Rigaglie: all’autunno

di Andrea Appetito (*)

I sentieri del bosco in autunno assomigliano ai corridoi crepuscolari dei grandi monasteri e i crocevia scompaiono sotto il tappeto di foglie passato al setaccio dalle cornacchie. Oggi dopo il tramonto mi sono perso e sono finito nel deposito dei tagliatori. Il fruscio dei passi si mescolava all’odore di linfa e di segatura. I tronchi accatastati erano circondati da ceppaie dissanguate, abbrumate dai loro stessi lamenti. Così ho udito la canzone funebre della sera e ho avuto paura. Non sarei dovuto finire in un cimitero di alberi dopo il tramonto. Pietre, foglie e radici tendono insidie. La ramaglia cattura e stordisce. Finalmente ho trovato la via del ritorno. Ogni tanto drizzavo le orecchie ai rumori del sottobosco, mentre l’ultima luce della sera si eclissava nel tappeto di foglie morte. A un tratto sulla mia testa è passata una civetta con le ali spiegate diretta verso l’uscita e i tetti rossi delle case. Ora la luna piena brilla sulla siepe del mio giardino e illumina i libri poggiati sulla scrivania davanti alla finestra. Le trecento poesie T’Ang, la passeggiata di Walser, i frammenti di Eraclito. Sono lì da giorni in attesa di essere sfogliati, ma leggo poco, rumino a fatica. Prima di cominciare a lavorare leggo la dedica di Eraclito “ai nottivaghi, ai posseduti da Dioniso, alle baccanti”. Alzo lo sguardo e la luna è ancora sulla siepe. La civetta poggiata sul comignolo ripete versi misteriosi in una lingua oscura e la luna decolla finalmente in un vortice di luce.

L’immagine è una polaroid di Andrej Tarkovskij

(*) Dal 9 gennaio ogni domenica – intorno alle 14 – in “bottega” trovate «Rigaglie» ovvero le ispirazioni e riflessioni di Andrea Appetito. Qui le ultime 4: Rigaglie: il fuoco inquieto, Rigaglie: in cerca di cibo, Rigaglie: domeniche a Berlino e Rigaglie: eco di vite antiche .

Redazione
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