La comune di San Paolo: quando gli operai brasiliani anticiparono la Rivoluzione d’ottobre

di David Lifodi

L’ondata rivoluzionaria mondiale concomitante con la Rivoluzione d’ottobre in Russia del 1917 si propagò fino all’America Latina, e in particolare in Brasile, dove dal 1917 al 1919 si registrarono una serie di agitazioni sindacali in cui i lavoratori chiedevano l’aumento dei salari e migliori condizioni di lavoro. Già a partire dagli inizi del Novecento, in Brasile erano sorte periodiche, quanto massicce esplosioni di protesta organizzate dagli operai: il triennio di rivolta, nel più grande paese dell’America Latina, fu il risultato della maturazione di un conflitto sociale covato nei venti anni precedenti, su cui influirono in maniera determinante i fatti della Rivoluzione d’ottobre e l’ammirazione per gli operai russi, dei quali la classe lavoratrice brasiliana voleva seguire l’esempio.

Gli embrioni della Confederação Operaria Brasileira (Cob), già nel 1907, avevano lanciato una forte mobilitazione per ottenere le 8 ore di lavoro, una campagna poi ripresa nel 1908 a seguito della fondazione del sindacato nelle città di Rio de Janeiro, Santos e San Paolo, caratterizzato dalla presenza maggioritaria della componente anarcosindacalista. Fu sempre la Cob a promuovere un congresso per la pace e contro il primo conflitto mondiale a Rio de Janeiro, a cui parteciparono anarchici, socialisti e sindacalisti provenienti da Argentina, Uruguay e Cile. Tuttavia, l’evento più significativo del 1917, fu la nascita, addirittura alcuni mesi prima della Rivoluzione d’ottobre, della cosiddetta “comune di San Paolo”. Nell’intera regione paulista era cresciuto lo sviluppo industriale, ma anche la povertà nella maggior parte della città, che si contrapponeva alle zone più ricche abitate da persone benestanti. In pratica, c’erano due San Paolo, una lussuosa ed una che viveva nella miseria. Fu proprio in quest’ultima che il proletariato urbano fece sentire tutta la propria insoddisfazione. Le condizioni di lavoro nelle fabbriche erano molto simili a quelle registrate all’epoca della Rivoluzione industriale in Inghilterra: giornate lavorative di 14 ore, nessun riposo settimanale, salari da fame, nessun tipo di assicurazione per gli incidenti sul lavoro e alcuna forma di previdenza sociale. In pratica, la vita degli operai era assorbita quasi interamente dal lavoro in fabbrica (gli operai pranzavano accanto alle macchine), e ovviamente non era riconosciuto alcun diritto sindacale: le riunioni tra gli operai erano vietate. Fu in questo contesto che nacque la comune di San Paolo. La prima fabbrica a mobilitarsi fu il Cotonificio Crespi, dove i lavoratori chiesero un aumento salariale del 25%. Le rivendicazioni si estesero preso nei quartieri industriali di San Paolo, ma fu l’uccisione di un operaio da parte della polizia, l’11 luglio 1917, a far precipitare la situazione. La Rivoluzione d’ottobre doveva ancora iniziare, ma in Brasile la classe operaia era già sul piede di guerra. Cinquantamila persone sfilarono per le vie di San Paolo, mentre pochi giorni dopo nacquero le prime leghe operaie. Nell’ “altra San Paolo”, la comune dove si trovavano i quartieri industriali della città, esercito e polizia non potevano entrare. I trasporti furono bloccati ed erano le pattuglie operaie  a girare per i quartieri allo scopo di distribuire gli alimenti ad ospedali e famiglie e, allo stesso tempo, controllare che la polizia non cercasse di fare delle incursioni. Anche se la rivolta della comune di San Paolo non fu in grado di propagarsi in tutto il paese, riuscì comunque ad estendersi nello stato del Río Grande do Sul e, in misura minore, a Rio de Janeiro. Le rivendicazioni della San Paolo operaia, sostenute dalla Cob, a partire da un aumento salariale del 35%, furono in gran parte accettate dalle grandi imprese, che però fecero delle concessioni secondo la politica del divide et impera per disinnescare la protesta operaia. Lo scoppio della Rivoluzione d’ottobre ebbe un effetto esplosivo sul proletariato brasiliano, in particolare sugli anarchici, che si schierarono immediatamente dalla parte della rivoluzione. Nel suo opuscolo scritto nel febbraio 1918 e intitolato A Revolução Rusa e a Imprensa, l’operaio Astrogildo Pereira scrisse che “i rivoluzionari russi erano la maggioranza del popolo russo, l’unico, vero e naturale signore della Russia”. Fu sempre sull’onda della Rivoluzione d’ottobre che, nell’agosto 1918, entrarono in sciopero i marittimi della Cantareira, la compagnia che copriva la navigazione tra Rio de Janeiro e Niteroi, poiché si sentivano discriminati rispetto al personale di terra, a cui la compagnia aveva concesso un aumento salariale: fu necessario l’intervento dell’esercito per placare gli animi dopo alcuni giorni di sciopero e di scontri. Gli ultimi fuochi di rivolta, scoppiati sempre in seguito alla Rivoluzione d’ottobre, si ebbero nel 1919, quando ancora una volta gli operai delle fabbriche di San Paolo, São Bernardo do Campo, Campinas e Santos entrarono in sciopero e, sull’esempio dei soviet, nacquero i Consigli generali degli operai. Queste erano le rivendicazioni: giornata di 8 ore, aumento dei salari, proibizione del lavoro per i minori di 14 anni e divieto di lavoro notturno per le donne. Anche in questa circostanza, la risposta del governo e delle imprese fu duplice: da un lato scatenarono una violenta repressione, dall’altro accettarono, in forma diversificata per ciascuna fabbrica, alcune delle richieste degli operai, in modo tale da creare divisioni di ogni tipo tra i lavoratori. Fu l’ultima grande agitazione nel triennio 1917-1919. La rivoluzione d’ottobre aveva suscitato un grande entusiasmo, ma era mancato, in più di un’occasione, il livello di collegamento: ad esempio, la mobilitazione a Rio de Janeiro ebbe inizio quando ormai la comune di San Paolo era nella sua fase declinante e inoltre le agitazioni del proletariato urbano non riuscirono a raggiungere regioni quali Amazzonia o Mato Grosso, allora remote, dove la maggior parte dei contadini viveva ancora in condizioni di semischiavitù lavorando nelle piantagioni di caffè e cacao.

Il proletariato urbano brasiliano ebbe comunque il merito di appoggiare e diffondere le idee della Rivoluzione d’ottobre e, nel 1919, nacque il Partido Comunista do Rio de Janeiro, che avrebbe svolto un ruolo importante all’interno della Cob unendosi all’Internazionale comunista.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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