«Il ragazzo invisibile»

Gabriele Salvatores torna alla fantascienza con il primo film italiano di supereroi dell’era digitale

di Fabrizio (Astrofilosofo) Melodia
Sembra strano trovare un regista in una libreria. Siamo

in via Altinate a Padova e la Ibs ha organizzato la presentazione del libro «Il ragazzo invisibile», scritto dagli sceneggiatori dell’omonimo film diretto da Gabriele Salvatores, icona di un cinema italiano che non si arrende allo strapotere yankee.
Ore 18 del 10 dicembre: la sala è particolarmente gremita tanto che devo rimanere in piedi ad ascoltare. Ma ne vale la pena, poiché riesco ad avere una visuale diversa che mi permette di vedere i volti emozionati degli sceneggiatori di Salvatores e di due attori del film.
La trama è singolare. E’ anche il primo film di supereroi italiano girato con tecniche digitali. Protagonista è il tredicenne Michele, timido e introverso Peter Paker nostrano, incompreso da tutti, madre inclusa. Letteralmente una persona invisibile, costretta a passare inosservata in ogni situazione importante, senza mai essere importante per qualcuno e senza gratificazioni. Uno sfigato, direbbe qualcuno.
Una mattina fatale, mentre assonnato si lava i denti, Michele si vede riflesso e scopre di essere completamente invisibile, esattamente come il Griffin del romanzo «L’uomo invisibile» di Herbert George Wells. Solo che qui abbiamo un ragazzino…
La causa della sua invisibilità pare essere un costume strano ma poi Michele si rende conto che nel suo passato c’è qualcosa di oscuro. E da qui la trama si dipana.

Davvero interessante.

Un progetto di Indigo Film (produttrice anche di «La grande bellezza») in associazione con la Pathè francese che ha già cominciato a vendere il film all’estero e con Rai Cinema. Sceneggiato da Ludovica Rampoldi. Vanta fra gli interpreti anche Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino e Ksenia Rappoport.
L’interprete di Michele, il giovanissimo Ludovico Girardello, racconta con divertimento le difficoltà incontrate nel recitare osservando spesso manichini o ricoperto da una tuta verde, per realizzare l’effetto “green screen” del potere dell’invisibilità.
Il regista napoletano Gabriele Salvatores, già premio Oscar con «Mediterraneo» (1991) torna alla fantascienza in grande stile. Aveva già firmato il primo campione d’incassi di genere fantascientifico italiano cioè «Nirvana» (1997).

Regia sapiente che non si concentra tanto sulle scene d’azione ma sull’analisi dei problemi dell’adolescenza e dei tormenti interiori di una gioventù sempre meno compresa e con fosche prospettive.
Il progetto è stato pensato con una mentalità da vero “blockbuster” statunitense: il film è solo la punta dell’iceberg. Si concretizza infatti anche nel romanzo edito da Salani e nella “graphic novel” disegnata dal talentuoso Stefano Camuncoli (Panini Comics): un vero e proprio “prequel” della trama principale con personaggi secondari ben caratterizzati. Questo in prospettiva di un sequel già pensato. Tutto sta a vedere come saranno i risultati al botteghino.

Il film è interamente girato a Trieste. Una sfida – come sottolinea Salvatores – contro i pregiudizi e la sfiducia cronica che affligge il cinema nostrano. La stessa Rai Cinema aveva posto limiti sostanziali, forzando gli autori. Ma la riduzione di budget ha permesso di concentrarsi di più sull’interiorità e i livelli sociali, proprio come nel romanzo di Wells, in un film dove pullulano riferimenti a Batman, a Superman, agli X-Men e a Spiderman, in quanto i protagonisti sono avidi lettori di fumetti supereroistici, e con i quali si confrontano per quasi tutta la durata del film.
Una nota di grande orgoglio è stata la colonna sonora, realizzata grazie a un concorso organizzato appositamente e a cui hanno partecipato giovani musicisti italiani sconosciuti, un vero e proprio “sourcefounding”: dei 414 brani pervenuti, i tre vincitori sono stati «Halloween Party» di Luca Benedetto, «Wrong Skin» di Marialuna Cipolla e «In a little starving place» dei Carillon. Le canzoni sono usate nel film e faranno parte dell’album ufficiale della colonna sonora edito dalla Warner Music Italia, nella quale vi sono anche brani orchestrati e alcuni già conosciuti, tra i quali si nota immediatamente il brano «Clint Eastwood» della nota band Gorillaz.
Un film da vedere, un libro da leggere, un fumetto da gustare, una musica da ascoltare. I supereroi, da Ercole in poi, rimgraziano.

Dal 18 dicembre è nelle sale.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *