«Introfada» di Hamja Ahsan: lotta….

… antisistema del militante introverso #potereaitimidi

di Monica Macchi (*)

“L’Aspergistan proibisce severamente il mainstream:

Tutte le sue politiche saranno underground.

Il mondo degli estroversi è un regno oppressivo

Di materialismo, consumismo compulsivo

e narcisismo da social network.”

Add Editore ha pubblicato la traduzione di “Shy Radicals: the Antisystemic Politics of an Introvert Militant”, un manifesto fantapolitico di satira sullo stato di Aspergistanasilo, faro e patria di persone oppresse come i timidi, gli introversi e tutti gli appartenenti allo spettro autistico”, un rifugio “pantimidista” per gli introversi oppressi dalla globalizzazione della Supremazia Estroversa, riunita nel Trendy Club, una dittatura fondata sul consumismo compulsivo e sul patriottismo sbruffone.

Questo libello, beffardo e provocatorio che solidarizza con chi indossa il niqab come rivendicazione del “diritto all’anonimato nello spazio pubblico” articolando tematiche anticolonialiste ed anti-eurocentriche, è impreziosito da illustrazioni in bianco e nero di Rose Nordin e da una splendida copertina (almeno se si segue il senso di lettura degli arabi… altrimenti è la quarta di copertina dove il titolo “Introfada” è una fulminea sintesi tra Intifada e Introversi e la scritta in arabo richiama al termine “radice”… e non a caso il fiore nazionale saranno “tutte le radici conficcate nel terreno in quanto simbolo della ricca vita del sottosuolo”.

Il testo è ordinatamente suddiviso in capitoli intervallati da pagine completamente nere che presentano un’amplissima varietà di generi testuali che spaziano dal saggio teorico, ad interviste a militanti incarcerate, a recensioni cinematografiche (e se La battaglia di Algeri viene consigliata per il suo ruolo storico e politico di formazione per OLP, Pantere Nere e IRA c’è spazio anche per i college movie americani che generano ansia per i loro sistemi quasi tassonomici di classificazione) fino a ironiche richieste di bonifici.

Non solo vi è una feroce critica alla cultura dominante (con una campagna per salvaguardare una specie in via di estinzione: “il maschio bianco sensibile”) ma anche e soprattutto una denuncia di come viene trattata e sfruttata la salute mentale nel capitalismo.

Chi non si conforma alle esigenze del sistema o ha semplicemente tratti che non si conformano alla iper-produttività è spinto a cambiare anche attraverso atti di vero e proprio bullismo e se ancora non accettano, vengono patologizzati (come nel caso degli hikikomori giapponesi che lanciano l’hashtag #occupymybedroom considerandosi “rivoluzionari passivi che sabotano il sistema dal suo interno”): l’introversione è considerata un problema da curare, cosa che ha portato tra l’altro alla nascita di una vera e propria industria.

Un libro a tratti duro, provocatorio, mai neutro ma “basato sull’onda di un risentimento che dura da una vita”: infatti il fratello dell’autore Talha Ahsan, laureato con lode in lingua araba, traduttore del poeta siriano Abu Firas Al-Hamdani e poeta lui stesso, è stato detenuto in Gran Bretagna per oltre 6 anni perché sospettato di terrorismo per legami con una casa editrice “pro-jihad” ma mai accusato formalmente né sottoposto a processo.

Hamja Ahsan
Hamja Ahsan

Diagnosticato come soggetto Asperger, è stato poi estradato negli Stati Uniti: la campagna di Hamja Ahsan per liberare il fratello (sostenuta – tra gli altri – da Noam Chomsky, Sadiq Khan e Ahmed Riz) è stata inserita nella short list per il premio Liberty Human Rights del 2013 “per la sua originale commistione tra arte, poesia, musica e cinema”.

Hamja ha poi vinto il Gran Premio della Biennale di Grafica di Lubiana con il progetto “The Aspergistan Referendum” organizzando un referendum sulla falsariga della Brexit per votare la scissione di Lubiana dalla Slovenia ed essere annessi all’Aspergistan.

Infine una nota linguistica. È un testo denso, modellato su assonanze, allitterazioni, riferimenti storico-politici e neologismi che l’ottima traduzione di Piernicola D’Ortona riescono a rendere benissimo: così il gioco di parole reso in inglese con “Shyria” (inedita crasi tra Shy – timido – e Shari’a – la legge islamica) diventa in italiano l’onomatopea di Shhhh… ari’a e viene coniato il termine “introvversivo” scritto raddoppiando la lettera v per restituire la carica sovversiva dell’introversione.

“I militanti timidi brindano al futuro: il mondo è il nostro angolino.”

(*) ripreso da oubliettemagazine.com

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