«Li brucerei vivi»

di Rossana Piras

Io stanotte non riuscivo a dormire.
L’ennesima discussione sui Rom. «Li brucerei vivi» ha scritto qualcuno… Tutti senza distinzione. Ho chiuso fb,

 

spento il cellulare, sono andata a letto schifata, orripilata. Mi giravo e mi rigiravo.
Pensavo ad altri scenari: stesso odio, stessi stereotipi, stesse frasi orribili. Gli ebrei ci rubano il lavoro, i soldi, la nostra identità, sono deicidi, adorano il diavolo… «Li brucerei vivi» e li bruciarono. Nei forni. Ebrei, storpi, Rom, omosessuali…
Io stanotte non riuscivo a dormire.
«Li brucerei vivi». Pensavo alla caccia alle streghe. Povere donne sapienti, al rogo per odio, ignoranza e sospetto.
Io stanotte non riuscivo a dormire.
«Li brucerei vivi». Stessa ignoranza, sospetto, odio. Ma le conoscete «Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case…» le persone che volete bruciare?
Sapete cosa vuol dire vivere in baracche, circondati, disprezzati, con solo l’acqua per mangiare e poco da vestire, con i bambini comunque da crescere?
«Li brucerei vivi» e magari andate a messa e fate la comunione ogni domenica, tornate nelle vostre case comode e accoglienti, giocate con i vostri figli, a cui date tutto ciò che desiderano.
Li conoscete i figli degli “altri”? Io sì. Sapete i loro nomi? Io sì.
Io che stanotte non riuscivo a dormire.
«Li brucerei vivi».
Pensavo ai miei alunni Rom.
W. che vuole sempre leggere col suo vocione grosso e disturba i compagni, che non vogliono sedersi vicino; G. con gli occhi tristi che mi dice «prof quest’anno mi impegno. Alle elementari sentivo una maestra che diceva agli altri, lasciatelo perdere, loro sono diversi… io ero piccolo, ma capivo!»; M. che mi regala un disegno dicendomi «Sei tu»; V. che si stupisce felice quando dico qualche parola in lingua rom; J. chiuso nel suo mondo di difficoltà che fa quello che può; D. che si infuria e poi piange non riuscendo a gestire la sua rabbia interiore; C. quasi maggiorenne che fa già il meccanico ma che capisce l’importanza della licenza media; B. figlio del vento, grande e grosso, chino sul suo quaderno che impara a far la spesa in francese; T. un furetto tutto occhi che vorrebbe alternare lezione e uscita in giardino…
«Li brucerei vivi».
I “miei” ragazzi. Che i genitori mandano a scuola un po’ per ragioni di soggiorno o perché sennò i servizi sociali glieli tolgono (lo sapete che anche loro amano i figli, o no?) ma anche perché capiscono che è un riscatto sociale.
«Perché è importante studiare le lingue, ragazzi?» chiedo a tutti il primo giorno di scuola. «Per viaggiare, per fare amicizia, per i turisti». Loro no. Per un lavoro, dicono, con la speranza negli occhi. Io non ho il coraggio di dire che forse un lavoro non glielo darà nessuno, in quanto Rom. «Li brucerei vivi». Non ho il coraggio di bruciare loro la speranza. Non ancora… Lacrime dentro ma sorrido e dico loro: l’importante è l’impegno, tu ti impegni e io ti aiuto. Si chinano sul quaderno e fanno quello che possono.

Giú le mani dai miei ragazzi!!!
«Li brucerei vivi».
Io stanotte non riuscivo a dormire.

zingari

Redazione
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2 commenti

  • Francesco Masala

    hai visto questo?
    https://www.youtube.com/watch?v=yHm-fuyV_g0

    sicuramente sì.

  • È come se li avessi davanti, quegli sguardi. E mi ricordo di R., che un giorno, al campo di Arcidano, mi ha chiesto: “Perché tu sei bianca e io scura?”. Non ricordo cosa le ho risposto ma ero rimasta molto colpita da quella domanda. Chissà se qualcuno le avrà mai fatto pesare il fatto di essere più scura degli altri. Io quei bambini, potessi, li abbraccerei uno a uno, tutti i giorni. E li farei sentire importanti. Perché di questo hanno bisogno i bambini, soprattutto se il caso ha voluto che nascessero in un campo, emarginati e vittime di pregiudizi e stereotipi duri a morire. Hanno bisogno di qualcuno che creda in loro, che faccia capire loro l’importanza del mantenere vivo l’orgoglio per la loro cultura e, contemporaneamente, di riuscire ad aprirsi a un mondo per loro ostile. Io sono bianca. E questo, in questo assurdo mondo, può essere un privilegio.

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