Ignazio Buttitta: u’ pueta nel cielo di San Sperate

di Daniela Pia

Notte di san Lorenzo in quel di San Sperate, paese museo. Cielo stellato e lucciole vaganti attendevano l’esibizione dei diversi artisti sul palcoscenico dell’Arena Maschera, teatro all’aperto nel quale è stato organizzato la manifestazione Su SpaZsiu. Fra questi, chiaramente emozionato, Andrea Mura (classe 1980, laurea in filosofia e diploma al Centro sperimentale di cinematografia di Palermo) ha presentato il suo lavoro, svolto assieme a Bernardo Giannone. La poesia delle immagini si è imposta quando sullo schermo ha preso avvio il documentario – realizzato in uno scenario bellissimo intorno a Bagheria, in cui la voce del vento spesso accompagnava la narrazione – dal titolo «Ignazio Buttitta, pueta in piazza» con il quale è stata raccontata la passione ideale del più grande poeta vernacolare del ‘900 siciliano e italiano. Un documentario toccante e ben orchestrato, capace di catapultare gli spettatori in un mondo colorato di bianco e nero, tempo recente, in cui era ancora possibile parlare di poesia a una piazza gremita di spettatori, grazie alla grande capacità affabulatrice dell’uomo Buttitta. Mentre le immagini scorrevano sullo schermo si percepiva la partecipazione emotiva delle persone presenti, pubblico pagante, ammaliato dalla figura del poeta-istrione, così ben descritto, attraverso pennellate capaci di cogliere appieno l’ impegno sociale e politico della sua poesia. Il poeta siciliano è stato dipinto infatti in tutta la sua umanità, nella pienezza di un messaggio letterario fatto di sostanza quotidiana e ammantato della bellezza struggente e toccante della Poesia. Merito di questo documentario è stato la capacità di far conoscere un artista, fra i grandi del ‘900, che il grande pubblico ignora. Eppure è da questi uomini che proviene la consapevolezza di una società capace di riscattarsi dal grigiore di un’indifferenza vuota di sostanza. Sono questi i maestri di cui abbiamo bisogno, quelli che ancora lasciano intravedere la forza dell’idealità, ed è grazie a lavori di questo tipo che possiamo conoscerli. Dice Buttitta che il poeta ciò che sente dice, senza infingimenti – «Io u’ pueta fazzu» – e dice di farlo anche grazie alla capacità evocativa del silenzio, coltivato perché possa divenire voce. Ecco di silenzio abbiamo bisogno, silenzio fatto di uomini capaci di parlare attraverso parole piene e immagini sane. Ed è così che una stella ascendente si levò dal cielo di San Sperate, nella notte di San Lorenzo grazie alla «visione fattasi ragione» del poeta Ignazio Buttitta.

Potete vederlo qui  http://vimeo.com/35888266

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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