Lettera aperta a Ilaria Salis

Votarla alle prossime europee sarà un atto politico, una presa di posizione a favore dei diritti individuali e collettivi.

di Maria Teresa Messidoro

 

Ciao Ilaria.

Non ti ho mai conosciuta personalmente.

O forse sì, in una delle tante manifestazioni in Valle di Susa contro uno scempio ambientale come quello del progetto del TAV, il treno ad alta velocità.

Sicuramente ho imparato a conoscere il tuo volto negli ultimi mesi, grazie prima di tutto a tuo padre.

Voglio rubarti un paio di minuti e raccontarti chi sono.

Sono una donna, soy una mujer: negli ultimi anni ho cercato di vivere esperienze di sorellanza con le donne di altri continenti, in particolare le bambine, ragazze e donne latinoamericane. Donne calpestate, oltraggiate, sfregiate, uccise.

Ma anche donne coraggiose che hanno saputo riprendere la parola, alzare la testa, per difendere il proprio territorio corpo e il territorio terra. Anche tu sai cosa vuol dire non abbassare la testa, nemmeno quando ti hanno mostrato come un trofeo, in catene.

Sono una madre, soy una madre: non sono stata una madre biologica, ma ho cercato di esserlo giorno dopo giorno con quei ragazzə che sono stati mieə allievə, compagne e compagni di strada nei rivoli della solidarietà e dell’impegno politico.

Sono le Madri de Plaza de Mayo, le madri dei desaparecidos latinoamericani di ieri e di oggi, le madri dei naufraghi dispersi nel Mar Mediterraneo, a insegnarci che lo stesso ruolo della maternità, utilizzato dalla struttura patriarcale per sottometterci e ingabbiarci, può essere utilizzato come formidabile mezzo di contestazione e riappropriazione del proprio essere.

Non credo che tu abbia vissuto direttamente l’esperienza della maternità, ma quante volte avrai provato sentimenti di dolce affetto nei confronti di quei migranti a cui hai voluto ridare dignità.

Sono cristiana, soy cristiana: sì, lo sono, anche se non mi posso definire praticante. Che parola sviante, Ilaria, praticante.

Perché, secondo me, è cristiano praticante chi pratica la giustizia, la condivisione, la contestazione della disuguaglianza e della sopraffazione.

Per questo rispetto quelle donne e quegli uomini che hanno praticato e praticano le parole del Vangelo nella propria vita. E sono sicura che anche tu, Ilaria, hai saputo riconoscerle e rispettarle, quelle donne (e uomini) che a partire dalle proprie convinzioni hanno combattuto e combattono un mondo che non ci piace e che vorremmo cambiare.

Sono italiana, soy italiana: istintivamente questo concetto mi piace di meno. E già, perché troppe volte questa affermazione di italianità può essere pericolosa se diventa sinonimo di esclusione, di un atteggiamento di superiorità e disprezzo nei confronti della diversità, che invece è ricchezza.

Una parola poca usata ultimamente è internazionalismo: ma tu l’hai fatto quando hai voluto affermare in un altro paese che il fascismo e il nazismo sono mali da estirpare, ovunque si presentino.

Sono una donna, sono una madre, ha detto Gianna De Masi un intervento al termine di un incontro con tuo padre in Valle di Susa.

Sono una donna, sono una madre, ho detto a tua madre, in privato, guardandola negli occhi, cercando di trasmetterle fiducia e sorellanza.

Avrei voluto abbracciarla, ma forse l’ho fatto sorridendole, incoraggiandola, dimostrandole che non è e non sarà mai sola.

Alla fine di quel affollato incontro, altre donne si sono avvicinate a tua madre e le hanno detto parole simili alle mie; non ci eravamo messe d’accordo, certamente no, ma è scattato qualcosa che ci ha portato, una per volta, a dichiarare il proprio affetto a tua madre.

Puoi essere certa, Ilaria, che tua madre, anche solo con la sua presenza, trasforma il suo silenzio in assordanti parole di testimonianza, per te, con te, grazie a te, sempre.

E puoi essere altrettanto certa, Ilaria, che io, come Gianna, come molte altre donne italiane, ti voteremo alle prossime europee: sarà un atto politico, una presa di posizione a favore dei diritti individuali e collettivi.

Sarà una delle poche volte in cui voterò con convinzione, senza esitazioni o ripensamenti: un voto di libertà, prima di tutto per te, Ilaria, e poi per milioni di cittadinə che diventeranno marea contro un impero, quello del denaro, del potere, del razzismo, del disprezzo, che cerchiamo di abbattere.

creazione di Zero Calcare

 

Un abbraccio Ilaria, con la speranza di poterlo fare, un giorno, di persona.

Maria Teresa, detta Terri

 

Teresa Messidoro

6 commenti

  • Filiberto Striano

    Questo scritto, tocca la sensibilità mia e Altri: appoggio in pieno tutto ciò che è detto.

  • Maria Ghisaura

    Sono pienamente d’accordo con le belle parole scritte nella lettera. Condivido sentimenti e le affermazioni di una tenace lotta contro le diseguaglianze e le ingiustizie., anche se non voterò per Ilaria.
    Grazie

    • Io mi sento cristiano pur essendo ateo convinto, perché Cristo ha predicato la pace già 2000 anni fa.
      C’era una Chisaura a nel 1978 agli esami di maturità al Lambruschi i di Genova; eri tu?

  • elena chiara savoini

    grazie Teresa, ci siamo viste a torino con i no tav , ma tu non ti ricorderai di me . seguo e condivido il vostro fare da sempre. franz frangioia e gabriella sono miei amici . so molto di cio’ che vivete e che vivo anch’ io . sono stata una gamba del tavolo no f35 e alla manifestazioni c’ eravamo tutti . e’ servito ? non so . ora ovviamente votero’ Ilaria e diffondero’ questa bellissima lettera . ciao sorella

  • Il video dell’Apertura della campagna elettorale per l’elezione di Ilaria Salis al parlamento europeo a Cagliari, città di origine di Roberto Salis e dove, a inizio anno, i suoi ex compagni di classe della III Liceo Classico Siotto hanno messo su un comitato di solidarietà con Roberto e con Ilaria. Coinvolgendo anche il loro professore di latino e greco dell’epoca. In apertura la perfomance del gruppo teatrale Le Lucide di Lucido Sottile; dal minuto 1h e 4 circa Roberto Salis e i suoi compagni di classe. https://www.youtube.com/watch?v=Qs3JXNXB9Mc

  • Grazie per aver assegnato a madre, cristiana, valori diversi da quelli di Giorgia Meloni.

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