Lavoro: morti vere, silenzi, bugie Inail

di Carlo Soricelli, curatore dell’«Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro» (*)

Ma che cali dei morti sui luoghi di lavoro … se si contano tutti e non solo gli assicurati INAIL. Superati i morti dell’intero 2021: erano al 31 dicembre dell’anno scorso 692, sono in questo momento già 698, con buona pace dell’INAIL e di chi elabora i loro morti inventando fantasiosi indici. Ma attenzione se li mettiamo insieme come fa INAIL con i morti sulle strade, sfioriamo già  1400 morti complessivi, con itinere e con chi sulle strade ci lavora. Dopo l’iniziativa con il cardinale di Bologna e presidente CEI Matteo Zuppi – mi ha dato bonariamente del rompiscatole e mi ha incoraggiato a continuare con l’attività dell’«Osservatori«» – finalmente qualcosa si muove nelle Istituzioni, almeno in quelle della Regione Emilia Romagna. La Consigliera dei Verdi Europei Silvia Zamboni ha fatto un’interrogazione regionale rivolta all’Assessore al Lavoro Vincenzo Colla per parlare della chiusura dell’«Osservatorio» e cosa fare per poter continuare l’attività. Il 14 dicembre ci sarà un incontro in Regione con Colla e dirigenti regionali per parlarne: vediamo le proposte d’aiuto, se ce ne saranno.

Torniamo ai morti sul lavoro, nessuno ne parla, ma anche ieri ci sono stati tre morti sui luoghi di lavoro: un geometra è morto nell’avellinese cadendo in una vasca di cemento; due gli agricoltori morti a causa del trattore, nella province di Trapani e di Massa Carrara, sempre in Toscana. Il giorno prima ha perso la vita un 38enne albanese: la versione ufficiale parla di caduta da una scala, ma i carabinieri stanno indagando perché sembra che il cadavere sia stato spostato da un cantiere a un altro: la povera vittima sarebbe caduta da un ponteggio, probabilmente non a norma e per evitare conseguenze penali l’hanno spostato in un altro cantiere simulando la caduta da una scala, che così toglie le responsabilità a terzi, fscendole ricadere sulla povera vittima. Se confermata l’ipotesi, siamo di fronte ad un autentico crimine barbarico.

Informo gli italiani che un morto su sette sui luoghi di lavoro (esclusa agricoltura dove sono tutti italiani) risulta straniero: un’infinità di nazionalità danno il sangue per il nostro benessere, occorre ricordare anche questo quando si parla di stranieri.

Una strage nella strage è quella degli agricoltori schiacciati dal trattore, già 157 quest’anno e oltre 2000 da quando il 1°gennaio 2008 ho aperto l’«Osservatorio».

Un morto su quattro sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni. Occorrerebbe diversificare la possibilità d’andare in pensione: chi svolge un lavoro pericoloso a causa delle sue condizioni fisiche che si deteriorano con gli anni deve avere la possibilità di potere andarci prima.

ATTENZIONE nell’intero 2008 – anno di apertura dell’«Osservatorio» – i morti sui luoghi di lavoro furono 632. Chi parla di cali mente agli italiani; la politica e la stampa dovrebbero fare piena luce su questa incongruenza: parliamo della vita dei nostri lavoratori. C’è qualcosa di più importante in un Paese civile? Io direi di no. INAIL spieghi agli italiani i suoi presunti cali delle morti, io sono a disposizione con la mia raccolta dati, dove i lavoratori sono tutti registrati per mese, giorno e anno della tragedia, provincia, regione, identità, età, professione (anche se in nero) e nazionalità.

(*) Carlo Soricelli curatore dell’«Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro»: http://cadutisullavoro.blogspot.it

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

2 commenti

  • Gian Marco Martignoni

    Mi auguro che l’Osservatorio prosegua la sua meritoria attività, anche attraverso un legittimo supporto istituzionale. D’altronde Vincenzo Colla, per la storia che lo contraddistingue, potrebbe essere l’interlocutore giusto, soprattutto in una regione che ha u7na certa caratterizzazione politica.

  • La chiusura dell’osservatorio sarebbe un vero delitto che si aggiungerebbe ai tanti, troppi caduti nelle trincee del capitale. Sarebbe come togliere la parola a chi non ha più né la vita né la parola. L’osservatorio in questi anni è stato il punto di riferimento e di riflessione sul dramma delle morti “cosiddette bianche” che si vorrebbe, quindi, assimilabili al concetto di morti neutre ed innocenti, quando invece hanno mandanti e colpevoli recidivi e per niente pentiti.
    L’augurio è che questo strumento di denuncia e di lotta possa continuare a vivere.
    Alla “Rete Nazionale Lavoro Sicuro” verrebbe a mancare una fonte di riferimento essenziale ed autorevole. Grazie Carlo.

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