Lettera aperta a Nerio Alessandri, patron di Technogym

Davide Fabbri fa appello al senso di responsabilità per la tutela di 270 operai

Occorre la chiusura temporanea della produzione in via Calcinaro a Cesena, che coinvolge 270 operai.

Nerio Alessandri ha lanciato nel 2002 un ambizioso progetto: la realizzazione di un distretto industriale centrato sul benessere e sulla qualità della vita.
Technogym è il gruppo imprenditoriale “leader del fitness e del wellness, conosciuta in tutto il mondo come “The Wellness Company”, azienda che ha fatto evolvere il concetto edonistico di “fitness” in un vero e proprio stile di vita: il Wellness. Vivere wellness significa regolare attività fisica, corretta alimentazione e approccio mentale positivo. La mission di Technogym è aiutare le persone a vivere meglio e lo fa con i migliori attrezzi da palestra, servizi, contenuti e programmi tecnologicamente connessi fra loro per far sì che le persone vivano il wellness ovunque si trovino” (dal sito internet dell’azienda).
Dimostri ora Nerio Alessandri – a pandemia ufficializzata da coronavirus – di essere un imprenditore illuminato; dimostri con fatti eloquenti di avere più a cuore la salute e la tutela di 270 operai, rispetto al profitto economico.
Dimostri con fatti concreti che gli slogan salutisti, lanciati in questi anni, legati alla “Wellness Valley” abbiano un senso.

Stabilimento produttivo di via Calcinaro all’interno del “Technogym Village”. Sono appunto 270 gli operai in catena di montaggio. Sono evidenti, già da questa mattina, le difficoltà – da parte di Technogym – a garantire la distanza di sicurezza di un metro – un metro e mezzo da un lavoratore all’altro; l’azienda ha inoltre difficoltà a consegnare mascherine e guanti a tutti gli operai della produzione.
I paradossi e le contraddizioni di Technogym sono evidenti: produrre beni non essenziali (attrezzature per palestra e attrezzi fitness per la casa), per il “benessere” dei consumatori, tenendo in piedi una produzione che può mettere a rischio la salute dei lavoratori stessi e dell’intera città.
In un periodo di crisi e di emergenza, ci devono essere delle priorità. Al primo posto va messa la salute e la sicurezza delle persone e dei lavoratori.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficializzato l’epidemia da coronavirus in pandemia, poiché vi è una diffusione globale della malattia, un contagio che riguarda un’area geografica molto vasta, per il quale – al momento – non esiste immunizzazione. Oltre 121.000 le persone contagiate nel pianeta, in 138 paesi del mondo.
Da questa mattina in tutta Italia – a seguito di nuove disposizioni del Governo Conte – dovranno essere rispettate nuove prescrizioni/restrizioni: chiusura di bar, ristoranti, negozi, attività commerciali di vendita al dettaglio, parrucchieri, centri estetici.
Rimangono aperte le fabbriche come Technogym, che possono continuare a svolgere la propria attività produttiva a condizione che assumano protocolli di sicurezza che evitino il contagio fra i lavoratori. Ai lavoratori devono essere consegnati dispositivi di protezione e rispetto delle procedure per tutelare la salute dei lavoratori.
Per prevenire la diffusione della malattia, in questi giorni diversi gruppi industriali e imprenditoriali hanno preso in autonomia la decisione di chiudere le fabbriche. Si chiede a Nerio Alessandri di fare altrettanto. Hanno chiuso diversi stabilimenti di FCA Italy (ex Fiat Group), Fiat Chrysler e Cnh Industrial (gruppo Exor della famiglia Agnelli), catene di abbigliamento, sport, cosmetici, oggettistica, come Kiko, Calzedonia, Geox, Luisa Spagnoli, Trussardi, Benetton, Decathlon, Coin, Rinascente, Tiger.
Occorre aggiungere che la dirigenza di Technogym ha segnalato da tempo una significativa flessione degli ordinativi, legata alla larga diffusione del coronavirus. E’ stato richiesto l’intervento della Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (CIGO), per 13 settimane, a partire da oggi 12 marzo 2020 fino al 6 giugno 2020.
E paradossalmente la Cassa Integrazione interviene immediatamente per i lavoratori degli uffici, quelli meno a rischio (sono 500 gli impiegati) e non per il settore della produzione (sono appunto 270 gli operai), non prevista in questo mese di marzo, ma prevista per i mesi successivi.

Cesena, 12 marzo 2020

TECHNOGYM. AGGIORNAMENTO IMPORTANTE

Oggi più di 200 operai in catena di montaggio hanno lavorato all’interno dell’area produttiva di via Calcinaro di Cesena, un intero turno di 8 ore. In assenza di condizioni di sicurezza al fine di evitare il possibile contagio da coronavirus. Un fatto veramente molto grave. All’interno di un’azienda centrata sul benessere e sulla qualità della vita, oggi in produzione la salute e la sicurezza degli operai sono passati in secondo piano. In seguito al nuovo DPCM del Governo di ieri 11 marzo, Technogym e tutte le fabbriche del territorio possono continuare a svolgere la propria attività produttiva (le contraddizioni italiane: il barbiere è costretto a sospendere la propria attività e una intera fabbrica rimane aperta, a produrre beni che non sono di prima necessità), a condizione però che assumano protocolli di sicurezza che evitino il contagio fra i lavoratori. Agli operai devono essere consegnati dispositivi di protezione e vi deve essere il rispetto delle procedure per tutelare la salute dei lavoratori. Agli operai devono essere consegnati guanti, mascherine, igienizzanti. Devono essere rispettate le distanze di sicurezza. Il malcontento odierno dei lavoratori, le prese di posizione del sindacato, la mia lettera aperta di questa mattina al patron Nerio Alessandri, hanno sicuramente contribuito oggi pomeriggio a determinare una scelta della dirigenza: la fabbrica chiude per qualche giorno, a partire da domani, i lavoratori vengono collocati in flessibilità negativa, la produzione riprende lunedì 16 marzo, con l’impegno aziendale di mettere in sicurezza gli operai. Con dotazione di mascherine, guanti, igienizzanti, rispetto delle distanze di sicurezza. Ovviamente seguiremo con attenzione gli sviluppi.

in bottega altre storie di Cesena, sempre di Davide Fabbri, le ultime  qui

Davide Fabbri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *