Legge urbanistica dell’Emilia Romagna: al voto il 19 dicembre?

La legge è stata fortemente voluta dall’assessore Raffaele Donini
Comunicato degli Architetti Indipendenti di Reggio Emilia

Martedì 19 dicembre 2017 il Consiglio Regionale voterà una nuova Legge urbanistica dell’Emilia Romagna fortemente voluta dall’assessore Raffaele Donini. Forse voterà, perché la discussione in aula è stata rimandata per mesi, e ancora non è detto che avvenga.
Riuscirà Donini là dove né una prima scellerata proposta di legge nazionale a firma
Maurizio Lupi né una seconda proposta a nome Lupi-Realacci sono riuscite, utilizzare cioè parole nobili quali contenimento dell’uso del suolo o rigenerazione urbana per riformare la legislazione in materia di governo del territorio, perseguendo il reale obiettivo di cancellare il ruolo dell’amministrazione pubblica nella pianificazione territoriale a favore degli interessi dei grandi imprenditori?
Intellettuali, associazioni, amministratori a cui stava a cuore la salvaguardia del governo del territorio sono riusciti a bloccare le precedenti proposte di legge. L’Emilia Romagna, regione di eccellenze, avrà il coraggio di far passare una tale oscenità? Ne andrà orgogliosa?
Identiche sono le parole d’ordine, medesime le radici culturali: incentivi e premialità edificatorie, accordi operativi, negoziazione a favore dell’imprenditoria del calcestruzzo, cancellazione degli standard urbanistici per la città esistente e semplificazione (o liberalizzazione?) in nome dell’efficienza per multinazionali, grandi cooperative e importanti costruttori della disciplina urbanistica, perché il mondo cambia e richiede velocità e nessun vincolo. Questo per pochi. Noi semplici cittadini, invece, ci ritroveremo con città più congestionate, con meno servizi e una qualità urbana, e del vivere, inferiore.
Gli amministratori, finalmente sollevati dall’incombenza di dire dei no a imprenditori che si
presenteranno con progetti inaccettabili, si ritroveranno a gestire con difficoltà gli equilibri di bilancio della propria città e lasceranno alle generazioni future grosse grane. La legge Donini istituisce la piena titolarità in materia di pianificazione ai privati danarosi, ora capaci di imporre ai comuni progetti di trasformazione intensiva in territorio urbanizzato (nuovi centri commerciali, grandi complessi, rifacimento di interi quartieri, riqualificazione di aree produttive dismesse…) senza porsi troppi problemi sulla sostenibilità di queste trasformazioni. Molti sono stati gli errori nelle scelte urbanistiche del recente passato in Emilia Romagna, ma con questa nuova legge, così come proposta dalla giunta, anche gli amministratori guidati dalle migliori intenzioni non avranno gli strumenti per governare i processi di trasformazione del territorio. Una legge studiata infine per rispondere alle esigenze speculative degli imprenditori presenti nelle città ma che ignora i problemi e le esigenze dei medi-piccoli comuni e delle aree marginali, quali per esempio i comuni del territorio montano.
A Reggio Emilia, coraggiosamente, il consiglio comunale del 4 dicembre scorso si è opposto a questo disegno di legge esprimendo la necessità di una radicale ridiscussione dei contenuti stessi della legge. Un bel segnale dalla nostra città.
Il 19 dicembre quale logica prevarrà? Se la legge passerà così come presentata ora, a breve come abitanti delle città e di questo territorio, conosceremo sulla nostra pelle la portata di questa “rivoluzione culturale” che altro non è che l’applicazione della logica mercificante anche in materia di governo del territorio. Facciamo appello ad amministratori e ai privati cittadini perché ciò non avvenga e la discussione sulle esigenze del territorio si rinnovi, facendo tabula rasa dei principi che ora hanno sospinto questa nefasta proposta.
Forse la nuova legge urbanistica regionale si voterà il 19, ma ancora non è detto che avvenga.

12 dicembre 2017

In Bottega ne abbiamo parlato qui:

 

 

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