I Cyborghesi – 2

di Riccardo Dal Ferro

Tecnodramma famigliare ai tempi del microchip: secondo episodio (*)

«Che cosa stai dicendo, Pberto? Perdindirinrobot! L’Iperdemocrazia è una cosa seria!».

A Frankrak capita raramente di far salire l’olio al casco. Di alzare le frequenze vocali, quello quasi mai. Ma quando Pberto ha detto: «Vi pare libertà questa? Vi pare che noi siamo liberi?», beh Frankrak non ci ha visto più.

Ragazzi, calmatevi, continua a ripetere Magdelettra, gli schemi oculari guizzano dal figlio al marito, le lacrime sintetiche appena trattenute: disidratazione in corso, aggiungere liquido per circuiti o il sistema andrà in stop. Magdelettra comincia a versare la chippasciutta dappertutto: nei bicchieri, sulla tavola, ma neanche un ultraspaghetto finisce nel piatto dove dovrebbe andare. Il prelibato sugo di uranio finisce per terra, che spreco!

«Ecco, Pberto, guarda cosa hai combinato! Mamma sta andando in corto-circuito!».

«Non dire che è colpa mia, è colpa tua e delle tue menzogne!».

Pberto non si arrende. Tutta colpa di quel tecnollettivo di sciagurati servosocialisti, quelli che vanno nelle piazze virtuali a sbandierare avatar rossi e digitare tutto maiuscolo concetti come RIVOLUZIONE o UGUAGLIANZA, come se non fossimo già tutti uguali e rivoluzionati, qui a New Vicenza.

«Alle telelezioni il Partito dell’IperNazione ha preso il 107% dei voti!» così dice il tecnogiornale all’olovisione. Il 107%, capito? E mentre Magdelettra versa ultraspaghetti all’uranio dappertutto, Frankrak si alza in piedi e applaude, urlando: «Evviva il Partito dell’IperNazione!» (tre settimane fa, al circuircolo del Partito si è fatto impiantare il chip EvvivaEvviva, a ogni buona notizia il corpo scatta d’un colpo per un Eureka d’effetto; peccato non essere in mezzo a tanta gente, nessuno a parte Pberto e la mamma in corto-circuito può ammirare Frankrak che esulta per il Partito).

«Ti pare libertà questa, pà?».

Frankrak si siede. Porta alcuni ultraspaghetti alla meccabocca e l’altoparlante risponde: «Certo, è la libertà che ci possiamo permettere. Ora mangia».

«Col quazzo» risponde Pberto e se ne va.

Magdelettra ora è così disidratata che le fuma la calotta.

Qualcuno chiami l’androidottore.

(*) Continua su questo blog, fra 7 giorni (db)

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