Il gruppo di auto aiuto “vita oltre il carcere”

di Vito Totire
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I “dati epidemiologici” sono impressionanti e peraltro noti (suicidi, decessi, autolesionismo, perdita di speranza di salute).
Si ritiene che per ogni evento suicidario sia accompagnato da una intensa sofferenza di una area di una decina di persone. Stiamo quindi parlando di “fenomeno” connotato da un impatto psicosociale enorme.
Cerchiamo di progettare una attività che possa anzitutto implementare politiche di prevenzione e che possa alleviare le sofferenze causate dal fallimento della prevenzione quando questa non si è riusciti a garantirla.
L’ipotesi di lavoro potrebbe essere questa:
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• Si costituisce un gruppo sulla base della libera adesione di persone motivate a lavorare sulla “questione carcere”
• L’invito ad aderire è rivolto a chi ha subito un danno o un lutto diretto o indiretto da uno stato di privazione della libertà che avrebbe dovuto e potuto essere gestito diversamente (incuria, mancanza di prevenzione, violenza deliberata o preterintenzionale )
• Pare congruo “aprire” il gruppo a persone che non hanno ricevuto un danno irreparabile ma paventano di poterlo ricevere
• Pare congruo inoltre includere tra gli invitati a partecipare non solo chi è stato coinvolto da un evento suicidario ma anche chi ha subito una morte prematura evitabile
• Il vissuto relativo al suicidio e quello relativo alla morte per omissione di assistenza sono abitualmente diversi ma non pare proponibile “dividere” quasi “nosograficamente” situazioni simili che includono peraltro anche condizioni borderline ed effetti di condotte autolesioniste nelle quali il confine tra volontarietà, atto subconscio e condotta reattiva a violenza può essere labile.
I familiari e le persone care possono elaborare chiavi di lettura anche “difensive” che può essere utile non attaccare e demolire ma gestire in maniera dialettica
• Non sarebbe congruo non invitare anche chi, pur non avendo subito personalmente lutti, sia fortemente motivato per senso civico o per ragioni professionali alla prevenzione che in sostanza si identifica nell’impegno ad agire per garantire alle persone private della libertà la stessa speranza di vita di salute psicofisica che rivendichiamo per tutti gli esseri umani presenti sulla terra
• Il gruppo si articola secondo le consolidate procedure del “gruppo di auto aiuto” :
1) riunioni periodiche
2) definizione dell’argomento centrale di discussione e degli scopi
3) partecipazione (volontaria) di tutti.
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Finalità:
1) verbalizzazione del disagio , delle sue forme e della sue cause
2) discussione sul vissuto e sui rimedi
3) uscire dall’isolamento e della rimuginazione e dalla sensazione di “vicolo cieco“
4) superare il sentimento di “vergogna” (evidentemente presente e forte tra le persone che facciamo più fatica a contattare e ad “aprirsi” e che non rispondono ai nostri tentativi di contatto ) 5) trasformare il disagio/lutto in energia per il cambiamento e la prevenzione
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Per quanto ricercato (ricerca che ovviamente non può essere considerata esaustiva, magari ve ne sono in corso nel forse pure consolidate ) non sono emerse esperienze precedenti analoghe, che ruotino attorno al “pianeta carcere”, a quella che ci proponiamo di costruire pur esistendo esperienze di auto-aiuto molto articolate.
Esistono invece esperienze specifiche sorte per iniziative di familiari e di gruppo di pari (studenti che si sono interrogati dopo il suicidio di un compagno di scuola) come esistono associazioni di “survivors” (Padova , Torino) che svolgono una attività molto utile e importate nell’ambito della rete che si occupa di “suicidologia”.
Certamente potremo contattare per approfondire consigli e suggerimenti.
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Supporto ed eventuali attività di consulenza sono assolutamente gratuite/i, precisazione per certi versi superflua ma utile, di questi tempi, in cui l’Ordine nazionale psicologi ha firmato una convenzione son una nota associazione per prestazioni libero-professionali …a pagamento per chi ha subito lutti in ambito occupazionale!
Si tratta comunque di un percorso “sperimentale” da riconsiderare criticamente tappa per tappa.
Osservazioni e critiche ovviamente legittime e auspicabili.
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alexik

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