Il costo delle armi nucleari e le cure per il Covid

In un video di Pax Christi International il confronto fra le spese mondiali per fronteggiare la pandemia del Covid-19 e le spese militari connesse alla supremazia nucleare

a cura della redazione Peacelink

“Un anno di costi nucleari? Cure ospedaliere per un milione e mezzo di pazienti di Covid-19”.

Con un susseguirsi di suggestive quanto inquietanti immagini, Pax Christi International pone a confronto i dati delle spese militari connesse alla supremazia nucleare e quelle per curare l’umanità in questo difficile momento di pandemia dovuta al Covid-19.

In giornate come quelle di agosto, in cui si rievocano Hiroshima e Nagasaki, questo video merita di essere diffuso come riflessione e come stimolo a cambiare rotta nelle scelte politiche.

 

 

Le foto – scelte dalla “bottega” – sono riprese dalla rete. Conteggi semplici ma del tutto tabù per chi ci s/governa e per chi ci disin/informa. E infatti in Italia – come a livello mondiale – tutte le spese militari aumentano mentre quelle mediche da decenni continuano a diminuire.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • La rete ICAN fin dal mese di marzo, quando il coronavirus cominciava inesorabilmente a diffondersi nel mondo, ha posto il tema delle spese
    militari ,soprattutto rivolte agli armamenti nucleari , anziché alle spese
    mediche per combattere il virus. Da vari paesi sono giunte sollecitazioni
    a cambiare rotta , spese alla mano presentate dall’Organizzazione ICAN.

  • Daniele Barbieri

    L’esempio del Senegal
    24 settembre 2020 – Tonio Dell’Olio
    Stefania Ragusa sulla rivista “Africa” fa un resoconto interessantissimo di come il Senegal ha affrontato la lotta impari con il virus Covid-19. Nell’indice scientifico che Foreign Policy pubblica mensilmente “sull’efficacia con cui gli stati stanno rispondendo all’emergenza”, inaspettatamente per molti, il Senegal si guadagna il secondo posto con 89.3 punti. Al primo posto risulta la Nuova Zelanda e al terzo l’Islanda. Pensate che l’Italia raggiunge un punteggio di 47,5. Sicuramente il Senegal, pur avendo scarsi mezzi a disposizione, ha fatto tesoro dell’esperienza di Ebola ma quel che conta è che ha saputo muoversi sui piani dell’organizzazione, della scienza, della comunicazione e dell’innovazione. Ad esempio è riuscito a proporre una sensibilizzazione efficace tramite radio e televisione, compreso un serial dal titolo “Le virus”. Il presidente Macky Sall si è sempre mostrato in pubblico con la mascherina e si è esposto come testimonial. Infine è bene che tutti sappiano che in Senegal l’assistenza sanitaria è a pagamento ma le cure per il Covid sono state prestate a tutti gratuitamente. In Africa questo fa la differenza. Ma non solo in Africa!
    https://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/47999.html

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