono mai interessato a questo fenomeno, che pure tanto clamore ha suscitato nel passato. Esattamente nel periodo di maggiore ascesa e più largo interesse incontrato dalla fantascienza. Non perché lo considerassi, come tanti, un sottoprodotto della fantascienza, ma perché non trovavo sul tema nulla di particolarmente affascinante sul quale imbastire sogni a occhi aperti o speranze di futuri migliori. La fantascienza è romanzo, non verità scientifica, anche se le sue storie sono imbastite sulla base di suggestioni originate da verità scientifiche. La fantascienza non è realtà, è sogno, slancio chimerico, adesione ideale al divenire, anche se preferisce partire dal quotidiano per approdare nei confortanti porti dell’eccezionale. Cosa hanno a che vedere i prosaici dischi volonti con la fantascienza? Se esistono, ipso facto non sono assimilabili all’universo virtuale fantascientifico (salvo che li si renda fantascintificizzabili tramire una torsione imamginativa ad hoc); se invece non esistono a che pro inventarli in quel loro stato bruto, materia narrrativa senza vera narrazione? Teniamo presente che i racconti migliori sugli UFO sono quelli fondati sugli incontri del Terzo Tipo, nessuno dei quali fin’ora è passato indenne sotto le forche caudine di una duplice verifica: 1) la buona affabulazione 2) l’assoluta determinazione della loro sostanziale non-veridicità. Non però una non veridicità qualsiasi. La non veridcità vera, propria a ogni buona affabulazione; perché la doppia verifica è una sola: si sta cercando di turlupinare o invece di far innamorare? Si vuole prendere per i fondelli o si vuole divertire?
Sia come sia le spiegazioni/giustificazioni addotte a sostegno della “confessione” mi sembrano alquanto deboli. Più deboli forse delle argomentazioni avanzate da chi negli UFO crede e negli extraterrestri in arrivo fonda il più delle sue sempre più esigui speranze. Porto a esempio quanto la CIA “confessa” in merito ai frammenti rinvenuti nel luglio 1947 a Rockwell (Nuovo Messico – USA). Secondo la CIA una studio USAF del 1994 proverebbe che quei frammenti non sarebbero altro che i resti dei palloni sonda utilizzati nella realizzazione del progetto segreto Mogul (detto anche Operazione Mogul, progetto che consisteva nel lanciare ad alta quota palloni sonda dotati di microfoni in grado di rilevare le onde sonore prodotte da eventuali test atomici). Può essere vero, non dico di no (sono nemico degli assoluti). La spiegazione appare però alquanto incredibile. Incredibile che l’Usaf abbia atteso 47 anni prima di effettuare gli studi su resti di un progetto avente tanta altissima rilevanza militare; incredibile che coloro che hanno visionato i resti non si siano resi immeditamento conto del tipo di materiale di cui si trattava; incredibile che autorità riottose quanto sono solitamente quelle belliche ammettano senza battere ciglio una tale superficialità di comportamento.
Questo per quanto attiene alle spiegazioni di avvistamenti che si ritiene non abbiano passato il vaglio dello scetticismo dei ricercatori. [L’episodio più divertente. Un avvistamento considerato autentico sulla base di una prova fotografica, sulla quale erano state operate numerose analisi (Petite Rechain, Belgio, 4 aprile 1990). La foto in effetti era autentica, ma era stata scattata su un falso: un modellino costruito allo scopo dal fotografo, che ha ammesso l’inghippo tre anni fa circa.]
Per quanto attiene invece ai casi rimasti misteriosi ritengo opportuno ricordare quello risalente al 2 novembre del 1957, quando un oggetto non identificato, ha fatto spegnere luci e motori degli autoveicoli presenti nell’area di Levelland in Texsas (USA). Per chilometri e chilometri e per circa un’ora non è stato possibile adoperare auto e camion.
Questo non tanto per significare che la questione è rimasta in sospeso. Non sono interessato alal vicenda degli UFO, quindi non interessato a intervenire per far pendere la bilancia in una direzione o nell’altra. Quel che mi interessa sottolineare è il modo di procedere delle Autorità, di qualsiasi Autorità. Un modo costantemente ambiguo, reticente, superficiale e tendenzioso. Tendente a depistare piuttosto che chiarire. Altro che trasparenza. Con i personaggi con cui abbiamo a che fare la trasperanza e la massima confusione, il massimo del polverone, sono in pratica la stessa cosa.
sul tema segnalo a tutte/i (anche a me stesso perchè tanti anni fa l’ho sfogliato di fretta) un libro di PAOLO TOSELLI; intitolato “FBI, dossier Ufo” (edito da Armenia nel 1996). Dal mio punto di vista il libro ha un pregio e un difetto. Il pregio è che riprende documenti “decodificati” (cioè prima coperti dal “segreto di Stato” e poi desecretati). Il difetto è che Paolo Toselli è “un dirigente del Centro Italiano Studi Ufologici” cioè un po’ troppo ben disposto a prendere per buono, senza troppe verifiche, qualunque indizio possa andare a sotegno della sua tesi pro-Ufo. Se trovo il tempo di ri-leggerlo… ve ne racconterò.
Carissimo Daniele, in questi anni spero tu abbia avuto modo di leggere, anche solo in parte, il mio libro “FBI, dossier UFO”. Se così non fosse, te lo consiglio. E’ possibile che il difetto da te citato, possa divenire un pregio. Altrimenti rischi di basarti solo su preconcetti, e non è bello, per te. Con stima. Paolo Toselli